Fare silenzio e cercare la pace

Spello2014 004L’itineranza di Abramo. Week-end di spiritualità 7-9 Marzo 2014.

L’impegno quotidiano, le piccole battaglie che ogni giorno portiamo avanti, conferiscono dignità alla nostra vita, aiutano a definire chi siamo, la nostra identità, ma tutto ciò è possibile solo se siamo capaci di vivere tutte queste cose e non di lasciarci vivere da esse.

Ecco allora quella necessità di interrogarsi sul senso, di farlo sul serio, di confrontarsi con se stessi senza scuse, senza orologi che corrono verso un altro dei nostri improrogabili impegni, dei quali alle volte ci sentiamo ostaggio o dietro i quali nascondiamo quelle domande di senso cui abbiamo paura di rispondere perché ne temiamo le conseguenze.

Necessità di leggere il proprio tempo alla luce della Parola e verificare se davvero è per noi lampada per i nostri passi in tutti i momenti della vita, e non solo in quell’intervallo tra la messa domenicale e il primo intoppo del Lunedì.

Abbandonare le ritrosie, le svogliatezze, le paure di restar soli con se stessi.

Prendersi del tempo per sé, non come un atto egoistico ma di estrema responsabilità.

Allontanarsi per un po’ dalla vita quotidiana, fare silenzio, cercare la pace.

Eccoci dunque a Spello. Eccoci dunque a Casa San Girolamo per il primo dei week-end di spiritualità organizzati dalla Presidenza Nazionale di A.C. per la Quaresima 2014.

Giovani ed adulti dalle diocesi di Padova, Viterbo e Frascati che si ritrovano insieme a riflettere sulla propria vita di fede ripercorrendo i passi di Abramo, guidati da don Tony Drazza.

Abramo, l’uomo che si affida e rimane itinerante per le strade che il Signore gli indica, nonostante le avversità, i silenzi, le difficoltà nel vedere il compimento delle promesse.

Abramo che è rimasto fedele nella prova. Abramo che, nella sua umanità, è capace di essere davvero libero da tutto, anche da ciò che ama di più, per mettere Dio al centro della propria esistenza.

Cosa poniamo al centro della nostra esistenza? Siamo in grado di riconoscere le promesse di Dio o le confondiamo con i nostri progetti? Diamo senso ai nostri giorni? Siamo persone che cercano soprattutto una intensa vita spirituale? Siamo in grado di ripartire con fiducia dopo i momenti di difficoltà? Sappiamo rispondere prontamente a Dio che ci chiama verso altri luoghi, altre attenzioni, a rivedere le nostre priorità? Siamo docili al disegno di Dio o cerchiamo di affrettarlo, di mettere Lui sulle nostre vie invece che incamminarci noi sulle Sue? Sappiamo aprire senza riserve il nostro cuore al Signore? Sappiamo essere terreno fecondo per la Sua Parola? Sappiamo fare memoria della nostra vita di fede? Sentiamo la necessità di una continua conversione?

Domande essenziali, complicate, che vanno dritte al cuore. Domande sulle quali abbiamo riflettuto silenziosamente, camminando per il chiostro, sedendo vicino alla tomba di Carlo Carretto, riempiendoci gli occhi della bellezza del luogo.

Nella pace accogliente di Casa San Girolamo, ognuno ha trovato il coraggio di tacere per lasciarsi provocare nel profondo, riscoprendo la bella abitudine di affidare alla penna le proprie riflessioni.

Senza la frenesia di trovare le risposte ma con la coscienza dell’importanza del porsi le domande.

Provare a mettere ordine nel proprio animo, per poter andare verso se stessi, come il Signore ordina ad Abramo quando lo fa andar via dalla casa paterna verso una terra nuova.

Quello trascorso a Spello questo primo fine settimana di Quaresima, è stato un tempo di meditazione, scandito dalla preghiera e dalla celebrazione dell’Eucaristia quotidiana; un tempo di silenzio ma anche di risate; un tempo in cui ci siamo sentiti graditi ospiti grazie alla comunità di Spello con la quale abbiamo condiviso il momento della Via Crucis; un tempo in cui abbiamo sperimentato la fraternità grazie a coloro che ci hanno accolto: giovani e adulti insieme, il bello dell’A.C..

Speriamo di essere riusciti a far assaporare quest’atmosfera speciale anche al nostro inaspettato ospite: un ragazzo australiano che ha bussato alle porte del convento in cerca di ospitalità. Una presenza inattesa che ha reso ancor più preziosa la nostra esperienza.

Patrizia Perrotti

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