Avvento – Rallegratevi! La gioia di riconoscersi figli

C’è poco da stare allegri! Se ci guardiamo attorno in questi giorni di luminarie e di ricerca compulsiva di regali percepiamo tutto il contrasto tra effimero consumismo, sorrisi d’obbligo, auguri riverenti e il vero senso del Natale. C’è poco da stare allegri se il Gesù che viene non trova posto pur essendo grande lo spazio creato dal vuoto di senso dell’oggi.
Travolti dalla confusione natalizia creata ad hoc per il consumo rischiamo di perdere il ritmo della gioia che viene, la gioia che sperimentiamo quando facciamo posto al Signore.
Ecco allora l’occasione per curare quello spazio interiore che accoglie e che vive la gioia del vangelo. Nel testo che dovremmo aver in qualche modo assimilato, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, papa Francesco ci invita a rinnovare ogni giorno l’incontro con il Signore. Il Natale è il tempo favorevole per fare il punto, per ripartire, per rinnovare quell’impegno a 360° che ci interpella come coloro che hanno accolto e che si fanno diffusori di gioia. Come non ricordare ancora una volta le parole del Concilio: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo”.
Non è tempo di lamentarsi, di essere tristi, di rassegnarsi perché finiremmo per rinnegare il nostro essere credenti. Angosce e tristezze si superano con la gioia e la speranza; con quella fiducia che può generare tutto il bene che sconfigge il male.
Essere allegri perché sappiamo che non siamo noi da soli a fare la storia e che la nostra è una storia di salvezza che nella ricorrenza del Natale di Gesù trova i motivi di ripartenza.
“Il cristiano non è l’uomo che sta con un complesso di inferiorità sulla terra, anzi il contrario: il cristiano è colui che ha ricevuto il messaggio, il testamento, precisamente l’eredità della gioia piena e totale. Non c’è possibilità né ostacolo che possano vincerla. Questa è la nostra fede che vince il mondo, questa è la nostra gioia che è la gioia di essere figli di Dio che è la gioia perfetta, riservata a tutti quelli che operano la giustizia” (R. Panikkar).
Accogliere il Figlio da figli è riconoscere che “senza un punto fermo un po’ al di sopra – scrive ancora Panikkar – è impossibile uscire fuori dal circolo vizioso della vita umana, della limitatezza della nostra natura di creature”. Il nostro punto fermo, la nostra gioia è questo Fratello maggiore Gesù che viene per accompagnarci sul sentiero che porta al di là delle cose.

la ruota del carretto

 

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