Weekend di Quaresima / Non può diventare adulta una fede che non ha mai conosciuto smarrimenti

“La conversione dell’adulto. Un tempo per cercare, un tempo per perdere” è il tema del weekend di spiritualità proposto da Casa San Girolamo per la Quaresima 2018 dal 9 all’11 marzo. Tra i 19 partecipanti, per qualcuno si è trattato di ritrovare un respiro e una fraternità scoperti da poco o da molto tempo e sperimentati già più volte; per altri un ritorno in un luogo dello Spirito, visitato tanti anni prima sui passi di Carlo Carretto; altri ancora, che conoscevano questa casa solo di fama, sono giunti qui per la prima volta. A tutti essa ha donato un’esperienza umana e spirituale alta, inedita e straordinaria: su queste “colline della speranza”, come le chiamava fratel Carlo, i silenzi si riempiono di parole e le parole, che giù a valle risuonano così spesso logore e vuote, recuperano risonanze e significati, alla luce della Parola che si è fatta carne.
Avvolti dalla discreta e attenta premura di Gigi, Serenella e Agostina e conquistati quasi subito dal clima della casa, veniamo sollecitati dalle meditazioni di don Fabrizio De Toni a guardare al nostro essere adulti nella complessità dell’oggi, alla nostra vita che come una barca si muove in un mare ora troppo calmo ora in grande tempesta. Siamo qui per smascherare inutili lamentazioni, sterili immobilismi, nostalgici ricordi che ci ingabbiano e mettere mano alle nostre ferite, recuperare le oscurità e i desideri che ci abitano e fare ordine nella mente e nel cuore per poter incontrare il Signore.
La sua paternità ci si rivela nella Scrittura: Dio ci chiama continuamente al superamento delle nostre immaturità, al discernimento proprio dell’adulto, a essere generatori di speranza, padri fecondi che custodiscono e incoraggiano i giovani.
Che alla maturità si arrivi mediante un processo lungo e paziente e che la conversione sia un fenomeno di cambiamento, una tensione costante, un inizio che non va scambiato per il cammino, don Fabrizio ce lo mostra attraverso tre figure: Davide, Pietro e Paolo. Solo dopo la caduta – il delitto per Davide (2 Sam. 12, 1-27), il tradimento che rende Pietro così umile e ora pronto a donare la sua vita nel colloquio con il Risorto (Mc. 14, 31), la spina nella carne di Paolo (2 Cor. 12, 7-10) che diventa comprensione dell’alterità di Dio, il totaliter alter, e che lo porta a integrare il male e a trasformarlo in canale di misericordia (“Quando sono debole è allora che sono forte”) – solo allora Davide, Pietro e Paolo convertono il loro cuore e diventano davvero adulti nella fede. Non può diventare adulta una fede che non ha mai conosciuto smarrimenti.
La meditazione personale su questi temi che intrecciano la Parola di Dio con la vita nostra e del nostro tempo, i momenti di celebrazione liturgica, la sincera e spontanea condivisione tra noi, il servizio e l’allegria dei pasti insieme, ci fanno intuire che cosa significhi essere adulti “esperti di memoria”, aperti al futuro, autorevoli perché consapevoli di custodire e condividere un patrimonio, di cui tanta parte ha quello che abbiamo vissuto nel corso degli anni come laici di Azione cattolica e che qui a Spello sembra concentrarsi in una sintesi armoniosa.
Partiamo  pieni di  gratitudine, fiduciosi che, come ci ha in-segnato, cioè segnato nel cuore, don Fabrizio,  dalla memoria grata nasce la gratuità  del nostro  servizio, per “dilatare nel mondo la missione di bene della Chiesa” (Carlo Carretto, Incontro al domani. Orientamenti spirituali, Ave, Roma 1943).

Claudia Fato

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