Testimonianza: “Quei giorni a San Girolamo… Accoglienza, fraternità e respiro interiore”

È il 4 ottobre, festa di San Francesco, un buon auspicio per partire quest’anno verso “le colline della speranza”. Già da giorni il desiderio di Spello, meglio ancora di San Girolamo, ci mette gioia fraterna. Un anticipo dello spirito semplice di questa terra ci viene dalla sosta a Cannara nella quale conosciamo aspetti della vita di San Francesco quali l’istituzione, dopo la predica agli uccelli, del Terz’Ordine Francescano e il Sacro Tugurio dove il santo si riposava.
Povertà, preghiera e lode a Dio ci introducono nello spirito di San Girolamo. Bussiamo ancora una volta a quella porta che grazie all’attento servizio di altri fratelli ci viene aperta e i nostri volti prima cercano “il pozzo” simbolo di un’esperienza spirituale e poi s’illuminano.
Quella di oggi è un’Eucaristia che nel dono del Signore Gesù, a trent’anni dalla morte di fratel Carlo ci fa riaffiorare nel ricordo la sua voce ben chiara che ci dispone all’ascolto della Parola nel silenzio e nella contemplazione.
Per il nostro gruppo è tempo di lasciarsi guidare a comprendere, con l’aiuto di don Alessandro, il Padre Nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato.
Quante volte l’abbiamo recitata ma senza consapevolezza. Dalle meditazioni abbiamo capito che Gesù insegnandoci questa preghiera ci ha fatto un dono senza tempo e che ogni volta che entriamo in preghiera rendiamo attuale e presente la paternità di Dio che ci viene donata nel Battesimo. Insieme, e a nome di tutti i figli di Dio, possiamo invocarlo come Padre. È la preghiera comune, recitata insieme dalla comunità che si allarga e abbraccia tutti universalmente.
 In questi giorni ci è stata proposta (5 ottobre) la proiezione del film “Il mio nome è Thomas” che ha suscitato un palese interesse per la persona attore-regista Terence Hill e ci ha fatto cogliere come il percorso di ricerca interiore diventa un cammino d’amore, di affidamento che, per la co-protagonista (una giovane ragazza piena di vita, ma gravemente malata), si fa fiducioso abbandono nel momento della consegna della vita.
Un’attenzione merita la presentazione del libro “Carlo Carretto ieri e oggi” (6 ottobre), curato da Gianni Borsa. In teatro, il susseguirsi di interventi ha rilanciato la figura di fratel Carlo che nel libro ci viene delineata con freschezza e originalità. Mi piace inoltre rilevare i sentimenti di amicizia e gioia che animavano i partecipanti che ho avuto modo di accogliere all’ingresso. Segni tangibili della presenza di fratel Carlo, allora come ora.
Casa San Girolamo grazie, sei esperienza di accoglienza, fraternità e respiro interiore.

Teresa Tosetto

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