“L’Ac per i laici è una scuola specializzata di sinodalità. L’Ac per i preti è un master di specializzazione in ascolto”. Con queste parole di mons. Sigismondi si sono conclusi i tre giorni (18-20 giugno) dedicati agli assistenti regionali presso Casa San Girolamo a Spello. Tre giorni in cui ci si è ritrovati insieme, assistenti nazionali e regionali, per riflettere a partire dal tema “Accompagnare il camminare insieme”. Ci siamo chiesti come assistenti come accompagnare il discernimento comunitario che l’associazione cerca di vivere attraverso i diversi organismi di partecipazione.
Il percorso è stato scandito da tre momenti di riflessione. Il primo di questi è stato guidato da Giuseppe Notastefano, vicepresidente per il settore adulti di Azione cattolica, il quale ha illustrato il senso e il valore degli organismi di partecipazione nell’oggi dell’associazione, della Chiesa e della società. Un secondo momento di riflessione è stato guidato da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio per la Pastorale vocazionale della Cei, che ha puntato la sua attenzione sul ruolo del presbitero all’interno di questi luoghi e in vista di un discernimento comunitario. Don Michele si è soffermato sugli ostacoli e sugli aiuti che il presbitero può avere sia a livello personale sia a livello comunitario nel vivere questo ministero. Il terzo momento di riflessione, invece, ha visto come protagonista mons. Sigismondi, assistente generale di Ac, che ha fatto sintesi delle riflessioni condivise rilanciando provocazioni e piste di lavoro per gli assistenti dell’associazione.
Il percorso di riflessione, però, è stato impreziosito da due componenti importanti. Anzitutto la fraternità profonda vissuta tra noi presbiteri che, sebbene provenienti da diversi contesti, ci siamo ritrovati attorno all’unica passione per la Chiesa e per l’Ac. Tale fraternità è stata caratterizzata soprattutto da una comunicazione profonda che spesso è andata al di là della semplice condivisione delle fatiche pastorali, ma è giunta a toccare le gioie e le fatiche della vita di ciascuno di noi favorita da un’accoglienza delicata l’uno dell’altro. Un’altra dimensione che ha arricchito questa esperienza è stata sicuramente quella della preghiera e dell’ascolto della Parola. In maniera particolare siamo stati accolti per un intero pomeriggio dalle monache clarisse di S. Lucia in Foligno per vivere un momento di ritiro sui passi del profeta Abacuc, per poi condividere insieme con la comunità ospitante la preghiera del vespro.
Insomma tre giorni indimenticabili. Tre giorni in cui abbiamo rinnovato come assistenti la gioia di metterci a servizio dell’Ac e, attraverso di essa, della Chiesa. Tre giorni per ricaricare le batterie della nostra vita di chiamati. Tre giorni in cui ci siamo detti l’un l’altro: è bello essere preti!
Il Collegio centrale assistenti