«Ti ho amato» (Ap 3,9): è il titolo generale dei fine settimana spirituali di Quaresima che l’Azione cattolica italiana propone anche quest’anno nella splendida cornice di Casa San Girolamo a Spello. Il primo appuntamento sarà nei giorni 20-22 febbraio; il programma (qui riportato) proseguirà, di settimana in settimana, fino al weekend del 20-22 marzo. A guidare le riflessioni saranno i sacerdoti assistenti di Ac. Le iscrizioni sono aperte.
Nei giorni 29 e 30 novembre si è tenuto l’annuale momento dedicato ai volontari di Casa San Girolamo, pensato per “alzare lo sguardo” e verificare le attività svolte nel corso dell’anno che hanno animato gli incontri.
Una relazione di Luca Alici (filosofo – docente presso l’Università di Perugia) ha introdotto l’incontro. Prendendo lo spunto da un saggio del filosofo francese Maurice Bellet intitolato “Il Dio selvaggio”, ha invitato a riflettere a partire dalla provocazione contenuta nelle tre esplosioni proposte dall’autore francese: quella cosmica, quella umana e quella teologica. Queste hanno avuto la conseguenza di disumanizzare il mondo rendendo l’altro un “animale” da combattere, eliminare o mandare su un altro pianeta… In questa prospettiva, ampiamente sviluppata da Luca, l’accoglienza e l’ospitalità che caratterizzano da sempre i soggiorni a casa San Girolamo, dovrebbero educare a “ri-umanizzare” il mondo, interrogandoci sulle ragioni di senso di quello che facciamo quotidianamente.
Anche se potrebbe sembrare utopia, l’invito è ad allontanare ciò che disumanizza: una bella provocazione che tutti hanno accolto e sviluppato in un intenso e partecipato dibattito che si è prolungato nella mattina di domenica.
Non è poi mancato il confronto sugli aspetti più tecnici e organizzativi legati alla gestione della struttura che si è caratterizzato nell’orizzonte di alzare la testa, guardando cioè oltre la contingenza dei semplici problemi tecnico/pratici. Rendere sempre più accogliente e funzionale la casa passa attraverso uno stile che aiuti, chiunque la visiti, a riscoprire il valore di quel luogo quale “polmone spirituale” dell’associazione.
Il bilancio dei mesi trascorsi è sintetizzato dalle oltre 450 persone che hanno pernottato a San Girolamo, dai numerosi ospiti accolti (molti giovani di passaggio per il Giubileo) e dai sempre più numerosi (e giovani…) volontari che si impegnano nella gestione quotidiana.
Tutto ciò spinge a continuare sulla strada intrapresa che ha reso, nel corso degli anni, Casa San Girolamo un punto di ritrovo e di sosta per i soci di Azione cattolica, ma non solo.
Dal 23 al 26 ottobre weekend a Casa San Girolamo di Spello per un gruppo di tredici “fedelissimi”: molti fanno questa esperienza ormai da diversi anni, provenienti dalle parrocchie di Tencarola, San Domenico e Pianiga (diocesi di Padova).
Le valigie erano pronte e i cuori erano lieti, ma pochi giorni prima della partenza è arrivata la notizia che il nostro “don”, la nostra guida spirituale, non avrebbe potuto essere presente per motivi di salute. Eravamo tutti dispiaciuti e un po’ smarriti… ma forse quello che dovevamo sperimentare quest’anno era proprio l’abbandono fiducioso allo Spirito Santo: e non siamo rimasti delusi!
Giovedì 23 nel pomeriggio siamo arrivati a Casa San Girolamo, dopo una sosta a Foligno per gustare, con l’aiuto di una guida, l’arte e la spiritualità di questa meravigliosa cittadina.
Venerdì 24 al mattino è stato con noi don Fabrizio De Toni, di passaggio a San Girolamo, che si è reso disponibile a fermarsi per l’intera mattinata offrendoci molti spunti di riflessione su tre aspetti che la Chiesa attuale sta vivendo.
Aspetti che lui in maniera più incisiva ha chiamato “traslochi”:
da una Chiesa piramidale a una Chiesa sinodale fondata sulla Parola;
da una Chiesa coincidente con la comunità civile a una Chiesa piccolo gregge, lievito, lampada, una Chiesa generativa;
da una Chiesa “parrocchiale” fatta di praticanti a una Chiesa di battezzati dove ognuno è Chiesa e genera Chiesa.
Per guidarci in questo percorso don Fabrizio ci ha presentato tre emozionanti opere d’arte.
Altri due momenti importanti sono stati vissuti nell’Abbazia di Sassovivo grazie alle riflessioni proposte da fratel Gabriele dei Piccoli Fratelli Jesus Caritas, che ci ha presentato alcuni tratti fondamentali della figura di Charles De Foucauld: la “presenza semplice” di Gesù Eucarestia, l’accoglienza gratuita, l’abbandono totale a Gesù e l’accettazione della fragilità. Valori controcorrente che interrogano nel profondo e che sono stati occasione per momenti di fraterna condivisione tra di noi.
Tante sono state in questi giorni le esperienze che serberemo nei nostri cuori e nella quotidianità delle nostre vite: le lodi intorno alla tomba di fratel Carlo Carretto, le risate a tavola “coccolati” da gustose pietanze, i messaggi e i canti arrivati via WhatsApp da chi non aveva potuto partecipare ma ci era vicino.
Infine, l’impegno di tutti ha reso possibile ospitare domenica mattina un numeroso gruppo di pellegrini di una parrocchia di Vicenza accompagnati dal parroco don Emilio Centomo. Abbiamo veramente sperimentato la dimensione di Casa San Girolamo: celebrazione della messa nel chiostro (come alcuni di noi avevano sperimentato quaranta e più anni prima), pranzo e condivisione.
Un’esperienza di grande gioia, di cui siamo grati al Signore e alle persone che hanno condiviso con noi questi giorni.
Siamo quattro preti della diocesi di Treviso che hanno voluto vivere, dal 19 al 22 ottobre, un tempo di ricarica spirituale attingendo a un luogo significativo, come Spello, sapendo quanto esso abbia sostenuto e rinfrancato il cammino di tante persone e comunità nei decenni scorsi. Siamo preti con esperienze diverse nel ministero, oltre che di età: don Giancarlo Pivato, assistente unitario di Ac, don Davide Menegon, parroco di Zero Branco, don Antonio Guidolin, responsabile del “ministero della consolazione” (esorcismo) e “referente delle cause dei santi e testimoni della fede delle diocesi”, don Giovanni Baù, iniziatore e responsabile di una comunità di recupero.
Venendo a Spello c’era in noi il desiderio di conoscere meglio la vicenda umana ed ecclesiale di fratel Carretto. Dei quattro, solo io, don Antonio, ho avuto modo di vivere l’esperienza negli eremi di Spello due volte nel passato (1978 e 1983) oltre ad aver incontrato fratel Carlo in alcune sue venute a Treviso. Per me in particolare ritornare dopo tanto tempo in questo luogo, pregare davanti alla tomba di Carlo, è stato un riandare a radici molto lontane della mia vita. Figlio di due genitori cresciuti nell’Azione cattolica, fin da piccolo la figura di Carretto mi era familiare, in particolare grazie a mio padre che spesso ricordava con entusiasmo il grande raduno dei “trecentomila baschi verdi” in piazza San Pietro nel 1948. Più significativo ancora è stato l’influsso che ebbe nel fidanzamento dei miei genitori, il libro “Famiglia piccola Chiesa”. È da lì che mio padre prese lo spunto per farsi costruire un “inginocchiatoio a due posti”, da usare nel giorno del matrimonio, e che poi collocò nella camera matrimoniale, dove ancora c’è… Negli anni del seminario una luce importante sul senso della preghiera e del primato di Dio mi venne dal libro “Al di là delle cose”, così come per don Giancarlo fu significativo per la riscoperta del senso della Chiesa il libro “Ho cercato e ho trovato”.
A distanza di anni ritornare a Spello, pur in modo diverso per ciascuno di noi, è stato perciò un abbeverarsi a quel pozzo di Sichem che il Signore aveva scavato per la Chiesa italiana a metà del secolo scorso, ma che ancora può offrire acqua viva, in tempi in cui si avverte quanto sia necessario “non lavorare in superficie, ma scavare in profondità” (Lettere a Dolcidia). La bellezza del “San Girolamo” è quella di continuare ad offrire questa opportunità. Pensando poi a certa letteratura religiosa di questi giorni, la parola di fratel Carlo, i suoi libri, pur talora segnati dalla sensibilità del tempo, rimangono vivi ed evangelicamente provocanti, ed è bello che vengano fatti conoscere e diffusi.
Questi pochi giorni al San Girolamo sono stati infine resi ancor più confortevoli dal fraterno servizio di quattro amici genovesi che hanno saputo offrire una preziosa ospitalità, in un ambiente accogliente e ristoratore.
Don Antonio Guidolin
***
A San Girolamo giornate intense. Oltre ai quattro amici preti di Treviso, abbiamo avuto la visita di amici da Genova (Roberto e Vittoria), da Roma (Chiara, Marco e il loro piccolo Tommaso) e da Fulda-Francoforte un gruppetto guidato da Fra Max che ha raccontato di aver trascorso 6 mesi qui a Spello con Carlo Carretto. Simpatica, poi, la visita di Luca e Angela, felici di concludere il loro viaggio di nozze a San Girolamo dove in passato avevano trascorso giorni significativi per le loro scelte e per la loro vita. A San Giro… sempre vita e speranza.
Anche l’ultimo weekend d’agosto ha portato incontri e sorprese a San Girolamo. E quando, a un certo punto, si stava per chiudere la casa, si è presentata una coppia, accompagnata da figlia e genero, venuti da Roma appositamente a San Girolamo in occasione del cinquantesimo anniversario del loro matrimonio. È stata una emozione stupenda stare con loro – spiegano i volontari – mentre raccontavano del loro primo incontro proprio a Casa S. Girolamo e riconoscevano sempre più volti nelle foto della mostra su Carretto. La storia di Mimmo Palumbo che lavorava in Algeria – amico fraterno di Ermete – e di Maria Concetta Ginevra, ragazza di Cremona, è bellissima, iniziata appunto a Spello dove si sono conosciuti e poi sposati alla Chiesa della Madonna di Colpernieri. Tra queste foto, ce n’è una in bianco e nero. È la foto che ci hanno lasciato, fatta nello stesso giorno di un’altra, molto simile, che si trova esposta nei pannelli della mostra. Sono Mimmo, Maria Concetta e l’allora piccola Francesca Palumbo. Con fratel Carretto! Anche questo incontro è stata una Grazia…
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