A far tappa a Casa San Girolamo a metà agosto ecco alcune coppie di fidanzati, una di sposi, e un gruppo di 23 persone della diocesi di Grosseto. Ognuno arriva con l’intenzione di sostare in preghiera, di leggere la Parola, fare silenzio, condividere esperienze. E per conoscere Casa San Girolamo e fratel Carlo Carretto.
Ho partecipato assieme a mia moglie al week end “Prega e pedala” proposto dall’Ac nel calendario delle iniziative estive di Casa San Girolamo a Spello.
Il week end è nato da un’idea di Stefano Sereni, socio di Ac e volontario di Casa San Girolamo, originario dell’Umbria e appassionato ciclista, che ha voluto unire i tradizionali momenti di preghiera e meditazione proposti dalla casa a pedalate nella natura verso luoghi di spiritualità di cui è ricca la zona.
Il week end si è svolto dall’8 al 10 agosto e ha avuto come tema: “Riflessioni sulla Laudato si’” nel decimo anniversario della sua pubblicazione; le meditazioni sono state guidate da don Luigi Caravella, assistente nazionale del Msac.
Dopo l’arrivo dei partecipanti, nel pomeriggio di venerdì si è svolta la prima escursione in bici che ha avuto come meta San Damiano ad Assisi, luogo significativo per riflettere sulla cura del creato, avendo qui composto Francesco il suo Cantico delle creature. Dopo una visita al complesso, abbiamo partecipato a un momento di preghiera guidato da don Luigi che ha introdotto il tema consegnando ad ognuno dei partecipanti una guida alla lettura dell’enciclica.
Alla sera, dopo cena, si è svolto un bel momento di incontro di presentazione dei partecipanti in cui si è percepito da parte di ognuno la gioia di essere presenti a questa iniziativa e l’apertura alla condivisione.
Sabato mattina dopo la santa messa e la colazione, si è partiti, chi in bici, chi in auto, per una bella escursione che ha toccato la vetta del monte Subasio. In località la Spella c’è stato il primo momento vero e proprio di riflessione sulla “Laudato si’”, in cui don Luigi ha proposto alcune sottolineature dal capitolo finale che suggerisce gli atteggiamenti per un cambiamento degli stili di vita nel rispetto del creato. Dopo la riflessione i ciclisti hanno proseguito scendendo verso Assisi, facendo tappa all’Eremo delle carceri per una veloce visita per poi rientrare alla casa.
Nel pomeriggio il lavoro di riflessione è proseguito a gruppi su 3 temi: lavoro, ambiente e scienza ed etica, con suggestioni tratte da brani musicali, dalla Parola e dall’enciclica. Il confronto è stato molto arricchente.
La giornata si è conclusa con la visita alla comunità dei Piccoli Fratelli dell’abbazia di Sassovivo, dove abbiamo recitato i vespri insieme. Poi fratel Giancarlo ci ha raccontato la difficile situazione in cui versa la loro comunità di Nazaret, con il rientro forzato dei fratelli e le incertezze legate al futuro della presenza in Terra Santa.
La domenica si è aperta con la partecipazione alla messa. In seguito, i ciclisti sono partiti per l’ultima escursione prevista in cui seguendo il percorso di un antico acquedotto romano si è raggiunto l’abitato di Collepino, un piccolo borgo sopra Spello, in cui si trova un’altra casa della comunità dei Piccoli Fratelli, fondata da Carlo Carretto. Al rientro si è svolto un incontro di testimonianza con fratel Gabriele della comunità citata. Il weekend si è concluso con il pranzo a cui ha partecipato fratel Gabriele.
Sono stato molto contento di aver partecipato a questo weekend che mi ha portato a riflettere sull’importanza di partecipare con tutto il proprio essere che comprende la mente, il corpo e lo spirito anche ad esperienze che possono caratterizzarsi più spiritualmente. Ciò che mi ha più colpito delle riflessioni sulla “Laudato si’” è stato comprendere come l’attenzione al creato si ponga in relazione con questioni sociali e comporti dunque un’attenzione alle persone, al bene comune e allo sviluppo di relazioni significative nelle nostre comunità.
Infine, la presenza a Casa San Girolamo di volontari che hanno conosciuto Carlo Carretto (e che non cito uno ad uno per timore di dimenticare qualcuno!), ha impreziosito l’esperienza grazie alla loro testimonianza e alle loro conoscenze che ci hanno consentito di fare incontri significativi.
Pier Luigi Guerrini, Consigliere diocesano Ac Faenza-Modigliana
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Come sempre San Girolamo ha le porte aperte e questo diventa occasione di incontri, visite, nuove amicizie, preghiera e servizio. Nei giorni scorsi è stata ospite una famiglia: genitori con 3 figli… lavori straordinari in corso…
Un bellissimo momento di formazione, spiritualità e condivisione con fratel Gabriele, dei Piccoli fratelli Jesus Caritas di Sassovivo. Lo hanno vissuto il 5 agosto a Casa San Girolamo i giovani dell’Azione cattolica di Bologna e di Avezzano. Un percorso di conoscenza, fra storia, fede e profezia, sulle orme di fratel Carlo Carretto. A fratel Gabriele un grande “grazie” anche a nome dell’Ac nazionale!
Imola, Milano, Lesina, Bologna… gruppi di giovani Ac verso il Giubileo di Tor Vergata, gruppi diocesani associativi e pellegrini di ogni età per il Perdono di Assisi. Vecchi e nuovi amici, volontari; laici, preti, religiosi… Casa San Girolamo, porte aperte, sempre sorprese. Persone che hanno vissuto qui per anni, altre sono passate per una settimana per pregare e studiare e interrogarsi sulla vita. Ragazzi con in mano la Bibbia, raccolti in preghiera oppure intenti a fare servizio in giardino, biblioteca o lavando piatti. Muri che raccontano storia e arte e vita; una Casa che rivive – giovane – grazie all’Azione cattolica italiana.
Non si arriva per caso. Non si entra per distrazione dalla porticina di Casa San Girolamo, c’è una strada da percorrere. C’è un invito da accogliere, quello del desiderio di fare spazio, a partire dal punto in cui ciascuno si trova. Ecco, ci sono momenti nell’anno, nella vita, in una estate, in cui Spello chiama per conto di Dio, proprio te. Allora si arriva soli, si arriva in coppia, in gruppo, si arriva tardi o presto, ma si arriva, nel giorno giusto.
Dal 17 al 20 luglio, una manciata di storie si sono intrecciate, forse ritrovate, da tante strade diverse, passeggiando attorno al cortile di fratel Carlo Carretto, sotto la bandiera dell’Ac che tanto colora le giornate.
“Impègnati non a fare tanto, ma a fare bene”. In quattro giorni di sole, ad accompagnare i passi, le ore di lavoro e quelle di preghiera, sono stati Pietro, Paolo e Barnaba, con la testimonianza della loro fede, la passione, la pazienza e il coraggio nelle notti buie, raccontate nelle pagine degli Atti degli apostoli. Abbiamo camminato dietro di loro, osservandoli, immaginando di provare le stesse emozioni dei discepoli davanti all’amore infinito di Dio che salva ciascuno dalle proprie prigioni. Li abbiamo seguiti anche nella fatica dell’incomprensione, e nei conflitti vissuti dalle prime comunità cristiane, spesso specchio delle nostre.
Nelle mattine, dopo le lodi, la fatica felice di poter restituire un po’ di vita a una Casa che tanta ne dona. Così con le vanghe e i rastrelli si puliscono i canali dalle foglie e dal fango, i libri appena arrivati trovano il loro posto negli scaffali, la cappellina si fa più profumata, l’erba del cortile tagliata a nuovo, la cucina pronta per il pranzo. E proprio nel lavoro insieme, si torna alla vocazione del cuore di Casa San Girolamo, quando nella seconda metà del secolo scorso i giovani passavano le loro estati immersi nei campi di ulivi, e poi le mani profumate di corteccia e foglie si riunivano in preghiera davanti all’Eucarestia.
Nel tempo del lavoro si confidano le storie di vita, insieme ai rametti che da terra si raccolgono nelle fascine. Storie di incontri che cambiano la vita, di giovani che crescono con sofferenza, ma poi si fidano di Dio, gli mettono nelle mani tutto ciò che hanno e tutto cambia dal profondo. Di chi cammina a piedi scalzi, da quando ha scoperto la gioia di essere vivi per davvero. Storie di anziani di Ac che c’erano, c’erano in ogni luogo in cui bisognava essere presenti, per svegliare dal sonno chi restava muto davanti alle guerre, le violenze, le ingiustizie. Storie di adulti che la speranza non l’hanno mai persa, anche quando è faticoso, guardando sempre al Cielo. Storie di insegnanti, educatori, sacerdoti appassionati di divino e di umano, che sanno fare della cura la carezza di Dio. Storie di amore gratuito, di accoglienza, calore, e gratuità. Storie di chi arriva, piange per la commozione di aver rivisto un luogo che gli ha segnato la vita, e poi va via.
Le vite degli altri, però, non restano solo parole di condivisione, ma nella preghiera del pomeriggio insieme a don Michele, diventano carne, che aiuta a guardare le Scritture e la propria vita da un punto di vista nuovo. Allora è più facile sentirsi come Pietro, sereno e affidato, anche con le mani chiuse nelle catene di una prigione. È più semplice sentire addosso il calore di un Dio che libera, accompagnandoci nelle notti della vita. E poi fa meno paura sentirsi visti quando vorremmo solo gli ultimi posti, guariti dallo sguardo di chi ci ama e si fa strumento del Signore per le nostre vite. Come Paolo con l’uomo paralizzato dalla nascita.
“Non nascono a caso i sogni”, diceva fratel Carlo. Neanche quello di passare per Casa San Girolamo in un luglio fresco, a riprendere fiato, vita e coraggio.
Agnese Palmucci
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