Siamo un piccolo gruppo di adulti/adultissimi di Ac della parrocchia S. Francesco (Lerici-La Spezia) che ormai da 4 anni viene a trascorrere due giorni a Casa San Girolamo per ricaricarsi e ritemprare lo spirito. Da 2 anni sono stati “contagiati” altri amici provenienti da altre parrocchie della diocesi di La Spezia-Brugnato-Sarzana che affrontano un lungo viaggio per approdare dal mar ligure alla terra umbra, immersi tra gli ulivi e nel silenzio dell’antico convento.
Fratel Gabriele, dei piccoli fratelli di Jesus Caritas, ha tenuto una meditazione sulla vita del beato Charles de Foucauld. La frase del Vangelo di Luca che lo colpì fu quella che conclude il racconto del ritrovamento di Gesù nel tempio: “Discese con loro da Gerusalemme a Nazaret e rimase loro sottomesso…”. Charles de Foucauld volle imitare Gesù nella vita di tutti i giorni, nella semplicità, vivendo la preghiera e la contemplazione come momenti essenziali del suo quotidiano e oscillò sempre tra contemplazione e vita concreta in mezzo alla popolazione Tuareg.
Da qui nasce la consapevolezza di vivere il momento presente, comunicando gioia, testimoniando la bellezza dell’essere cristiani, figli di Dio e da lui amati.
Suor Madallena Outin (piccole sorelle di Gesù) diceva: “Essere felici di ciò che si fa, di ciò che si è, e dove si sta”.
Dalla condivisione di pensieri dinnanzi al Santissimo è emersa la necessità di farsi accogliere da chi incontriamo nel nostro andare e non solo di accogliere.
Questo presuppone un certo stile di vita fatto di atteggiamento umile, mite, rispettoso e cordiale. Insomma, una vera testimonianza che porti l’imprinting evangelico e che così ci renda amabili e credibili.
Essere rispettosi degli altri non significa rinunciare alla propria fede – che va sempre vissuta e proclamata – ma significa instaurare un rapporto reciproco di relazioni di dialogo e vedere il bello e il buono che c’è nell’altro. Perché anche l’altro è figlio di Dio come lo sono io.
Abbiamo riflettuto sulla prima lettera ai Corinti; Paolo scrive: “Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo stati dati in spettacolo al mondo… Siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti fino ad oggi”. Queste parole ci possono umanamente deprimere invece possono essere molto stimolanti perché ci ammoniscono e ci stimolano a farci noi stessi apostoli, imitatori di Cristo vissuto per 30 anni nella quotidiana ferialità di Nazaret e per altri 3 anni nelle strade della Galilea annunziando la buona novella, perseguitato, condannato a morte e finalmente risorto!
Con questi propositi il 4 settembre abbiamo lasciato Casa San Girolamo e le belle mura di Spello!
I dodici del Levante Ligure