Il vangelo di domenica 2 aprile, V di quaresima, ci mostra innanzitutto l’umanità di Gesù. Di fronte alla morte di Lazzaro, Gesù piange e questo ci dice che il Figlio di Dio è uomo, è come noi, è in mezzo a noi. Questa compagnia ci consola; la fragilità che spesso ci coglie nei momenti difficili, nelle prove della vita, nostre e delle persone care, non è debolezza, emozione ma diventa compassione e si trasforma, ci trasforma perché comprendiamo che la partita della vita non ha tempo. Occasione anche oggi per riflettere su che senso diamo alla vita. È il punto centrale dell’esistenza umana di ciascuno, per ogni aspetto dell’esistenza, quella che viviamo provvisoriamente su questa terra e quella eterna dopo la morte.
A volte sembra che Dio permetta le difficoltà, la malattia, la morte quasi per ricordarci quale sia il nostro vero destino, il nostro domani nell’eternità richiamandoci quindi all’essenzialità.
Oltre all’umanità, alla compassione di Gesù, al senso della vita c’è un altro aspetto che può aiutare la riflessione.
Quel grido “vieni fuori” che riporta Lazzaro in vita può risuonare anche per noi. Ovvero Gesù che ci richiama a vivere (e non a vivacchiare, come diceva qualcuno…); che ci invita ad uscire dal sepolcro della nostra tiepidezza, della indifferenza, dell’egoismo, della pigrizia, del nostro essere chiusi nelle nostre teorie. Papa Francesco nella Laudato si’ ci ricorda che “è sempre possibile sviluppare una nuova capacità di uscire da se stessi verso l’altro. Senza di essa non si riconoscono le altre creature nel loro valore proprio, non interessa prendersi cura di qualcosa a vantaggio degli altri, manca la capacità di porsi dei limiti per evitare la sofferenza o il degrado di ciò che ci circonda. Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società”.
Sembra quasi che oggi Gesù ci dica: vieni fuori, vivi in pienezza, mettiti in gioco, non nasconderti dietro a valori e pensieri magari anche buoni ma non tradotti nella pratica.
Ecco, sentirci già risorti!
la ruota del carretto