Sono davvero tante le persone che, in questi anni, hanno potuto gustare il silenzio e la pace di Casa San Girolamo. Luogo prezioso per la riflessione, per la preghiera, per la fraternità. Quest’ultima, in particolare, è un dono formidabile che aiuta chi arriva a sentirsi non solo amico, socio di Ac, ma anche fratello, discepolo.
Ciò che colpisce maggiormente, però, nella casa di Spello è il silenzio: una quiete quasi misteriosa che invita al raccoglimento. Ci sono angoli dell’ex convento di San Girolamo dai quali non ti staccheresti mai. Quando poi vai sul terrazzo… la bellezza e il respiro della vista non finisce di stupire.
Uno spettacolo sempre nuovo, perché le luci e i suoni della natura cambiano di stagione in stagione, di ora in ora: all’alba, nel pomeriggio, di sera, quando splende il sole, quando piove o quando – in autunno o inverno – dalla nebbia che avvolge la piana del Chiona vedi pian piano emergere i campi, gli ulivi, le case di Spello là di fronte…
Spesso all’imbrunire, quando si accendono le prime luci della città, il pensiero va a paragonare Spello alla biblica città sul monte. Non è un alto monte, ma la sua particolare posizione rende la cittadina visibile da ogni parte la si osservi.
Se allo spettacolo suggestivo si aggiunge il motivo per cui si arriva a San Girolamo, torna subito alla mente la riflessione sul Vangelo di Matteo 5,13-16: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Siamo chiamati a essere luce! E qui a San Girolamo si condividono le condizioni di crescita umana e spirituale per cui è possibile tentare di realizzare i compiti che ci vengono chiesti, con l’aiuto della Grazia di Dio.
Non c’è nulla di “visibilità”, né di voglia di apparire, di superbia; semmai un richiamo al doveroso, umile servizio di annuncio, di fraternità. La nostra fede non può restare confinata nella sfera privata; non può rimanere nascosta nella sacrestia.
Così si viene a Spello, a San Girolamo per irrobustire la fede, il rapporto con Cristo, per poi scendere, ritornare a valle con la gioia del Vangelo…
Dobbiamo essere grati al Signore che ci ha dato questo “luogo dello spirito”. Un luogo vissuto e plasmato sul Vangelo grazie soprattutto a chi lo ha reso tale.
Così scrive fratel Cruz Oswaldo Curuchich Tuyuc nell’epilogo del suo libro Come Gesù a Nazaret. Carlo Carretto sulle orme di Charles de Foucauld, in una sorta di lettera a Carretto: «Sono dunque a San Girolamo dove ora sono presenti gli amici del tuo primo amore, quelli dell’Azione cattolica italiana. Immagino che questo ti faccia contento. Tu eri così innamorato di Spello… ora sono i tuoi vecchi amici a circondarti di affetto e a impregnare di preghiera il chiostro e la cappella. Forse qualcuno avrà pensato che con la tua morte sarebbero finiti i pellegrinaggi a Spello, e invece no! A me sembra che si stia iniziando una terza fase della storia di questo “luogo dello spirito”: all’inizio i figli di san Francesco, poi sei arrivato tu con i Piccoli Fratelli del Vangelo, e ora ci sono soprattutto i laici. Non era forse questo uno dei tuoi sogni?».
Casa San Girolamo e Spello ci aspettano, per tutta l’estate.
Gigi Borgiani