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“Il deserto nella città”: pane, Bibbia e acqua, ingredienti del nostro piccolo viaggio

20 agosto a Casa San Girolamo: percorso “Il deserto nella città”. Sveglia prima del sorgere del sole. Partenza ore 6 per un momento di riflessione e preghiera alla tomba di San Francesco. A quell’ora del mattino eravamo praticamente soli. Il silenzio e la pace hanno aiutato la preghiera davanti alla tomba di quest’uomo che in soli 40 anni di vita ha cambiato il volto della Chiesa.
Dopo il rientro a San Girolamo e la colazione, ci siamo messi in cammino cercando di fare nostro il deserto presentato da Carlo Carretto. Sulle suggestioni di Io Francesco, abbiamo alternato momenti di ascolto a spazi di silenzio e riflessione personale lungo la via. Pane, Bibbia e acqua: ingredienti di questo piccolo viaggio. Destinazione l’eremo di Santa Chiara dove siamo arrivati seguendo il suggestivo sentiero dell’Antico acquedotto romano.
Qui abbiamo incontrato i Piccoli fratelli del Vangelo con cui abbiamo condiviso le nostre esperienze di vita, la celebrazione eucaristica e il pranzo. Facendo nostro lo stile semplice di condivisione fraterna che da Charles de Foucauld è arrivato a infiammare cuori e luoghi di queste colline e di tanti altri posti nel mondo. Abbiamo scoperto una ricchezza inedita nella Chiesa, un ora et labora del terzo millennio, un monastero di accoglienza 2.0.
Siamo tornati nel pomeriggio stanchi, sudati e accaldati ma col cuore ristorato dalla Parola e dall’unione che sempre più si è creata fra noi, perfetti sconosciuti fino a qualche giorno fa, ora fratelli nella fede in cammino.

Il libro di Tobia: generosità, fiducia, accettazione


La prima giornata dell’esperienza “Deserto nelle città”, in corso a San Girolamo, ci ha fatto entrare nel libro di Tobia che affronta temi vivi per qualsiasi vocazione. Attraverso la lettura della vicenda di Tobia e di suo figlio, sono state proposte domande chiave per la crescita spirituale: riesco a fare qualcosa in più per amore? Riesco a far pace, ad accogliere, l’ombra del mio passato? Il mio amore è concreto?
S’è inoltre riflettuto sulla figura e sul ruolo della guida spirituale a partire dall’aiuto e dall’incoraggiamento dell’Arcangelo Raffaele a Tobia.
La giornata è stata poi arricchita da due momenti di silenzio e di meditazione personale, oltre a una piccola scuola di preghiera a partire dal Crocifisso di San Damiano.

Camilla e Caterina

“Il deserto nella città”: fuggire, tacere, riposare. Esperienza di deserto e lavoro per giovani e meno giovani

Fuggi, taci, riposa: sono i tre verbi proposti da don Massimo all’inizio dell’esperienza di deserto proposta in questi giorni a un gruppo di giovani (e meno giovani) a Casa San Girolamo.
Fuggire: partendo dalla chiamata di Abramo (Genesi 12) e dall’invito a “guardare il cielo”, per contare le stelle, per aprirsi al futuro (Genesi 15). “Fuggire” dunque non è scappare, ma è invito a uscire dalle proprie sicurezze e paure, a guardare avanti e prendere in mano – con fiducia – la propria vita.
Tacere: il silenzi è “il luogo” privilegiato dell’ascolto. Ascoltare la voce di Dio e ascoltare se stessi è il luogo del discernimento.
Riposare: per fare deserto non è necessario andare fisicamente nel deserto ma trovare spazi e tempi per un po’ di calma e qui a Casa San Girolamo si può davvero riposare e respirare a pieni polmoni l’aria dello spirito e l’aria di una fraternità che accompagna nel mondo.
La giornata è iniziata presto con il rosario biblico recitato camminando lungo il viale di San Girolamo. Poi le lodi, la riflessione dettata da don Massimo e il silenzio vissuto anche eseguendo qualche piccolo lavoro… di Casa.

Festa dell’Assunta: tanti amici di Albano a San Girolamo. “E’ come tornare a casa; è il luogo dell’autentica fraternità”


La festa di Maria Assunta, madre di speranza, di consolazione e di unità, è stata celebrata con gli ospiti presenti in questi giorni a Casa San Girolamo insieme al gruppo della diocesi di Albano. Gli oltre 60 tra adulti, famiglie, giovani e bambini ci hanno raggiunto per la messa, naturalmente nel chiostro, presieduta da don Giorgio Bezze. Dopo il pranzo, il consueto incontro che a partire dalla figura di fratel Carlo Carretto ci ha permesso ancora una volta di condividere parole per noi decisive quali: fedeltà, santità, missionarietà, responsabilità, stili di vita sobri, comunità.
Abbiamo condiviso con gioia il momento di sosta sulla tomba di fr. Carlo con una signora di Spello che molto spesso si reca qui in pellegrinaggio. Accanto a quella di Carretto da un anno è collocata anche quella di fr. Piero Saffirio amato e compianto parroco della frazione di Limiti, qui a Spello. Accanto a loro anche fratel Ermete.
Per gli amici di Albano le sorprese e le testimonianze non sono finite perché ci ha raggiunti Guerrina Marocchi , accompagnata dalla famiglia del figlio. La signora in gioventù frequentava le settimane di deserto guidate da fr. Carlo al quale era legata da profonda amicizia. Ha avuto, tra l’altro, l’onore di poterlo ospitare a casa sua a Imola in occasione di uno dei suoi tanti “giri” per le diocesi italiane.
“Venire a Spello, a Casa San Girolamo, è come tornare a casa ; è il luogo dell’autentica fraternità”: così hanno scritto gli amici di Albano nel biglietto di ringraziamento che ci hanno lasciato.

Gruppo famiglie di Camposampiero in ritiro a San Girolamo


Il gruppo famiglie della parrocchia Ss. Pietro e Paolo di Camposampiero (Padova), che soggiorna nella struttura sulle pendici del Subasio a san Giovanni di Collepino, è “sceso” a Casa San Girolamo per un ritiro di una mezza giornata. In questa settimana di “campo-famiglie” il tema scelto è quello suggerito dall’esortazione “Gaudete et exultate” e a noi è stato chiesto un approfondimento su come essere santi oggi, nel quotidiano. Ancora una volta la figura di Carlo Carretto è stata importante per sottolineare la comune e universale chiamata alla santità, a viverla come popolo in missione a partire dall’impegno di ciascuno.
La Parola al centro come fedeltà alla scelta di vita maturata con la grazia del Battesimo. La vita comunitaria come luogo di crescita, di condivisione. Lo stile di vita improntato alla essenzialità, alla gratuita. L’impegno a costruire relazioni. La concretezza dei piccoli gesti e della cura del particolare sull’esempio di Gesù. Questi alcuni degli aspetti prevalenti nella breve relazione introduttiva seguita poi da un lungo momento di riflessione personale e più tardi di coppia.
Il pranzo in comune e la chiacchierata successiva hanno permesso di condividere altre idee e soprattutto di creare quel clima di semplicità e di fraternità tipico di Casa San Girolamo. Più volte è stato sottolineato che questa duplice e contemporanea presenza sulle pendici del Subasio potrebbe diventare un bel segno di speranza per la Chiesa e per il paese.