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Ripartire dopo la pandemia: dalle Conversazioni di Spello emergono spunti per un “alfabeto nuovo”


Da dove si parte, dopo la pandemia, per costruire una città a misura di persona? Questo il leitmotiv delle “Conversazioni di Spello 2021”, svoltesi a San Girolamo sabato 11 settembre. Titolo dell’incontro: “Un alfabeto nuovo per la città”. Hanno provato a rispondere Alessandro Maggioni, presidente della federazione Confcooperative Habitat, e Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana. A coordinare l’incontro, intenso e ricco di spunti, Pina De Simone, direttrice di “Dialoghi”.
Responsabilità, passione, competenza, realtà, accoglienza, benevolenza, creatività: alcuni dei termini emersi per riordinare un alfabeto nuovo perché politica, economia ed ecologia si parlino in uno scambio fecondo sui passi della Fratelli tutti.

Assistenti regionali di Ac: a San Girolamo una “palestra di sinodalità”. Incontro con il presidente Notarstefano


Quale luogo migliore di Casa San Girolamo per radunare gli assistenti regionali di Azione cattolica? Come ogni anno ci siamo dati appuntamento a Spello dal 1° al 3 ottobre per condividere un tempo di preghiera, di pensiero e di fraternità. Il tema posto al centro della nostra riflessione per quest’anno è stato “Lo Spirito Santo e noi. L’esercizio costante della sinodalità”.
È stato un tempo ricco di condivisione! Abbiamo pensato di rendere questo appuntamento un vero e proprio esercizio di sinodalità. Siamo partiti da una riflessione condivisa sul cammino sinodale che la Chiesa italiana sta per compiere, provando ad andare alla radice teologico-spirituale della sinodalità stessa. Dopo un momento di riflessione teologica però ci siamo dedicati un tempo di “esercizio” vero e proprio di sinodalità; infatti abbiamo provato insieme a pensare un percorso di accompagnamento per gli assistenti di Azione cattolica che possa coinvolgere ogni livello della vita associativa. Il confronto è stato bello perché ha messo in luce le domande profonde della vita ministeriale, oltre che quelle pastorali legate al servizio associativo.
Nella tre giorni c’è stato anche il tempo per un momento di spiritualità che abbiamo vissuto presso la Basilica di Rivotorto. L’ultima mattinata è stata dedicata al confronto con il nostro presidente nazionale, Giuseppe Notarstefano, che ci ha raccontato questo tempo di ripartenza nella sfida del cammino sinodale della chiesa italiana. Insomma Casa San Girolamo è stata una vera e propria “palestra di sinodalità”!

Sabato 11 settembre tornano le “Conversazioni a Spello”: “Un alfabeto nuovo per la città”

Tornano le “Conversazioni a Spello”: l’appuntamento culturale promosso dall’Azione cattolica italiana e dall’Amministrazione comunale della cittadina umbra è previsto per sabato 11 settembre (ore 16.00) nel chiostro di Casa San Girolamo. L’iniziativa era stata interrotta nel 2020 causa pandemia. Tema delle “Conversazioni” 2021 è “Un alfabeto nuovo per la città”. A partire dall’enciclica Fratelli tutti e dal discorso di Papa Francesco al Consiglio nazionale dell’Ac (udienza del 30 aprile 2021) “ci si confronterà sui temi della prossimità e della fraternità e si rifletterà sul modo in cui possiamo rispondere all’appello di Papa Bergoglio a ripensare insieme la Chiesa e la società”. L’intento è anche di “elaborare una riflessione di metodo su come sia possibile impegnarsi per la costruzione di un alfabeto comune per la nostra società, individuando quali potrebbero essere le parole-chiave da proporre in questo tempo di pandemia e smarrimento, partendo dal rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale”. L’Ac si propone inoltre di offrire un contributo nell’ambito del lavoro preparatorio a “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”, la 49ma Settimana sociale dei cattolici italiani (Taranto 21-24 ottobre).
Il programma prevede: ore 16 – Apertura della casa e accoglienza; ore 17 – Preghiera sulla tomba di Carlo Carretto; ore 17.30 – Saluto di Moreno Landrini (sindaco di Spello); ore 17.40 – Dialogo con Alessandro Maggioni (presidente federazione Habitat di Confcooperative) e Giuseppe Notarstefano (presidente nazionale dell’Ac), moderato da Pina De Simone (direttrice di “Dialoghi”, il trimestrale culturale dell’Ac); ore 19 – Concerto “Shtetl!” realizzato dal gruppo musicale Mishkalé.

“Il suono dei borghi”: la grande musica nel chiostro di San Girolamo. Rinnovata la collaborazione tra Comune di Spello e Ac


Si è svolto martedì 31 agosto nel chiostro di Casa San Girolamo il Concerto di chitarre all’alba promosso dal Comune di Spello nell’ambito del tradizionale Festival musicale Federico Cesi “Il suono dei borghi”.
Nella fresca mattinata e nella quiete del chiostro alle prime luci del giorno cinque giovani artisti dell’Associazione culturale e musicale “Fabrica Harmonica”, guidata da Annalisa Pellegrini, hanno presentato brani di E. Granados, E. Serrano, M. Casteluonovo-Tedesco, J. Rodrigo. Pubblico non numeroso ma attento e coinvolto nella magica atmosfera creata da movimenti musicali vivaci e melodici esaltati dalla perfetta acustica del chiostro. Ancora una volta si è potuto apprezzare come Casa San Girolamo sia davvero luogo prezioso dove spiritualità, arte e amicizia sono elementi di vita che si incrociano e suscitano motivi di crescita e di speranza.
Non è mancato, come peraltro previsto dal programma, il momento conviviale che ha permesso un cordiale e simpatico dialogo tra artisti e pubblico. L’assessora alla cultura del Comune, Irene Falcinelli, ha ribadito l’importanza di Casa San Girolamo come luogo simbolo della amicizia tra il comune e l’Azione cattolica.

Weekend di arte, lectio e catechesi per adulti: “Toccare le ferite e sognare un’umanità fraterna”


“Se la Chiesa deve trasformare, migliorare, umanizzare il mondo, come può far ciò e rinunciare nel contempo alla bellezza, che è tutt’uno con l’amore ed è con esso la vera consolazione?”. “La bellezza ferisce, ma proprio così essa richiama l’uomo al suo Destino ultimo […]. La bellezza è conoscenza […], colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità”. Queste due riflessioni di Joseph Ratzinger in tempi molto diversi e lontani tra loro, hanno introdotto la tre giorni (27-29 agosto), organizzata dal Settore Adulti, sul tema del “Toccare le ferite e sognare un’umanità fraterna”.

La Grazia, la luce, la potenza che abitano il buio hanno una loro forza e una loro bellezza per questo per aiutare l’esplorazione delle ferite si è scelto di accostare l’ascolto sapienziale della Parola a uno sguardo aperto alla bellezza dell’arte. Attraverso un costante rimando tra Sacra Scrittura e dipinti, sculture, istallazioni di epoche, autori e stili molto diversi tra loro, i partecipanti al weekend a Casa San Girolamo hanno fatto esperienza di rilettura delle proprie ferite e delle tante ferite sociali, economiche, climatiche, politiche che lacerano il nostro mondo e con le quali dobbiamo confrontarci e sulle quali siamo chiamati a interrogarci.
S. Paolo e Abramo sono state le due figure di riferimento in questo lavoro, scomodo e impegnativo, di scavo personale, comunitario e associativo per scoprire come anche nelle ferite, o forse soprattutto in esse, è depositata una vocazione. Tre sono stati gli step che hanno ritmato la proposta formativa: un male che va integrato, perché ciò che non integriamo, capiamo, riconosciamo, ci disintegra; un male che può essere accompagnato dalla solidarietà, l’empatia, la fraternità degli altri, perché in fondo come diceva Madeleine Delbrêl “il male è assenza di bene” e quindi dovremmo “essere coscienti del fatto che è difficile strappare la zizzania senza strappare il buon grano” e “cercare di mettere in ogni persona sempre più buon grano senza occuparsi della zizzania. Rispettare ciascuno: non sporcare il suo ideale a causa delle sue disillusioni o dei suoi rancori. Non combattere il male ma seminare un po’ di vita”; un male che ti spoglia ma nel quale si rivela la chiamata di Dio a una fede adulta che mostra all’uomo che nulla può fare da solo ma tutto per Grazia.

Giorni intensi nei quali il silenzio di Casa San Girolamo, l’accoglienza familiare dei volontari, lo stile associativo e la bellezza del luogo oltre che delle tante opere osservate, hanno creato quel clima di familiarità che ha reso perfetti sconosciuti persone con cui condividere frammenti della propria storia e delle proprie ferite e fragilità. Il weekend è iniziato con una passeggiata artistica per le vie di Spello alla ricerca della bellezza anche dove può sembrare che non ci sia. A ciascuno è stato fatto dono di un taccuino nel quale annotare immagini, pensieri e fermare sensazioni, a partire dalla visita alla Cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore, detta anche Cappella bella, dipinta dal Pinturicchio. Un luogo che abbaglia per la bellezza dei suoi colori, la finezza dei dettagli, l’attenzione al dato reale, la ricchezza di significati simbolici, l’accuratezza del paesaggio e che, attraverso di essi, aiuta a ricordarci che siamo impastati di fango e di cielo, trapunti di stelle e di sogni, ma capaci di ogni bassezza. Dio ama ciò che è meno adatto ed è lungo, nella Scrittura, l’elenco degli inadatti amati e chiamati. Questa bella notizia ha permesso di aprirsi all’altro senza maschere, senza paura di giudizi e di mettersi in gioco fino a realizzare un proprio particolare ‘attacco d’arte’.

Nella serata di sabato, infatti, è stato proposto a ciascun partecipante di fare una scultura di pongo con la quale rappresentare una propria ferita o un momento di solidarietà ricevuto o donato in una particolare difficoltà. I coloratissimi manufatti sono stati lo spunto per un intenso momento di condivisione perché quando disegniamo, dipingiamo o utilizziamo una qualsiasi forma d’arte, raccontiamo qualcosa dei nostri desideri, di ciò che sogniamo, che abbiamo vissuto, delle nostre paure e delle nostre fragilità, che diversamente non saremmo stati in grado di esprimere.

Dopo un anno di chiusura Casa San Girolamo ha finalmente sentito il batocchio della campana richiamare tutti ai momenti comunitari, ha visto tornare persone ad abitare le sue stanze, far risuonare la preghiera e il canto nel suo chiostro e sulla tomba di Carlo Carretto, inondare del buon profumo della cucina tutti gli ambienti. Dopo i giovani, anche gli adulti sono tornati in questo polmone spirituale per abbeverarsi al pozzo che canta nel deserto, come quello del Piccolo Principe, perché pur nell’aridità che a volte copre con un fine mantello di sabbia e di desolazione le nostre ferite e quelle degli altri, c’è sempre un pozzo, una parola, una mano, una voce che ci ricorda che nessuna vita è troppo fragile o troppo ferita per essere sanata, amata e cantata.

Veronica Rossi