con la faccia storta, i cristiani tristi. Cosa brutta, brutta, brutta. Ma non sono pienamente cristiani (Papa Francesco)
Archivio mensile:Maggio 2016
Finalmente l’estate a Casa San Girolamo
Domenica 29 maggio sono stato a Spello. Il paese era bloccato per l’infiorata. Naturalmente, migliaia di persone per le strade e i vicoli. Ho fatto a passo d’uomo gli ultimi due chilometri, fino alla rotonda. Poi si comincia a salire lentamente, tra gli ulivi, fino all’ultimo tratto, dopo aver girato a gomito a destra. Cipressi a destra e ulivi a sinistra, con la Via Crucis che accompagna. Infine: San Girolamo! Quando vengo quassù, le tensioni si allentano, i muscoli si rilassano e i pensieri diventano leggeri. Il cuore ritorna alla sua pace. Solo il pensiero di poter passare qualche giorno tra le mura spesse del convento mi riconcilia con i pesi di un anno vissuto di corsa. Sì. Finalmente arriva l’estate di San Girolamo.
“Credenti inquieti”: Ac sulle orme e al passo di Francesco
Credenti inquieti, certo: non può essere diversamente. Perché il Vangelo non è un romanzo accomodante, ma un esigente e a tratti spigoloso compagno di strada (l’episodio dei discepoli di Emmaus…), che fa luce, scalda il cuore ma ne chiede la conversione; infonde coraggio per abbandonarsi al Cristo della croce e della resurrezione. Così da essere missionari, personalmente e comunitariamente (la Chiesa), testimoni del Vangelo per le strade del mondo e nelle pieghe della storia.
Sono i temi che fanno da traccia al volume “Credenti inquieti. Laici associati nella Chiesa dell’Evangelii gaudium” (Editrice Ave), del presidente nazionale di Azione cattolica, Matteo Truffelli, presentato giovedì 26 maggio all’Istituto Sturzo di Roma. L’autore riflette sul profilo del cristiano del terzo millennio nella linea della tradizione della Chiesa, degli insegnamenti del Concilio, di 150 di storia associativa, in una stagione “caratterizzata da processi di segno diverso, con aperture incoraggianti ma anche con fatiche e incertezze, tanto nella Chiesa quanto nella società”. Continua a leggere
Raggiungi Dio nell’amore
Ed è qui il primo aspetto dello spogliamento. Fin tanto che la mia preghiera resta ancorata al gusto, saranno facili gli alti e i bassi; le depressioni seguiranno gli entusiasmi effimeri. Sarà sufficiente un mal di denti per liquidare tutto il fervore religioso dovuto ad un po’ di estetismo o a un moto di sentimento. «Occorre spogliare la tua preghiera» mi dice il maestro dei novizi. «Occorre semplificare, disintellettualizzare. Mettiti dinanzi a Gesù come un povero: senza idee, ma con fede viva. Rimani immobile in un atto di amore dinanzi al Padre. Non cercare di raggiungere Dio con l’intelligenza: non ci riuscirai mai; raggiungilo nell’amore: ciò è possibile». La battaglia non è facile; perché la natura vuole la sua rivalsa, vuole la sua razione di godimento, e l’unione con Gesù crocifisso è tutt’altra cosa. Dopo qualche ora, o qualche giorno, di questa ginnastica, il corpo si placa. Visto che la volontà gli rifiuta il piacere sensibile, non lo cerca più; diventa passivo. Si addormentano i sensi. Il poco mangiare, il molto vegliare e il pregare con umile insistenza rendono la casa dell’anima una dimora silenziosa pacificata. I sensi dormono. Meglio, come dice san Giovanni della Croce, è «la notte dei sensi» che comincia. Allora la preghiera diventa una cosa seria, anche se dolorosa e arida. Così seria che non se ne può più fare a meno. L’anima entra nel lavoro redentivo di Gesù. Inginocchiato sulla sabbia, dinanzi al rudimentale ostensorio che conteneva Gesù, pensavo al male del mondo: odi, violenze, turpitudini, impurità, menzogne, egoismi, tradimenti, idolatrie, adulteri.
Carlo Carretto
Il cristiano è, nel tempo,
rivelazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Giuseppe Lazzati, 1909-1986)