Deserto: parola “fissa” nelle letture che ci accompagnano in questo tempo di Avvento. Parola che può richiamare un pezzo di terra, arido, disabitato o, ai nostri giorni, percorso da coloro che lo attraversano verso speranza di vita. Deserto richiama assenza di presenze, vuoto di senso.
C’è una espressione di Benedetto XVI ripresa da Papa Francesco nella Laudato si’ che ci aiuta a spostare l’attenzione
sul deserto interiore: «i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi» (217). Questo tempo che ci prepara
al Natale è occasione per distinguere, per scegliere da che parte stare, per accogliere un messaggio o per vivacchiare. È il tempo per recuperare, di ascoltare la voce che invita a conversione.
Archivio mensile:Dicembre 2016
La speranza
è una virtù dei piccoli. I grandi, i soddisfatti, non conoscono la speranza, non sanno cosa sia. Lasciamoci insegnare la speranza (Papa Francesco, 7 dicembre)
Convertitevi… preparate la via del Signore
Ci sono due verbi alla base della conversione cui siamo invitati nella seconda domenica di Avvento: preparare e raddrizzare.
Se ci pensiamo bene, tutta la nostra gi
ornata è una preparazione: dalla colazione, al lavoro, all’interrogazione, all’esame… Ci prepariamo per un incontro, cerchiamo di prepararci al meglio, anche se poi le cose vanno come vanno. In questo tempo siamo invitati a porre attenzione e cura alla preparazione all’incontro con il Signore. Non è un’abitudine annuale, una consuetudine travestita da un sussulto di spiritualità, ma è l’ennesima riproposta di un incontro radicale e definitivo che dovrebbe insegnarci a preparare e a vivere i momenti della giornata secondo gli insegnamenti del Signore.
Se riprendiamo l’Evangelii gaudium al n. 3 leggiamo: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché ‘nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore’”.
Ecco, Giovanni ci sollecita a preparare questo incontro ogni giorno. Così ci disponiamo a raddrizzare, a correggere quello che non va nella nostra vita. Non c’è nulla da stravolgere, forse si tratta solo di piccoli cambiamenti da tradurre in quei piccoli gesti di cui scrive papa Francesco nella Laudato si’. Piccoli gesti di conversione personale che possono confluire e concorrere a quei cambiamenti di speranza di cui ancora ci parla il profeta Isaia.
Ci prepariamo a incontrare “il germoglio che spunterà dal tronco di Iesse” che le nazioni, anche inconsapevolmente, attendono con ansia. La rivoluzione proclamata da Isaia dipende anche da noi, sapendo che la giustizia (“fascia dei suoi lombi che non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra”) è per tutti, nessuno escluso, come ci ricorda l’Evangelii gaudium.
Avvento, preparare e raddrizzare: “Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: ‘Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici’” (Eg 3).