Dalla coscienza di sé alla scelta responsabile della vocazione. A Spello i giovani di Ac della diocesi di Faenza-Modigliana

Durante il campo itinerante da Norcia ad Assisi, noi giovani di Azione cattolica della diocesi di Faenza-Modigliana abbiamo soggiornato nell’accoglientissima casa di spiritualità San Girolamo a Spello. Qui abbiamo avuto la possibilità di avere un incontro con il parlamentare Ernesto Preziosi. Il tema generale era la coscienza di sé.
Preziosi ci ha innanzitutto aiutato a riflettere su come ogni dGiovani di Faenza ago 16 - 1omanda vocazionale parta dal chiedersi quali talenti e capacità abbiamo. Sarebbe importante ricordarsi sempre che il primo talento che abbiamo da spendere è però la nostra persona, la nostra vita. Quindi per rispondere alla propria chiamata vocazionale si deve partire – è stato detto – dal prendere coscienza di sé, dal capire chi siamo veramente.
Un bell’esempio può essere quello di san Francesco, convertitosi a 25 anni. Questa sua conversione è frutto di una chiamata vocazionale: il Signore è stato misericordioso con lui facendogli prendere coscienza della sua vita fino a quel momento vuota e sprecata. Come Francesco, anche in noi credenti risuona la domanda: “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. Da qui si nota che il Signore ci chiama a “fare” qualcosa. Infatti la nostra risposta vocazionale può manifestarsi nell’azione. La chiamata e conversione di san Francesco, ad esempio, porta a un cambiamento di vita che diventa “di azione” e servizio agli altri.
In merito a ciò, Ernesto ha sottolineato come quest’idea di agire e darsi da fare, anche per la propria risposta vocazionale, sia proprio alla base del carisma dell’Azione cattolica.
A questo punto si intuisce chGiovani di Faenza ago 16 - 2e la domanda “Signore, cosa vuoi che io faccia?” rimanda a una risposta e quindi a una responsabilità, non solo verso noi stessi ma anche verso gli altri. Ma perché verso gli altri? Perché la prima cosa di cui dobbiamo prendere coscienza è il fatto che siamo figli di Dio e quindi tutti fratelli. Alla base della vocazione cristiana perciò è presente una seconda domanda: “Signore, cosa posso fare per gli altri?”.
Concludendo, noi cristiani, partendo da una propria coscienza e conoscenza personale, siamo chiamati a orientare le scelte della nostra vita (lavorative, universitarie, familiari…) verso i fratelli. Questa è la nostra vocazione.

Riccardo e Federica

P.s. – Ne approfittiamo per ringraziare Gigi, don Massimo, Sofia e Serenella che, con la loro disponibilità, simpatia e gentilezza, sono stati veri testimoni di una scelta vocazionale spesa a servizio degli altri.

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