La Presidenza nazionale di Ac scommette sulla Casa di Spello. «Luogo di incontro tra vita laicale e ricerca spirituale»


Domenica 5 novembre si è svolta a Parma una riunione dei volontari che operano per la gestione di Casa San Girolamo, alla presenza del presidente nazionale dell’Azione cattolica Matteo Truffelli. L’incontro è stato introdotto da una relazione di don Michele Pace, delegato dalla Presidenza nazionale Ac a seguire la casa di Spello assieme al direttore, Gigi Borgiani. Di seguito riportiamo una sintesi dell’intervento di don Pace.

Le scelte più importanti, quelle che disegnano percorsi lunghi e duraturi, hanno bisogno di essere rimotivate per continuare a essere motore e orientamento del cammino. Questa consapevolezza ha portato l’ultima Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana a “riscegliere” Casa San Girolamo “come laboratorio di vita spirituale e come luogo di elaborazione culturale”: così, infatti viene definita all’interno del documento finale la casa di Spello. Essa permane, quindi, nel suo essere segno concreto di quella volontà di tutta l’associazione di “sviluppare la ricerca di strumenti e percorsi spirituali capaci di nutrire la vita di ogni persona, perché diventi passione e impegno per il mondo, a partire dall’ascolto della Parola e dalla presenza di Dio nella storia” e di “educare ragazzi, giovani e adulti a coltivare luoghi e tempi dedicati allo spirito”.
Alla luce di questi orientamenti dettati dall’Assemblea, la Presidenza nazionale di Ac si è interrogata su come poter implementare l’esperienza di Casa San Girolamo, per farla diventare sempre più punto di riferimento per tutta l’associazione. Un lavoro di pensiero che ha richiesto da prima una verifica del percorso già compiuto, di cui si è apprezzata la ricchezza, ma dal quale sono emerse anche sfide interessanti. In seconda battuta si è lavorato cercando di avere uno sguardo profetico, capace di saper vedere in questa realtà le potenzialità che possono essere sviluppate.
In prima istanza, quindi, ci si è interrogati sullo stile e sul senso che tale realtà deve mantenere. Nel portare avanti questa riflessione è emersa anzitutto la necessità che Casa San Girolamo continui a essere il “luogo della ricerca” di una vita spirituale autenticamente laicale. Per rispondere più pienamente a questa finalità dev’essere il “luogo della vita”, dove cioè è di casa tutto ciò che è vita: famiglia, lavoro, amicizia, relazione con Dio, impegno associativo…
Spello, da questo punto di vista, può essere per l’intera associazione l’opportunità di promuovere sempre di più quella “spiritualità incarnata”, che aiuti ciascun socio e non a incontrare Dio nella vita concreta, fatta di gioie e dolori, fatiche e speranze.
Per rendere concreti queste linee è sembrato importante alla Presidenza Ac ribadire l’importanza di una regola della Casa che riguardi soprattutto gli orari e le caratteristiche dei momenti che in essa si vivono. Ma è necessario anche che non viga il criterio della rigidità, sia riguardo agli orari stessi, sia riguardo ai momenti che vengono programmati e vissuti. Anche i momenti di programmazione, infatti, vissuti in quel luogo, assumono un sapore diverso e una diversa profondità e ricchezza.
Infine, facendo anche una seria verifica del lavoro già svolto, la Presidenza ha tenuto a ribadire l’importanza dell’esperienza di San Girolamo per la valorizzazione di linguaggi diversi con cui condurre la ricerca sulla spiritualità laicale. Dall’altro canto la casa può diventare punto di riferimento per la valorizzazione del territorio, sia dal punto di vista istituzionale, costruendo alleanze con comune, diocesi e altre realtà associative che agiscono sul territorio, sia dal punto di vista della valorizzazione di ricchezze artistiche e ambientali del paesaggio circostante.
Tutta la riflessione è stata portata avanti in un clima di gratitudine. Un grazie anzitutto al Signore per aver accompagnato l’associazione in questi sette anni di impegno nel recupero di questa importante esperienza di vita spirituale. Ma un grande grazie va anche a tutti i volontari che in questi anni si sono presi cura della casa con generosità e impegno. Se tale realtà è stata esperienza significativa per tante persone, soci e non, ed è cresciuta nella disponibilità e nell’offerta di momenti di forte valenza spirituale, è grazie all’impegno di tutti in vari ruoli e in varie modalità. Un grazie soprattutto a Gigi Borgiani e a don Emilio Centomo per aver coordinato con grande generosità e grande impegno tutto questo movimento. A tutti il compito di continuare questa storia e di renderla sempre di più patrimonio dell’associazione a servizio della Chiesa italiana.

don Michele Pace

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