Il profeta Isaia nella lettura che apre il tempo di Avvento ricorda e prepara al senso della venuta del Signore, intesa come cambiamento radicale di ciascuno di noi: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
La venuta del Signore è attesa carica fiducia e speranza: le spade si trasformano in aratri, le lance in falci… non si farà più guerra! Ma per passare dal desiderio, dall’aspirazione alla realtà e al concreto, è chiesto di metterci alla scuola di questo Signore che viene.
Quali sono le vie e i sentieri da percorrere per camminare nella luce ed essere luce? Sono le vie delle Beatitudini e quelle della misericordia. Le prime ci trasformano dentro, cambiano il nostro stile di vita; le seconde ci indicano la relazione con gli altri, soprattutto con i più fragili, i più poveri in tutti i sensi. Coloro che attraverso la nostra povertà, la nostra mitezza… possono essere sollevati e incontrare a loro volta il Signore che viene.
Papa Francesco nella sua lettera apostolica “Misericordia et misera”, pubblicata a conclusione dell’anno giubilare, scrive, nella parte iniziale: l’anno santo è stato «un tempo ricco di misericordia, la quale chiede di essere ancora celebrata e vissuta nelle nostre comunità. La misericordia, infatti, non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre».
Buon Avvento da San Girolamo!