Con la chiusura della Porta santa in San Pietro a Roma si è concluso l’Anno santo della misericordia.
Tempo di bilanci, dunque. Le cifre vanno decisamente in secondo piano. Non conta tanto il numero di pellegrini che hanno varcato la Porta santa in tutte le periferie del mondo – come noto infatti Papa Francesco ha scelto di offrire nel modo più ampio possibile il pellegrinaggio – quanto lo spirito con cui milioni di persone hanno compiuto il gesto del passaggio cui si suppone corrispondano gesti concreti di pentimento e di misericordia. Si tratta ora di fare in modo che l’impegno di riflessione e conversione compiuto diventi per ciascuno il primo passo per restare nelle braccia della misericordia del Padre e compiere con perseveranza quelle opere così necessaria per accompagnare persone fragili o “lontane” o in ricerca.
È quindi fondamentale una prima consapevolezza: ciò che la Chiesa propone a tutti per vivere il vangelo della gioia non è qualcosa di occasionale, legato magari a momenti ed eventi particolari, ma è qualcosa di permanente. Da qui nasce la consapevolezza che operare, agire secondo misericordia può provocare continuamente non solo la nostra conversione e il nostro cammino di santità, ma occorre mettere in pratica quella cultura della cura e dell’amore sociale indicati da Papa Francesco nella “Laudato si’”. Siamo tutti di fronte alla decisione per quei piccoli gesti che possono trasformare l’uomo e il mondo. E ai piccoli gesti quotidiani di ciascuno si devono associare scelte di impegno e di testimonianza collettive in modo da amplificare i gesti, in modo da incidere più efficacemente sulla vita della chiesa e su quella sociale.
Papa Francesco sottolinea che “le questioni sociali si possono risolvere solo con reti comunitarie”. Ecco che diventa fondamentale convergere su temi e azioni che favoriscano soluzioni ampie, prospettive ricche di giustizie e di speranza. In altre parole: è importante il piccolo gesto personale, ma è urgente che ci si metta insieme ad esempio per ascoltare il grido dei poveri, per aiutare i più giovani nel cammino verso scelte coerenti, per contrastare fenomeni inquietanti (vedi gioco d’azzardo), per costruire quella coesione sociale che manca al nostro paese.
La stagione della misericordia continua; il percorso fatto in questo anno ha pulito le lenti con cui guardare l’uomo e il mondo; ha aperto le porte per parole e gesti che altro non sono che le porte per le relazioni, per l’armonia delle differenze, per la riconoscenza dell’altro, per aprire nuovi sentieri di fraternità universale.
Si è concluso anche l’anno liturgico. Il tempo di Avvento può aiutare nella conferma delle buone intenzioni. Possiamo preparare le vie per la venuta di Gesù percorrendo le vie della misericordia.
Gigi Borgiani