Il Dio Bambino ci offre subito un grande segno di salvezza e di comunione universale. Dopo i pastori ecco i magi, venuti da lontano, che cercano e trovano il Dio che viene (e resta) per tutti.
Questo carattere di universalità fa nascere in noi la consapevolezza dell’unica appartenenza alla famiglia umana. Per tutti, con tutti. Il Dio con noi non è un Dio esclusivo di un popolo, un Dio che esclude e che fa preferenze. Certo, l’incontro con questo Dio che si fa uomo è esigente, richiede capacità e volontà di cambiare strada. Un Dio che si fa dono e invita a donare non lascia indifferenti e tiepidi ma trasforma la vita. Siamo invitati ad alzarci, a rallegrarci perché anche noi – popolo avvolto nelle tenebre – «abbiamo visto una grande luce» che indica il cammino, che orienta.
Cercare, trovare, adorare, donare, cambiare strada. Sono i verbi che la festa dell’Epifania ci suggerisce per completare la conversione ispirata dal Natale e che, all’inizio del nuovo anno, spinge a rinnovare non tanto buoni propositi ma impegni decisi per una vita alla luce della Parola, fatta carne.
(nella foto, un particolare della Cappella Baglioni di Spello)