Il prossimo seminario che il Centro studi della Presidenza nazionale terrà a Casa San Girolamo di Spello, dal 21 al 23 luglio, è dedicato al tema delle relazioni tramite il quale si coglie una particolare situazione antropologica oggi: una tensione forte tra il diffondersi di un individualismo radicale e la scoperta di nuovi e più profondi legami tra tutti i viventi. Questo punto è al centro dell’enciclica Laudato si’ con la quale papa Francesco ci invita a cogliere che “tutto è in relazione” in una nuova prospettiva di ecologia integrale.
Il tema delle relazioni non è oggetto di indagine dei soli mondi teologici o filosofici, ma sta diventando interessante per altri filoni di studio che ne mostrano la decisività in controtendenza rispetto a una interpretazione individualistica del reale. Mi riferisco, ad esempio, alla crescente attenzioni del pensiero economico per i cosiddetti beni relazionali e per l’attenzione al tema della felicità non riducibile alla sola disponibilità di ricchezza materiale. Così anche l’indagine Istat mette in rilievo i dati relativi al “benessere relazionale o sociale” per descrivere la percezione della qualità della vita. La scoperta delle trame e dei legami relazionali sono molto presenti anche nella riflessione scientifica che indaga la nostra struttura biologica e neurologica. Tanti e diversi segnali indicano l’insufficienza di una prospettiva individualista che in tanti fenomeni sociali e famigliari, purtroppo, sta degenerando in forme patologiche di narcisismo fino all’esercizio di forme di violenza contro chi ferisce il proprio io, si veda il caso dei tanti femminicidi.
Il trend culturale sembra così da un lato fortemente condizionato da questa deriva nichilista-narcisista che radicalizza l’individualismo fino a produrre il suo contrario: un soggetto scisso, frammentato, estraneo anche a se stesso; dall’altro è attraversato da una sempre più diffusa riflessione controcorrente e inusuale che rilancia “legami buoni”, pratiche di dialogo, cultura dell’incontro come vie di vita, felicità, umanizzazione contro processi di implosione e autodistruzione. Da queste linee di pensiero alternativo può nascere un vero cambiamento alla cui base sta la semplice affermazione rivoluzionaria “per chi vivere?” al posto della domanda che alle fine chiude l’io in se stesso: “chi sono io?”.
L’io che cerca infinitamente se stesso rischia infatti di smarrirsi in un mondo di specchi che lo chiudono in immagini sempre parziali e virtuali, l’io che si apre alla realtà/alterità scopre di sé possibilità impreviste.
Semplice affermazione – dico – ma non banale… La sofferenza legata ai fenomeni familiari, affettivi in senso lato, e sociali di decomposizione per effetto dell’autoreferenzialità è tema delicato da affrontare, mette in gioco storie faticose, percorsi lunghi e vie di risalita non scontate nei tempi e negli esiti. La loro trattazione chiede capacità di ascolto, di accoglienza, di rielaborazione, pratiche di cura dei legami quali anche un vissuto associativo e comunitario oggi può di nuovo offrire freschezza. Ma tale snodo chiede anche luoghi e tempi di approfondimento culturale , di consapevolezza matura dello scenario dentro il quale ci muoviamo e che non è determinato esclusivamente da fattori personali, ma ha radici profonde. Senza esaurire il complesso quadro richiamato, il prossimo seminario del centro Studi a Spello nel mese di luglio, con l’intervento esperto del prof. Roberto Mancini, affronterà proprio questo tema: un piccolo contributo per una grande sfida.
Valentina Soncini