«Giuseppe destatosi prese con sé il bambino e sua madre, nella notte fuggì in Egitto» (Matteo 2,13).
Si appena nati e già incominciano le grane. Pare impossibile come sia difficile vivere su questa povera terra! Ed ora Gesù è solo sulla pista amara e stanotte forse non troverà nemmeno una grotta per ripararsi dal freddo. E Matteo continua: «Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi». Sembra impossibile che si possa giungere a simili efferatezze. Questo è il potere e non c’è limite alla sua prepotenza.
M’immagino che notte! L’urlo nella notte delle povere madri! L’orrore del sangue innocente! Perché? Maria dimmi tu qualcosa. Tu sei nella sofferenza ed Erode è là sul trono. Il potere, e non te, domina la storia. Com’è possibile cantare il tuo Magnificat? Eppure, eppure non è così! Perché proprio lui il potere, è stato beffato. È forse riuscito nel suo intento di uccidere Gesù? Ma gli altri? Il sacrificio di tanti innocenti? Intanto possiamo dire che hanno combattuto la loro battaglia, assolto la loro missione. Questo è ciò che conta. L’ora della morte non ha importanza. Ciò che ha importanza è compiere la nostra missione.
I potenti non hanno fatto deviare la storia della salvezza, hanno solo tentato di farlo e i loro «pensieri sono stati dispersi». Sì Maria anche stasera canta il tuo Magnificat, sulla pista amara dillo in pienezza, dillo perché anche stasera sei coinvolta nel grandioso disegno di Dio e nessuno può toccarti se Dio non vuole. Dillo, perché nessuno può toccare il tuo Gesù anche se così piccolo e così debole. Dillo, dillo perché la storia è in mano a Dio e non agli uomini.
Carlo Carretto