Dal 2 ottobre 2010 l’Azione Cattolica Italiana ha scelto un luogo dove poter sognare!
Un luogo in cui rallentare il passo e abbassare la voce, dove nella semplicità aprire il cuore e la mente e riassaporare la fraternità. Casa San Girolamo è tutto questo per l’Azione Cattolica Italiana.
Lo sanno bene i fidanzati che si sono dedicati un weekend a casa San Girolamo prima del loro matrimonio o le giovani coppie che sono tornati a Spello per provare a comprendere pienamente il dono ricevuto.
Lo sanno bene gli adulti e i giovani che si sono dedicati giorni per pregare la Parola di Dio, accompagnati dalla fraternità di un assistente e dalla cura di un gruppo di volontari.
Lo sanno bene gli adultissimi che si sono incontrati per unire spiritualità ed arte.
Lo sanno bene coloro che a Spello hanno provato a ripensare una presenza significativa nella società.
Lo sanno bene i tanti gruppi che in viaggio verso Assisi hanno pensato di fermarsi sulla tomba di Carlo Carretto per “prendere fiato” e ricaricarsi!
Lo sanno bene coloro che durante “Le conversazioni di Spello” hanno ascoltato e condiviso parole significative e coraggiose.
Lo sa benissimo la Presidenza nazionale che sceglie Casa San Girolamo per riunirsi quando c’è bisogno di pensare e pregare qualcosa di particolarmente importante per tutta l’associazione.
In questi dieci anni, grazie al lavoro silenzioso di tanti, Spello è diventato il cuore spirituale della vita associativa. Ecco perché vogliamo prepararci a vivere, il prossimo 4 ottobre, il decennale dell’apertura di casa San Girolamo. La presidenza nazionale ha il desiderio grande di dedicare un intero anno per rileggere e, soprattutto, rilanciare la proposta di Spello. Un tempo per dirci quanto bene ha fatto e quanto ancora ne farà. Un tempo per riscoprirlo nuovamente come luogo in cui vivere un’autentica spiritualità laicale.
Fino al 4 ottobre, a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, la casa non sarà abitata stabilmente e non ci saranno eventi organizzati, ma certamente ci sarà qualcuno che si prenderà cura della casa e soprattutto qualcun’altro che passerà da fratel Carlo e gli affiderà le nostre preghiere più coraggiose! Logicamente non appena le norme sanitarie ce lo permetteranno la porta di Casa San Girolamo tornerà ad essere spalancata!
Siamo certi che il chiostro di San Girolamo continuerà a far battere il cuore di molti… dopotutto fratel Carlo e la sua profezia, come seme fecondo piantato in quella terra benedetta, rimarranno sempre una provocazione per tutti noi!
Archivi autore: gianni
Charles de Foucauld presto santo: un approfondimento sulla figura che ispirò Carlo Carretto
Fratel Charles, da mistico e contemplativo, ci riporta alla consapevolezza che esistiamo, pensiamo, amiamo, ci muoviamo sempre in Dio anche quando non ci ricordiamo, e che l’uomo non può essere esaustivo in se stesso. Oggi anche noi cristiani, trascurando spesso la dimensione mistica e contemplativa della vita, crediamo che tutto inizi e finisca con la nostra esistenza. C’è, quindi, l’urgenza di rendere visibile Dio nella storia, attraverso la testimonianza, vivendo secondo Gesù Cristo e il suo Vangelo.
La figura di De Foucauld in un articolo del Sir: https://www.agensir.it/chiesa/2020/05/31/fratel-charles-de-foucauld-il-volto-umano-di-dio/
Chiedetevi se amate…
Come faccio a vivere come Gesù? Come faccio ad avere il coraggio di soffrire e di morire d’amore come Cristo stesso? Io così falso, così ingiusto, così avaro, così pauroso, così egoista, così orgoglioso?
Ora capisco perché Paolo ebbe tanta forza di espressione quando giunse al punto esatto del problema spiegandosi con i Corinzi. «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, sono un nulla» (1Cor 13,1-2).
Ecco dove sta il vero problema: io corro il pericolo di essere un nulla perché non so amare.
Non chiedetevi più se credete o non credete in Dio, chiedetevi se amate o non amate.
E se amate, non pensate ad altro, amate. E amate sempre di più fino alla follia, quella vera e che porta alla beatitudine: la follia della Croce, che è cosciente dono di sé e che possiede la più esplosiva forza di liberazione dell’uomo.
Che questa follia d’amore passi attraverso la scoperta della propria povertà, quella vera, quella di non saper amare, è un fatto. Ma è anche un fatto che quando giungiamo a questo limite invalicabile dell’uomo, interviene tutta la potenza creativa di Dio che non solo ci dice: «Io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5), ma aggiunge: «Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26).
Ed è per questo che quando amiamo sperimentiamo Dio, conosciamo Dio e il dubbio sparisce come nebbia al sole.
Carlo Carretto
Settimana Santa e Pasqua al tempo del coronavirus. Torna l’invito di Carretto: “il deserto nella città”
Strana questa quaresima, avvolta dalle tenebre di una realtà imprevedibile, ha assunto più i connotati della quarantena che quelli di una “normalità” tra tradizione e buoni propositi.
Sono saltati tutti i programmi: personali, di comunità, associativi.
Pensiamo al nostro “polmone spirituale”. Anche Casa San Girolamo è stata messa in quarantena. Chiusa per virus. Quanto volte abbiamo condiviso una delle parole più incisive di fratel Carlo Carretto: “deserto”, “fare deserto nella città”! Siamo stati messi alla prova. Abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare un modo nuovo per recuperare il tempo favorevole della quaresima. Tempo per lasciarci riconciliare con Dio e ora quanto mai tempo per riconciliarci con il limite, con la sofferenza, con la reciprocità che oggi più che mai ci segnala che non siamo soli, non camminiamo da soli. Un tempo propizio per recuperare quelle relazioni delle quali tanto parliamo e che spesso non facilitiamo per pigrizia, perché non è mai il momento, perché ci sono sempre mille cosa da fare, perché non riusciamo a trovare lo spazio per aiutarci a fare delle scelte che ci aiutino a crescere, che aiutino a fare della nostra vita un segno di testimonianza.
C’è un po’ di malinconia, di tristezza nel non potere accogliere, incontrare, accompagnare, pregare, crescere insieme, condividere nel luogo ormai diventato caro per molta parte dell’associazione.
Ma è Pasqua! Non c’è tempo per recriminare. Forse il clima della pandemia ha rallentato o ha influenzato negativamente il nostro cammino verso Gerusalemme. Ma se abbiamo valorizzato questo tempo di quarantena forzata troveremo ancora più gioia nel Risorto; si apriranno nuove strade di fraternità, di incontro.
Torneremo a Casa San Girolamo guidati da una storia decennale, rinforzati dai tanti volti che si sono incontrati, incoraggiati.
“È l’amore di Cristo che ci ha portato in questa casa. La santità di ciascuno è legata alla santità degli altri. Non siamo venuti qui per lo scenario, l’architettura, l’aria fresca, la vita in campagna e l’amicizia umana. Siamo venuto qui per essere santificati dallo Spirito: anzitutto come individui ma anche come comunità. Siamo venuti qui perché Dio possa vivere in noi, perché la grazia di Dio e il costante contatto giornaliero reciproco ci dia le basi per sapere ciò che siamo, ciò che sono tutti gli uomini, perché possiamo apprendere la pazienza e l’altruismo, perché possiamo essere pervasi da quella umiltà e da quella mutua sopportazione senza le quali è impossibile ascendere alle vette della contemplazione” (Thomas Merton).
Guardando con fiducia al futuro, ecco anche queste poche righe di fratel Carlo:
“Se l’uomo non può raggiungere il deserto, il deserto può raggiungere l’uomo. Ecco perché si dice ‘fare il deserto nella città’. Non staccare il concetto di deserto dai luoghi frequentati dagli uomini, prova a pensare e soprattutto a vivere questa espressione veramente esaltante ‘il deserto nel cuore della città’. Sì, dobbiamo fare il deserto nel cuore dei luoghi abitati” (C. Carretto, Il deserto nella città).
Santa Pasqua.
Gigi Borgiani
In cammino, fuggendo alla logica della prestazione per entrare in quella della relazione
“Si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9): questa la Parola con cui ha avuto inizio il week-end di spiritualità di Casa S. Girolamo guidato da don Marco Ghiazza dal 28 febbraio al 1° marzo. Tre giorni di condivisione per iniziare il tempo di Quaresima – prima che arrivasse il decreto del Governo che definisce tutta l’Italia “zona protetta” per via del coronavirus Covid-19 – riscoprendo il valore contenuto nella scelta di mettersi in cammino, fuggendo alla logica della prestazione per entrare in quella della relazione.
Passi da fare, quindi, ma senza la presunzione o l’inquietudine di doverli compiere da soli, noi, rocce friabili come si è riconosciuto Pietro (Lc, 22), capaci di cose grandi solo se appoggiati alla vera roccia.
Nella giornata di sabato, attraverso le azioni del Padre misericordioso (Lc 15) abbiamo meditato sul significato della giustizia, riscoprendo che anche la bontà è una via per ristabilire l’equilibrio tra le parti e che il conto da fare a volte è solo quello dell’amore che desideriamo mettere a disposizione. Anche in questo caso non ci viene chiesto di conoscere tutta la strada da percorrere, ma di andare alla ricerca di quel di più, il magis in grado di farci compiere ogni giorno un nuovo passo verso il raggiungimento di un’esistenza colma di bene e di significato.
Il paradigma rimane quello della libertà, in cui non ci viene chiesto di aderire a un’altrui volontà rinunciando alla propria, ma di chiedere a Colui che vede un po’ più in là di aiutarci a scorgere, giorno dopo giorno, nuovi pezzi di un orizzonte che già desideriamo.
Sara Aurigi
NOTA – Come già segnalato, gli altri week-end di Quaresima a Casa San Girolamo sono disdetti