Archivi categoria: Esperienze

Bibbia, pietà popolare e passione per la città


Interpellati da un tema indubbiamente curioso e stimolante siamo giunti da diverse parti d’Italia in quell’oasi benedetta che è il complesso di San Girolamo a Spello per il week-end quaresimale del 5-7 aprile. Tema: “Una spiritualità popolare e generativa: dalla pietà popolare alla passione per la città”, guidati da don Fabrizio De Toni.
Ci siamo subito reciprocamente accolti e in qualche modo “riconosciuti” come se tutti ci conoscessimo da tempo: questa è una delle grazie di quel luogo ancora così intriso di memoria e di preghiera.
Sollecitati da una domanda – come una città può diventare un kosmo partendo dal Kaos? –, le risposte le abbiamo cercate insieme attraversando diversi episodi biblici (Gn 11,1-9 / Isaia 26,1-6 / Atti 2) per scoprire che le città fondate sul potere umano e sulla chiusura sono destinate a scomparire (Babele), mentre quelle che sono “invase” dai diversi popoli riescono nonostante le diversità a capirsi benissimo (Pentecoste). Lo sguardo consolante è giunto poi dalla lettura dell’Apocalisse dove la visione della Gerusalemme celeste ci dona la conferma che già qui e ora possiamo costruire città inclusive e generative.
Essere persone capaci di generare (non solo biologicamente) è stato il tema che ha attraversato l’anno formativo per gli adulti di Azione cattolica. Per facilitarne la comprensione sono stati suggeriti alcuni verbi: partorire, prendersi cura, lasciare andare.
La pietà o la mistica popolare possono essere un valido aiuto perché nelle nostre realtà locali si possa diffondere in maniera semplice la autoevangelizzazione. Anche se non scevra da pericoli di devozionalismo esasperato che può rasentare la superstizione, la spiritualità popolare può essere vissuta come un antidoto all’intellettualismo, come una forma di difesa del sistema immunitario.
Riconoscere e accompagnare queste forme di pietà popolare (dando ad esse dei contenuti formativi) può essere un modo che consente al popolo di Dio di evangelizzare se stesso. La pietà popolare può diventare così un canto di speranza che fa’ sentire Dio più vicino all’uomo.
Abbiamo vissuto questi pochi giorni di ritiro quaresimale in un grande clima di fraternità, condividendo le rispettive riflessioni ma anche esperienze di vita dolorose. Nasce così spontanea quella confidenza di cuore che non in tutti i luoghi è dato sperimentare.
La magia del chiostro illuminato nella notte da piccole luci tremolanti ci ha consentito di vivere in maniera molto partecipata un’intensa Via Crucis che è stata una prima sintesi possibile fra pietà popolare, Vangelo, e magistero della Chiesa (Laudato si’) per ripartire più consapevoli verso la città che ci attende.

Carla e Nina

“La lotta e la brezza tra il Carmelo e l’Oreb. In cammino con Elia”: week-end guidato da don Marco Ghiazza


“La lotta e la brezza tra il Carmelo e l’Oreb. In cammino con Elia”: è il titolo del week-end di quaresima che si è tenuto nei giorni 29-31 marzo a Casa San Girolamo di Spello. A guidare la riflessione, per un nutrito gruppo di partecipanti, l’assistente Acr don Marco Ghiazza.

Di seguito proponiamo la testimonianza sul fine settimana che abbiamo chiesto a Laura Dadone.

«Elia è da subito uno di noi, un personaggio un po’ esuberante, non troppo in ascolto del Signore, ma che dice di agire e di parlare in nome Suo, pronto a lanciare sfide e a pregare Dio di assecondarle, prima sul Carmelo e poi sull’Oreb. Ci siamo così interrogati su quale potrebbe essere il vero obiettivo della lotta per noi e quali siano gli idoli da riconoscere e combattere. Ritroviamo un Dio che ci parla adottando il nostro stato d’animo, con modi che sarebbero i nostri, con una sensibilità e un tatto tipico dei genitori che accudiscono i propri figli. La via del discernimento porta Elia a fare un cambio radicale, al momento del suo rapimento, scopriamo un personaggio che si mette in ascolto di Dio, che ne riconosce il ruolo centrale e che è consapevole che certe questioni non dipendono da lui. Il cammino di Elia dura una vita intera ed è graduale, caratterizzato da fraternità, accompagnamento e maturazione interiore. Si trova una grande pace nell’interiorizzare che anche noi siamo in continuo cammino e che fratel Carlo Carretto continuerà a pregare per la nostra fede. Un grazie a chi ci ha accolto a Casa San Girolamo, a don Marco, ai compagni di viaggio e alla famiglia dell’Ac».

Week-end di quaresima con don Mario Diana: “Rigenerati da un sguardo”. Gli incontri di Gesù nel Vangelo di Luca


È iniziato la sera di venerdì 22 marzo a Casa San Girolamo il week-end di spiritualità guidato da don Mario Diana sul tema: “Rigenerati da uno sguardo. gli incontri di Gesù nel Vangelo di Luca”.
Il primo momento ci ha portato a riflettere su due primi sguardi, tra i tanti, che hanno incrociato Gesù: gli occhi di Marta e Maria presenti nelle nostre riflessioni di questo anno associativo, incontrano in maniera diversa ma complementare lo sguardo del Maestro, dell’amico, dell’ospite che accolgono nella loro casa di Betania.
Marta e Maria ascoltano, accolgono e “servono” Gesù.
Altri sguardi: quello di Gesù che invita Pietro a gettare le reti; quello di Pietro è uno sguardo sfiduciato, stanco, anche un po’ preoccupato. Ma Gesù compie il “miracolo”, si manifesta, accoglie la sfiducia di Pietro e dei suoi amici; sconvolge la loro vita. Lo sguardo dei discepoli si rasserena ed è ed essi sono pronti a “guardare oltre” per servire , come Marta e Maria… E noi sappiamo aprire in maniera nuova i nostri occhi?

Valentina

 

Via crucis, nel chiostro, accompagnata dal Vangelo di Luca: “La fede è un rischio d’amore. I calcoli li lasciamo alla matematica”

 

“Conformati a Cristo: la misura alta della vita quotidiana”: secondo week-end di Quaresima con don Ugo Ughi


Dal 15 al 17 marzo secondo week-end di Quaresima a Casa San Girolamo. Venti adulti si sono confrontati sul tema “Conformati a Cristo: la misura alta della vita quotidiana”, guidati da don Ugo Ughi. Un fine settimana intenso, partecipato, piacevole, di forte spiritualità.
Di seguito la testimonianza di Alessandra, di Ravenna. “La mia prima esperienza a San Girolamo. Una bella accoglienza, stile famiglia, semplice ma proprio per questo l’ho apprezzata molto. Don Ugo con le sue riflessioni mi ha arricchita sulla Parola di Dio. Ancora una volta ho capito che conformarsi a Cristo e rispondere alla chiamata di santità non è una faccenda privata, anzi: camminando insieme si rende la società più umana. Con l’aiuto fraterno è meno faticoso il cammino per diventare generatori di speranza cristiana. Grazie per questo monastero, ‘polmone spirituale’ dell’Azione cattolica”.

Qui invece le parole di Cosimo Vincenti: “Il gruppo di Azione cattolica della mia parrocchia di San Pier Damiano di Ravenna, mi ha proposto di trascorrere il fine settimana del 15-17 marzo, quale ritiro quaresimale, in un week-end spirituale a tema presso Casa di San Girolamo. Argomento della due giorni era ‘Conformati a Cristo. La misura alta della vita quotidiana’. All’arrivo presso la struttura la prima meraviglia è stata l’accoglienza. Uomini e donne dell’Azione cattolica, provenienti da diverse parti d’Italia, quali volontari, ci hanno accolto facendoci trovare e sentire , fin da subito, a nostro agio. La struttura ricettiva ha da subito colto il mio entusiasmo e il mio giudizio positivo. Guida spirituale è stato don Ugo Ughi, il quale ha saputo guidarci con citazioni dal Vecchio testamento e del Vangelo nel delicato tema di conformazione a Cristo. Personalmente ritengo gli insegnamenti ricevuti, i momenti di preghiera e di convivialità e di scambio, tra tutti i partecipanti all’evento, volontari compresi, un arricchimento culturale e umano da condividere. Momenti chiave della giornata: la conferenza a tema, la preghiera, gli ottimi momenti di ristoro a colazione, pranzo e cena, lo spirito amichevole tra i convenuti e i momenti di assemblea serali dopo cena a dibattito libero e conoscitivo per i partecipanti oltre che di scambio dei propri vissuti esperienziali nelle parrocchie di provenienza”.

Week-end per giovani coppie di sposi: l’uno accanto all’altro, ma soprattutto aggrappati a Cristo


Scriviamo così, a botta calda, con i corpi stanchi ma il cuore ricolmo di gratitudine. Sì, perché i week-end spirituali per giovani coppie di sposi non sono frequenti. Se poi in poco più di due giorni incontri coppie sposate, giovani, che come te sono in cammino, la rarità diventa occasione unica.
Ci siamo ritrovati a Spello, a Casa San Girolamo, dall’8 al 10 marzo, 10 coppie e il titolo di un incontro che lasciava pensare a sdolcinatezze a non finire: “Al chiaro di luna: l’amore riletto sotto una luce speciale”.
Per noi era la prima volta a Spello e come abbiamo potuto imparare da altre esperienze simili non è mai come ti aspetti. Difatti le sdolcinatezze ci sono state, ma hanno preso la forma dei fantastici dolci preparati da Rita e Stefano perché poi, il resto, è stato un confronto profondo, cuore a cuore tra noi coppie e il Signore sul tema del “per sempre”: e il gioco si è fatto “duro”.
Duro perché è strano ritrovarsi a poco tempo dal matrimonio, quando hai ancora la grazia in circolo del Sacramento e lo dai per scontato, a parlare del per sempre; duro perché anche se sembriamo giovani e forti ogni coppia ha portato con sé e nella condivisione con gli altri la bellezza della fragilità, della difficoltà vissute con coraggio, fede e affidamento totale all’altro e a Cristo.
È stato bellissimo avere avuto la grazia di vivere questi giorni dove non abbiamo staccato la spina ma l’abbiamo attaccata più in profondità per ricaricarci; è stato bellissimo condividere con gli altri le vite di giovani mariti e mogli che si avvicendano tra piatti da lavare e camicie da stirare. È stato ancora più bello condividere i nostri sogni e le nostre difficoltà e accorgersi che non siamo soli a camminare ma sparse per l’Italia ci sono giovani famiglie che giorno dopo giorno danno vita a dei pezzetti di Regno di Dio su questa terra. È stato bello contemplare la bellezza delle altre coppie, vedere i gesti d’amore e le delicatezze di cui sono capaci i mariti, ammirare la forza di giovani mogli di moltiplicarsi per la famiglia, il lavoro e il servizio.
Ci siamo donati l’un l’altro facendo tesoro e ricchezza delle esperienze degli altri e abbiamo fatto ordine nel cammino percorso fino ad ora rimettendo a fuoco le motivazioni che ci hanno spinto verso la scelta coraggiosa del matrimonio.
Infine abbiamo rinnovato le promesse matrimoniali, questa volta più consapevoli perché hanno già toccato con mano quanto la vocazione matrimoniale può essere difficile: si è sempre in due.
Torniamo a casa grati per questo tempo che il Signore ci ha donato di vivere con la consapevolezza che non siamo soli e che altri come noi rimangono “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia” .

Claudia e Juri