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Presidenza nazionale a San Girolamo: “Con la P maiuscola – La spiritualità della politica”

La Presidenza nazionale di Azione cattolica ha vissuto un week end di approfondimento e di riflessione dal titolo “Con la P maiuscola – La spiritualità della politica” il 7 e 8 luglio presso casa San Girolamo di Spello. Momenti come questo danno la possibilità di fermarsi per studiare, mettersi in ascolto e confrontarsi su tematiche importanti per la vita dell’associazione.
Accompagnata e guidata della relazione del prof. Vincenzo Rosito, la Presidenza nazionale ha condiviso opinioni, idee e domande per continuare a comprendere in quale modo la politica oggi viene vissuta da chi si impegna in prima persona e dalla comunità e come la fede si inserisce in questo ambito.
Per concretizzare il tutto, la Presidenza è stata aiutata dalle testimonianze di alcuni soci che hanno deciso di investire la loro vita nella politica. Ognuno di essi ha raccontato il proprio impegno politico rispondendo a due domande: come la fede di ciascuno e la formazione in Azione cattolica hanno aiutato a vivere l’impegno politico e come ciò ha interrogato il proprio cammino di fede. Domande intense e profonde, dalle quali sono emerse risposte che hanno allargato la riflessione, dando ulteriori spunti per continuare ad essere un’Azione cattolica che legge con occhi attenti la realtà in cui si è immersi e che vive pienamente la quotidianità testimoniando il Vangelo del Signore.

La presidenza di Ac, riunita a San Girolamo, in maglietta rossa per #fermarelemorragia di umanità


Anche l’Azione cattolica aderisce all’appello di don Ciotti, Libera e altre realtà: indossare oggi, 7 luglio, “una #magliettarossa per #fermarelemorragia di umanità”, per “un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà”.
“Rosso è il colore che ci invita a sostare – si legge nell’appello che sta mobilitando decine di migliaia di persone, assieme ad associazioni, movimenti, realtà del volontariato e del terzo settore –. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori”.
“Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini”.

Sacerdoti al servizio dell’Ac: tre giorni di fraternità e riflessione a Spello. “Accompagnare il camminare insieme”

“L’Ac per i laici è una scuola specializzata di sinodalità. L’Ac per i preti è un master di specializzazione in ascolto”. Con queste parole di mons. Sigismondi si sono conclusi i tre giorni (18-20 giugno) dedicati agli assistenti regionali presso Casa San Girolamo a Spello. Tre giorni in cui ci si è ritrovati insieme, assistenti nazionali e regionali, per riflettere a partire dal tema “Accompagnare il camminare insieme”. Ci siamo chiesti come assistenti come accompagnare il discernimento comunitario che l’associazione cerca di vivere attraverso i diversi organismi di partecipazione.
Il percorso è stato scandito da tre momenti di riflessione. Il primo di questi è stato guidato da Giuseppe Notastefano, vicepresidente per il settore adulti di Azione cattolica, il quale ha illustrato il senso e il valore degli organismi di partecipazione nell’oggi dell’associazione, della Chiesa e della società. Un secondo momento di riflessione è stato guidato da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio per la Pastorale vocazionale della Cei, che ha puntato la sua attenzione sul ruolo del presbitero all’interno di questi luoghi e in vista di un discernimento comunitario. Don Michele si è soffermato sugli ostacoli e sugli aiuti che il presbitero può avere sia a livello personale sia a livello comunitario nel vivere questo ministero. Il terzo momento di riflessione, invece, ha visto come protagonista mons. Sigismondi, assistente generale di Ac, che ha fatto sintesi delle riflessioni condivise rilanciando provocazioni e piste di lavoro per gli assistenti dell’associazione.

Il percorso di riflessione, però, è stato impreziosito da due componenti importanti. Anzitutto la fraternità profonda vissuta tra noi presbiteri che, sebbene provenienti da diversi contesti, ci siamo ritrovati attorno all’unica passione per la Chiesa e per l’Ac. Tale fraternità è stata caratterizzata soprattutto da una comunicazione profonda che spesso è andata al di là della semplice condivisione delle fatiche pastorali, ma è giunta a toccare le gioie e le fatiche della vita di ciascuno di noi favorita da un’accoglienza delicata l’uno dell’altro. Un’altra dimensione che ha arricchito questa esperienza è stata sicuramente quella della preghiera e dell’ascolto della Parola. In maniera particolare siamo stati accolti per un intero pomeriggio dalle monache clarisse di S. Lucia in Foligno per vivere un momento di ritiro sui passi del profeta Abacuc, per poi condividere insieme con la comunità ospitante la preghiera del vespro.
Insomma tre giorni indimenticabili. Tre giorni in cui abbiamo rinnovato come assistenti la gioia di metterci a servizio dell’Ac e, attraverso di essa, della Chiesa. Tre giorni per ricaricare le batterie della nostra vita di chiamati. Tre giorni in cui ci siamo detti l’un l’altro: è bello essere preti!

Il Collegio centrale assistenti