Abbiamo vissuto a Spello, praticamente in diretta, al crollo del ponte Morandi di Genova. Quando torneremo in città, come tutti, come tanti, non lo vedremo più. Il ponte che univa le grande Genova che si sviluppa da levante a ponente, la via del commercio ligure e di parte del nord, la via della normalità, la via del turismo… ora è monca. Tra le tante notizie e i tanti commenti, corredati dalla immancabili polemiche, accuse e speculazioni di parte si resta sorpresi, stupefatti, increduli. Un pezzo di storia se ne va portando con se “vittime per caso”.
Di fronte a questa tragedia tra le tante suggestioni scegliamo il silenzio, la preghiera dinanzi al mistero. E la speranza. Speranza di passare oltre, costruendo ponti che favoriscano non solo il passaggio ma costruiscano dialogo, rispetto, responsabilità. E soprattutto ponti di relazioni capaci di risvegliare una politica per l’uomo e non per gli interessi, una politica che sia davvero per la dignità.
Ci sarà un altro ponte, un altro collegamento ma quello che più ci sta a cuore è il collegamento tra persone, la voglia di coesione sociale, di progredire insieme.
E l’Ac ancora una volta può essere ponte per costruire futuro. In questi giorni a San Girolamo abbiamo vissuto dolore ma anche fraternità. Non si contano le telefonate e i messaggi che ci hanno raggiunto da tantissime associazioni diocesane, da tantissimi amici che hanno manifestato solidarietà, vicinanza nella preghiera. Ancora una volta abbiamo toccato con mano e sentito forte il cuore dell’associazione che sa farsi vicina, unita per il bene di tutti. Siamo qui come “amici di Carlo Carretto” e ancora una volta non ci siamo sentito soli ma accompagnati, vegliati, incoraggiati.
Grazie
Gli amici genovesi di Casa San Girolamo