Archivio mensile:Marzo 2018

Passare! Ma come? Pasqua e primavera si intrecciano

A partire dal Concilio di Nicea (325 d.C.) la Pasqua viene celebrata nella domenica seguente al primo plenilunio di primavera. La Pasqua, come noto, ha radici antiche che troviamo nell’Antico testamento: dall’offerta di primizie che i pastori nomadi facevano in primavera per propiziarsi le divinità della natura si è passati alle festa per l’uscita dall’Egitto: è questo l’evento fondante del “popolo di Dio”.
Pasqua è diventato termine che indica “passaggio”. È il passaggio di Dio nella storia; il passaggio del Mar Rosso verso la liberazione, il passaggio di Gesù a Nazaret, il passaggio dalla morte alla risurrezione – alla vita – di Gesù. Se vogliamo anche il passaggio di consegne di Gesù a Pietro e di conseguenza alla sua Chiesa, quella Chiesa che oggi noi viviamo come prolungamento della risurrezione coinvolti in una esistenza che deve essere segno e annuncio dell’evento-ragione della nostra stessa esistenza.
Fare memoria della Pasqua non è una osservanza ma ancora una volta è vivere il mistero della incarnazione e della risurrezione di Cristo e viverlo nella storia. Perché non si tratta di vivere “religiosamente” e singolarmente il nostro essere credenti ma di incarnarlo nella quotidianità come comunità, come Chiesa.
Pasqua come passaggio è quindi occasione per passare a vita nuova, risorta. Facile a dirsi!
La primavera richiama il rifiorire, il rinnovamento che per ciascuno può essere revisione, risveglio.
Come?
1. Intanto ripartiamo dalla contemplazione. Contemplare il mistero di Cristo senza separarlo dalla storia. Fratel Carlo Carretto ci direbbe: vivete il deserto nella città!
2. Confrontarsi con le povertà del mondo… e la nostra?
3. Confrontarsi con la carità. Volontariato o discepolato? Opere di misericordia o Misericordia? Solo gesti o anche “pensiero”, cultura?
4. Guardarsi intorno, alzare lo sguardo e scegliere impegni per la cura della casa comune. Già fatto? Facciamolo meglio perseguendo uno stile comunitario.
5. Non vivere da soli ma creare spazi e luoghi di fraternità.
Non è un pentalogo o una ricetta. Solo un invito a vivere la primavera pasquale con una consapevolezza rinnovata ma soprattutto condivisa e rivolta ad un mondo spesso distratto e lontano
Santa Pasqua da San Girolamo

la ruota del carretto

Presidenza Ac a San Girolamo: ritiro in preparazione alla Pasqua. La vita di Mosé indica cinque “dimensioni” della vita

La Presidenza nazionale di Azione cattolica si è ritrovata a Casa San Girolamo a Spello dal 23 al 25 marzo per il consueto ritiro spirituale in preparazione della Pasqua.
Accompagnati dalle riflessioni del vice assistente nazionale, don Antonio Mastrantuono, le meditazioni bibliche si sono concentrate sulla figura di Mosè, servo del Signore, uomo di Dio.
Mosè rappresenta il collegamento della tradizione del popolo ebraico e il cammino nella fede in Gesù, nuovo Mosè.
La vita di Mosè è un progressivo e battagliero combattimento interiore per riconoscere la presenza del Signore nella storia umana. La storia di Mosè aiuta noi cristiani, noi fedeli laici, a vivere cinque importanti dimensioni della vita. Il servizio alla promozione umana, il servizio alla responsabilità, il servizio alla preghiera di intercessione, il servizio alla consolazione e infine il servizio alla Parola.
Se riflettiamo attentamente, Gesù ha raccolto l’eredità di Mosè e l’ha completata trasmettendo ai suoi discepoli e a noi la presenza di un Dio che ama e che è misericordioso. Come ci ricorda papa Francesco il cammino dei credenti in Gesù è un dedicare la vita nella “trama della fede e l’ordito del servizio”. [L.T.]

Spello: a due passi da San Girolamo l’antica e splendida “Villa dei Mosaici” inaugurata il 24 marzo

È stata inaugurata sabato 24 marzo la “Villa dei Mosaici di Spello”. “Con quasi 500 metri quadrati recuperati, la Villa dei Mosaici è una delle scoperte archeologiche più straordinarie dell’Umbria”, visitabile nella nuova struttura museale, moderna e multimediale, spiega una nota del Comune.
“Unica nel suo genere, la residenza di età imperiale conserva ancora oggi raffinati pavimenti a mosaico e tracce di affreschi e stucchi alle pareti”. La struttura “permette di esplorare tutto il fascino di questa antica villa con ricostruzioni in 3D, postazioni multimediali e App dedicata”.
La Villa dei Mosaici di Spello fu scoperta nel luglio 2005, appena fuori le mura di Spello, in località Sant’Anna, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico. “Dalla terra affiorarono resti di un mosaico antico, che diedero il via alle operazioni di scavo e, a seguire, al minuzioso restauro, portando alla luce una villa di grandi dimensioni”. Un accurato lavoro, svolto in sinergia da ministero dei Beni culturali, Regione Umbria, Soprintendenza ai beni archeologici dell’Umbria e Comune di Spello.
La Villa dei Mosaici di Spello – visitata lo scorso anno, in fase di allestimento, anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – “si trovava lungo un ramo secondario della Via Flaminia, che da Roma arrivava a Rimini attraversando l’Umbria. I venti ambienti riportati alla luce sono pertinenti al settore centrale della villa, per una superficie totale di circa 500 metri quadrati. Di questi ambienti, dieci conservano pavimenti a mosaici policromi di grande bellezza, con motivi geometrici e figurati”. Tra le stanze spicca l’ampio triclinio, la sala dei banchetti, con al centro del pavimento una scena di mescita del vino.

Il sindaco di Spello, Moreno Landrini, ha dichiarato: “La Villa dei Mosaici è una scoperta archeologica che arricchisce la città di Spello di un ulteriore prezioso tassello per la ricostruzione della sua antica storia. Ritrovare una villa romana è sempre un evento straordinario, ma nel caso di Spello lo è ancora di più, sia per la qualità e la dimensione, che per lo stretto rapporto con la città”.
Insomma, una ulteriore e irrinunciabile proposta culturale per venire a Spello, bella e antica cittadina collocata ai piedi del Subasio, tra le splendide colline umbre, e per stare a Casa San Girolamo, per qualche ora o qualche giorno, regalandosi una sosta nutrita da Bibbia, spiritualità, cultura e amicizia.

Piccoli Fratelli di Jesus Caritas: “A causa di Gesù e del Vangelo. Tra contemplazione e vita concreta”. Nuovo libro Ave

A firma dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, e con riflessioni di fratel Grabriele Faraghini, oggi sempre Piccolo Fratello e anche rettore del Seminario maggiore di Roma, l’Ave pubblica “A causa di Gesù e del Vangelo”.
I Piccoli Fratelli di Jesus Caritas sono un ramo della famiglia religiosa che si rifà alle intuizioni del beato Charles de Foucauld, e articolano la propria giornata tra preghiera liturgica e adorazione eucaristica, tempi di solitudine, spazi di lavoro e servizi pastorali.
Le loro comunità si trovano sia in Italia, con priorato all’Abbazia di Sassovivo a Foligno, sia all’estero: a Nazaret i Piccoli Fratelli sono custodi del piccolo convento che fu dimora di frère Charles e che oggi ospita pellegrini da tutto il mondo per un tempo di raccoglimento e preghiera.
La spiritualità della Fraternità viene raccontata attraverso immagini ed esperienze di vita individuale e comunitaria: preghiera, Eucaristia, tempi di deserto e di fraternità, povertà e, nel contempo, la conduzione di una vita assolutamente ordinaria.
Un’esperienza religiosa che per i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, sull’esempio di frère Charles de Foucauld, attinge alla dimensione contemplativa, ma s’inserisce pienamente anche nella Chiesa locale, e li vede impegnati in attività apostoliche e pastorali.
Nella vita di ogni uomo questo si traduce in un atteggiamento di fiducia in Dio e servizio al prossimo, permeato dall’aspetto che più di ogni altro denota il vero cristiano: la gioia che si sperimenta vivendo la propria vocazione «a causa di Gesù e del Vangelo».
Quando si parla di riferimenti spirituali a Charles de Foucauld il pensiero corre subito anche a fratel Carlo Carretto. Un libro che avvicina Sassovivo a Casa San Girolamo, la spiritualità e la missione, la vita religiosa che a sua volta interroga la vocazione e la vita laicale tipica dell’Ac. Tanti motivi per leggere questo nuovo libro Ave.

Weekend di Quaresima / Non può diventare adulta una fede che non ha mai conosciuto smarrimenti

“La conversione dell’adulto. Un tempo per cercare, un tempo per perdere” è il tema del weekend di spiritualità proposto da Casa San Girolamo per la Quaresima 2018 dal 9 all’11 marzo. Tra i 19 partecipanti, per qualcuno si è trattato di ritrovare un respiro e una fraternità scoperti da poco o da molto tempo e sperimentati già più volte; per altri un ritorno in un luogo dello Spirito, visitato tanti anni prima sui passi di Carlo Carretto; altri ancora, che conoscevano questa casa solo di fama, sono giunti qui per la prima volta. A tutti essa ha donato un’esperienza umana e spirituale alta, inedita e straordinaria: su queste “colline della speranza”, come le chiamava fratel Carlo, i silenzi si riempiono di parole e le parole, che giù a valle risuonano così spesso logore e vuote, recuperano risonanze e significati, alla luce della Parola che si è fatta carne.
Avvolti dalla discreta e attenta premura di Gigi, Serenella e Agostina e conquistati quasi subito dal clima della casa, veniamo sollecitati dalle meditazioni di don Fabrizio De Toni a guardare al nostro essere adulti nella complessità dell’oggi, alla nostra vita che come una barca si muove in un mare ora troppo calmo ora in grande tempesta. Siamo qui per smascherare inutili lamentazioni, sterili immobilismi, nostalgici ricordi che ci ingabbiano e mettere mano alle nostre ferite, recuperare le oscurità e i desideri che ci abitano e fare ordine nella mente e nel cuore per poter incontrare il Signore.
La sua paternità ci si rivela nella Scrittura: Dio ci chiama continuamente al superamento delle nostre immaturità, al discernimento proprio dell’adulto, a essere generatori di speranza, padri fecondi che custodiscono e incoraggiano i giovani.
Che alla maturità si arrivi mediante un processo lungo e paziente e che la conversione sia un fenomeno di cambiamento, una tensione costante, un inizio che non va scambiato per il cammino, don Fabrizio ce lo mostra attraverso tre figure: Davide, Pietro e Paolo. Solo dopo la caduta – il delitto per Davide (2 Sam. 12, 1-27), il tradimento che rende Pietro così umile e ora pronto a donare la sua vita nel colloquio con il Risorto (Mc. 14, 31), la spina nella carne di Paolo (2 Cor. 12, 7-10) che diventa comprensione dell’alterità di Dio, il totaliter alter, e che lo porta a integrare il male e a trasformarlo in canale di misericordia (“Quando sono debole è allora che sono forte”) – solo allora Davide, Pietro e Paolo convertono il loro cuore e diventano davvero adulti nella fede. Non può diventare adulta una fede che non ha mai conosciuto smarrimenti.
La meditazione personale su questi temi che intrecciano la Parola di Dio con la vita nostra e del nostro tempo, i momenti di celebrazione liturgica, la sincera e spontanea condivisione tra noi, il servizio e l’allegria dei pasti insieme, ci fanno intuire che cosa significhi essere adulti “esperti di memoria”, aperti al futuro, autorevoli perché consapevoli di custodire e condividere un patrimonio, di cui tanta parte ha quello che abbiamo vissuto nel corso degli anni come laici di Azione cattolica e che qui a Spello sembra concentrarsi in una sintesi armoniosa.
Partiamo  pieni di  gratitudine, fiduciosi che, come ci ha in-segnato, cioè segnato nel cuore, don Fabrizio,  dalla memoria grata nasce la gratuità  del nostro  servizio, per “dilatare nel mondo la missione di bene della Chiesa” (Carlo Carretto, Incontro al domani. Orientamenti spirituali, Ave, Roma 1943).

Claudia Fato