Tante volte avevo sentito parlare di Spello da amici e conoscenti della mia comunità che da tempo vi partecipavano e in esso trovavano un motivo a quel al fine settimana proposto.
Per molto tempo ne sono rimasta estranea, quasi indifferente, finché questo nome ha iniziato a entrarmi nella testa, senza lasciarmi… in pace. Alla fine, a questa voce insistente, ho detto: “Va bene, hai vinto tu!”. Ho detto il mio sì…
Ebbene, ora sono alla seconda esperienza di partecipazione all’esperienza; in me, la perplessità e la diffidenza iniziali si sono trasformate in gioia, in condivisione, in occasione di pace e riflessione.
Anche quest’anno finalmente è arrivato il momento della partenza: “Tutto pronto?”. Sì, principalmente il cuore.
Il paesaggio collinare, pennellato dai colori autunnali, anche se velato da una leggera nebbia, ci faceva presagire che Spello fosse ormai vicina.
Finalmente: eccolo, con le sue case arroccate, ravvicinate, antico e affascinante!
Ma l’emozione più forte inizia già all’arrivo a Casa San Girolamo, dove in quel luogo silenzioso ed “eterno” sai che puoi trovare pace dell’anima, nutrimento dello spirito.
Padre Renzo Mandirola, appartenente alla Società Missioni Africane, ci ha accompagnato con l’esegesi su: “Come Maria di Betania: l’attenzione al Signore” e “Come Maria di Nazareth, l’attenzione alle persone”.
Due donne, due peculiarità, due caratteristiche che parlano principalmente di un amore gratuitamente ricevuto e gratuitamente donato.
– La presentazione di Maria di Betania ci ha invitati a riflettere su quali attenzioni dobbiamo avere per essere alla sequela di Gesù: “mettersi ai suoi piedi” per ascoltare la sua Parola, imparare i suoi insegnamenti; per essere in atteggiamento di colui, colei, che desiderano stare con il Maestro e poter posare lo sguardo su di Lui.
– La meditazione su Maria di Nazareth, madre di Gesù, ha posto la nostra attenzione su come lei sia stata figura di principale importanza nel brano delle “Nozze di Cana”. Anche qui le sottolineature sono state profonde e molteplici: essere presenti nella vita degli uomini e delle donne per accogliere gli altri, farsi fratelli con i fratelli creando gioia, portando il nostro sguardo di fede.
Lì in casa San Girolamo, il suono della campanella ci chiamava anche ai vari momenti comunitari: le Lodi, i Vespri, la Compieta, la Celebrazione Eucaristica e condividere, in sana allegria, il pranzare insieme. Tutto è stato legato da un filo rosso che prende il nome di: ascolto reciproco, rispetto, relazioni amichevoli, anche con chi non si conosce, di amicizia, ricordando Carlo Carretto che tanto si è speso per e nella relazione con gli altri.
Vita nuova vissuta per l’anima: sperimentata e accolta. A noi coltivarla portando nel cuore l’immagine di quelle “Colline della Speranza” che portano in sé la cura di noi stessi, la cura per gli altri.
Olivia