Weekend di spiritualità: “Ecco, una porta era aperta nel cielo”. A San Girolamo incrocio di storie e di vite

La prima cosa che ti colpisce varcando la porta di Casa San Girolamo è quel pozzo all’interno del chiostro. Il pozzo e il suo pezzettino di prato, in uno spazio così raccolto ma nel contempo aperto verso il cielo, sono ciò che amo di più della casa. Quel pozzo descrive perfettamente che cosa significa arrivare in quel luogo. San Girolamo è un luogo di incontri, è fermarsi per fare una pausa, per calmare la sete e riprendere fiato.

Sono tornata a San Girolamo per il weekend di spiritualità “Ecco, una porta era aperta nel cielo” dal 4 al 6 aprile.
Eravamo un gruppo di dodici persone, di età, provenienze ed esperienze diverse. Insieme abbiamo intrapreso un piccolo viaggio verso la Pasqua in buona compagnia con il Vangelo di Matteo e il Progetto formativo di Ac. La porta, in questo anno giubilare, ci richiama alla mente tante cose.
Porta è qualcosa che ti permette di entrare, di uscire, è limite e confine, ma anche apertura e possibilità. In quei giorni, insieme, abbiamo attraversato alcune porte. Abbiamo scoperto come impastare le parole del Vangelo con le parole del Progetto formativo – interiorità, fraternità, responsabilità ed ecclesialità – e sperimentato che le une e le altre fanno parte della nostra vita e le danno senso.

Abbiamo sostato davanti allo sguardo di Dio perché nel suo sguardo possiamo riconoscerci comunità. In questo percorso abbiamo sperimentato come la logica di Dio è una logica rovesciata rispetto ai nostri criteri, dove la fraternità nasce dalla capacità di non trattenere per sé, ma di ricevere e donare agli altri. E che la via della responsabilità passa per la porta della libertà. Da qui nasce la nostra vocazione che è manifestare il volto di Dio attraverso le nostre scelte. Il nostro compito, come discepoli-missionari è perciò quello di metterci in cammino e soprattutto, non smettere mai di cercare.

Difficile dire, così presto, cosa rimane dell’esperienza. Sono tante le parole che ho nella testa e che mi risuonano a turno durante le mie giornate. Di certo so che ciascuno di noi ha messo in quell’impasto le proprie e ne è venuto fuori un pane fragrante e gustoso!

Spello è un luogo speciale, un incrocio di storie e di vite, in cui ti ritrovi per scelta o per caso, per riscoprire il passo lento delle cose, il gusto di fare qualcosa insieme. Basta guardarsi negli occhi per far cadere tante barriere e riconoscersi compagni di viaggio, famiglia.

Alessandra

(nelle foto: la visita del gruppo alla comunità dei Piccoli Fratelli presso l’abbazia di Sassovivo; sotto, “foto di famiglia” al pozzo e due preziose volontarie)

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