Assenza di luce e anonimato. Sappiamo bene che la parabola del cieco nato richiama non tanto la possibilità di vedere, di osservare, quanto la capacità di poter “riconoscere”, di guardare “dentro” e ciò che ci sta intorno, le persone, le bellezze della natura. La luce di cui abbiamo bisogno è quella dell’interiorità. Quella che suggerisce il bisogno di andare al cuore dell’esistenza e di vivere il cuore dell’esistenza e che permette di avere sguardo attento verso se stessi e verso l’altro. La nostra cecità non è dalla nascita. Più o meno consapevolmente abbiamo imparato a mettere occhiali da sole anche quando piove, ovvero i nostri occhi sono coperti di superficialità, di egoismo, di cose superflue che inquinano la vista e il cuore. Continua a leggere
24/26 marzo: con don Emilio week-end “Pietro, prima pietra, il più fragile”
Avvincente, paradossale, sorprendente la storia di Pietro. In questi giorni riviviamo a Casa San Girolamo la nostra vita alla luce della sua storia accanto a Gesù.È facile identificarsi con lui: quanta umanità nel primo e più fragile degli apostoli. E il nostro desidero non può che essere quello di essere guardati anche noi come Gesù lo guarda. Uno sguardo di infinita misericordia che lo rimette in piedi dopo la più grande caduta: “E, uscito fuori, pianse amaramente” (Lc 22,61).
don Emilio Centomo
Sui passi di Elia, presso il pozzo di Sicar. Riflessioni a margine del weekend quaresimale di Spello
“Dammi da bere”. Lo chiedo a te donna che per i figli del mio popolo sei straniera e pagana, proprio come la vedova di Sarepta di Sidone che nutrì il profeta Elia.
Lo chiedo a te donna che per i tuoi concittadini sei l’adultera che ha avuto cinque mariti e ancora mendica amore.
Ma per me sei donna… Non lo dico con disprezzo, sia chiaro, come la maggior parte dei miei conterranei, perché questo è il titolo che ho dato a mia madre Maria.
Donna, per me, è profumo di fiore di campo, è il sorriso della luna che si affaccia nel cielo dopo il tramonto. Per me donna è tenerezza e dignità.
Ed è per questo che dalle tue mani voglio bere, per farti venire sete. Sì, donna, perché quest’acqua è l’amore, più lo doni e più ne avverti la necessità.
Ti imploro di darmene! Ti supplico! Sono un mendicante anch’io… Un Dio mendicante, perché ormai svuotato della divinità per farmi prossimo agli uomini.
Allora ho pensato che questo pozzo, proprio questo davanti al quale siamo seduti, possa essere quella sorgente a cui tutti gli uomini assetati possano, ieri, oggi e domani, venire a bere. E chi ha sete d’amore, infatti, ha sete di Dio! E qui c’è Dio!
Se tu non lo vedi, o donna, ti dico “sono io che parlo con te”. Sono io che ti parlo nel fiore del campo e negli uccelli del cielo, ti parlo nel fratello e nella sorella che attraversano la tua vita. Sono io che dovrai imparare a riconoscere nel “soffio di una brezza leggera” come Elia sull’Oreb. Sono io che cerchi e afferri, e dopo che avrai afferrato sarò fuggito.
Proprio come fuggi tu, quando hai paura, o quando ti abbatti dopo un fallimento. Proprio come fuggi tu nel giardino dell’Eden quando sbagli e ti accorgi di essere nudo.
“Dammi da bere”, perché solo se berremo insieme, possiamo camminare insieme.
don Michele Pace
Il fuoco di Elia nella vita di ogni giorno
A Casa San Girolamo fine settimana all’insegna del fuoco di Elia e del pozzo di Giacobbe con la presenza, dal 17 al 19 marzo, di due gruppi giovani (Imola e Rieti, questi ultimi accompagnati dalla presidente diocesana) e di una coppia di Conversano.
È stato molto significativo celebrare, domenica, l’Eucaristia nel chiostro, attorno al pozzo. Anche noi oggi chiediamo al Signore: dammi da bere! E ancora una volta Casa San Girolamo si è rivelata luogo in cui ritrovare se stessi alla luce della Parola che nutre le nostre vite.
Di seguito alcuni pensieri che abbiamo raccolto nel librone dei “pensieri positivi”:
– «Signore preserva questo luogo di incontro vero, custodiscilo nei nostri cuori non come un ricordo ma come fuoco accogliente di ogni cosa. Preserva i nostri cuori affinché siano ardenti e sempre in ricerca del tuo amore e della tua forza , della tua luce come il cuore di Elia».
– «Siamo venuti per pregare, meditare e riposare ma abbiamo scoperto la brezza leggera di Dio Padre che sussurra ai nostri cuori urlanti “rispondimi, Signore, rispondimi!”. La mente distratta ritorna motivata, l’animo inquieto se ne va riposato e l’azione quotidiana si carica dell’impeto del profeta Elia. Con il nostro pensiero sempre verso Spello lasciamo un pezzo di cuore a Carretto e ai nostri amici di Imola, nonché ai sacerdoti che ci hanno accompagnato: don Michele, don Zdenek e don Roberto. Un amore speciale lo lasciamo a Gigi, Serenella e a “mamma” Sofia».
I giovani Ac di Rieti
«Mai si spenga nei nostri cuori l’ardore e l’amore che fu di Elia. Grazie Casa San Girolamo che abbiamo sentito “casa nostra” e in cui abbiamo sperimentato lo stile della fraternità, volto bello della Chiesa».
I giovani Ac di Imola
17/19 marzo: con don Michele week-end “Il fuoco di Elia”
I week-end spirituali di Spello sono un’esperienza d’incontro con il Signore a partire dall’ascolto della Parola di Dio e della condivisione fraterna.
In maniera particolare nel weekend del 17-19 marzo ci lasceremo provocare dalla vicenda del profeta Elia e dal suo cammino di fede così come viene narrato nella Scrittura, un cammino tutt’altro che sereno, ma che non ha impedito al profeta di portare a compimento la sua missione a servizio di Dio e del suo popolo. Vi aspetto!
don Michele Pace