Paolo Trionfini, un dono per l’Ac. Fede profonda, cultura viva. Amico di San Girolamo e studioso di Carlo Carretto

«Paolo Trionfini è tornato alla casa del Padre. Lasciandoci sgomenti. Con gli occhi ricolmi di lacrime e un vuoto profondo nel cuore di ciascuno di noi, che l’abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto e gli vogliamo bene. Egli ha un posto speciale certamente nel cuore di tutta l’Azione cattolica e, ne siamo certi, nella più ampia comunità ecclesiale e culturale del nostro Paese». Con queste parole la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana ricorda lo studioso, docente all’Università degli Studi di Parma, scomparso il 24 aprile.

«Direttore dell’Isacem, l’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI”, e già vicepresidente nazionale dell’Ac, Paolo è stato prima di tutto un uomo della Chiesa, un laico credente, un testimone coerente e appassionato del Vangelo nella storia. Studioso rigoroso e appassionato, mite e delicato nelle relazioni quotidiane, lucido e coraggioso nella determinazione degli orientamenti e delle scelte associative».

Trionfini, marito e padre, già presidente diocesano dell’Ac di Carpi, sempre disponibile, garbato e dall’ironia sottile, ha svolto innumerevoli servizi per l’Ac: era un amico di Casa San Girolamo e uno studioso di Carlo Carretto, cui ha dedicato studi approfonditi e pubblicazioni, edite dall’Ave, fra cui Carlo Carretto. Il cammino di un “innamorato di Dio” e “Ho cercato e ho trovato”. Carlo Carretto nella Chiesa e nella società del Novecento.  

L’Azione cattolica, afferma la nota della Presidenza nazionale Ac, «è stata la sua casa, la sua scuola, la sua missione. Fin da giovane ha trovato in essa un luogo di formazione integrale: spirituale, culturale e civile. Con naturalezza ha fatto proprio lo stile dell’Ac, quello del “camminare insieme”, coltivando un amore concreto per l’associazione e un instancabile desiderio di servire il bene comune. Non a caso, ha ricoperto con dedizione ruoli di responsabilità nei diversi livelli associativi, fino alla vicepresidenza nazionale del Settore Adulti, vissuta con grande umiltà, lucidità e spirito di servizio».

«Studioso raffinato, ha saputo raccontare la storia del cattolicesimo italiano con uno sguardo competente e coinvolto, con la passione di chi sa che custodire la memoria è un modo per amare il futuro. Nell’Isacem ha portato avanti un lavoro prezioso, lasciando un’eredità intellettuale e spirituale che continuerà a parlare a lungo. Si è speso perché la cultura e la custodia della memoria divenissero ordinarie prassi nella vita delle associazioni, ha sostenuto con dedizione quotidiana la promozione della vita associativa attraverso la formazione e la ricerca storica. La sua morte giunge in un momento particolarmente denso di significato per la Chiesa, segnato dalla scomparsa di papa Francesco. Due storie diverse, due vite al servizio del Vangelo, ma unite da un comune amore per la Chiesa dei poveri, per una fede incarnata nella realtà, per un laicato protagonista nella costruzione del Regno. Paolo ha profondamente amato e stimato papa Francesco, riconoscendo nella sua parola profetica una conferma di ciò che l’Azione cattolica ha sempre cercato di vivere: la prossimità, la misericordia, l’impegno nella storia».

Infine: «Nel dolore del distacco, ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, ai colleghi dell’Università di Parma dove insegnava, agli amici e a tutta la comunità associativa. Rendiamo grazie al Signore per il dono che Paolo è stato: per la sua fede sobria e profonda, per la sua cultura viva e condivisa, per la sua amicizia sempre discreta e leale. E, nella speranza cristiana, lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre, certi che continuerà a camminare accanto a noi, in quella comunione dei santi che unisce la terra al cielo».

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Amici vicentini fanno tappa a Barbiana e Spello sulle orme di don Milani e Carretto. Incontro con Rosy Bindi

Dal 13 al 16 aprile un bel gruppo di amici vicentini si è ritrovato per condividere un tempo di fraternità, di spiritualità e per ragionare circa l’attualità del progetto educativo di don Lorenzo Milani. E anche per essere aiutati, in questo modo, a guardare in faccia la realtà dei giovani di oggi e del mondo digitale nel quale quotidianamente vivono e nel quale anche noi a tutti facciamo spesso fatica a ritrovarci. C’è stata la possibilità di passare da Barbiana e di essere ospiti presso la Casa San Girolamo a Spello. Un posto caro per chi ama Carlo Carretto, per chi cerca di vivere l’esperienza associativa di Azione Cattolica e per tutti coloro che hanno bisogno, ogni tanto, di contemplare la presenza di Dio anche nella natura e nel silenzio. Un grande grazie a Rosy Bindi, a Paolo Vidali e a don Matteo per il loro prezioso contributo in questi giorni.

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Weekend della Presidenza nazionale Ac a Spello, Via Crucis e Domenica delle palme a Casa San Girolamo

La Presidenza nazionale di Ac ha trascorso un fine settimana di spiritualità, lavoro e amicizia a Casa San Girolamo, concludendolo con la messa nella Domenica delle palme. Negli stessi giorni si è svolto in Municipio a Spello un convegno sulla figura di Carlo Carretto, cui ha preso parte una rappresentanza di Ac. Il sabato sera, inoltre, si è vissuta la Via Crucis che ha portato i partecipanti dal Convento dei Cappuccini alla Chiesa del complesso di San Girolamo. Il weekend ha completato le proposte di San Girolamo in preparazione alla Pasqua. A tutti, da Spello, i migliori auguri per una Pasqua serena e di pace. Per il mondo intero.

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Weekend di spiritualità: “Ecco, una porta era aperta nel cielo”. A San Girolamo incrocio di storie e di vite

La prima cosa che ti colpisce varcando la porta di Casa San Girolamo è quel pozzo all’interno del chiostro. Il pozzo e il suo pezzettino di prato, in uno spazio così raccolto ma nel contempo aperto verso il cielo, sono ciò che amo di più della casa. Quel pozzo descrive perfettamente che cosa significa arrivare in quel luogo. San Girolamo è un luogo di incontri, è fermarsi per fare una pausa, per calmare la sete e riprendere fiato.

Sono tornata a San Girolamo per il weekend di spiritualità “Ecco, una porta era aperta nel cielo” dal 4 al 6 aprile.
Eravamo un gruppo di dodici persone, di età, provenienze ed esperienze diverse. Insieme abbiamo intrapreso un piccolo viaggio verso la Pasqua in buona compagnia con il Vangelo di Matteo e il Progetto formativo di Ac. La porta, in questo anno giubilare, ci richiama alla mente tante cose.
Porta è qualcosa che ti permette di entrare, di uscire, è limite e confine, ma anche apertura e possibilità. In quei giorni, insieme, abbiamo attraversato alcune porte. Abbiamo scoperto come impastare le parole del Vangelo con le parole del Progetto formativo – interiorità, fraternità, responsabilità ed ecclesialità – e sperimentato che le une e le altre fanno parte della nostra vita e le danno senso.

Abbiamo sostato davanti allo sguardo di Dio perché nel suo sguardo possiamo riconoscerci comunità. In questo percorso abbiamo sperimentato come la logica di Dio è una logica rovesciata rispetto ai nostri criteri, dove la fraternità nasce dalla capacità di non trattenere per sé, ma di ricevere e donare agli altri. E che la via della responsabilità passa per la porta della libertà. Da qui nasce la nostra vocazione che è manifestare il volto di Dio attraverso le nostre scelte. Il nostro compito, come discepoli-missionari è perciò quello di metterci in cammino e soprattutto, non smettere mai di cercare.

Difficile dire, così presto, cosa rimane dell’esperienza. Sono tante le parole che ho nella testa e che mi risuonano a turno durante le mie giornate. Di certo so che ciascuno di noi ha messo in quell’impasto le proprie e ne è venuto fuori un pane fragrante e gustoso!

Spello è un luogo speciale, un incrocio di storie e di vite, in cui ti ritrovi per scelta o per caso, per riscoprire il passo lento delle cose, il gusto di fare qualcosa insieme. Basta guardarsi negli occhi per far cadere tante barriere e riconoscersi compagni di viaggio, famiglia.

Alessandra

(nelle foto: la visita del gruppo alla comunità dei Piccoli Fratelli presso l’abbazia di Sassovivo; sotto, “foto di famiglia” al pozzo e due preziose volontarie)

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Quaresima a San Girolamo: “Il tuo volto, Signore, io cerco”. Proseguono i fine settimana spirituali

Dal 28 al 30 marzo una ventina di aderenti di Azione cattolica si sono riuniti a Spello, presso Casa San Girolamo, per vivere un intenso momento di spiritualità guidato da don Oronzo Cosi, assistente nazionale Adulti di Ac. Il tema di questi esercizi spirituali, “Il tuo volto, Signore, io cerco” (Sal 27), ha invitato i partecipanti a riflettere sul volto di Dio, cioè sul modo di porsi di Dio nei confronti dell’umanità, alla luce della Parola di Dio.

Il percorso è iniziato venerdì sera con un’introduzione centrata sull’importanza di partire da Cristo per comprendere il volto del Padre. Don Oronzo ha sottolineato come ogni tentativo di rappresentare Dio senza il riferimento a Gesù rischia di essere frutto delle nostre proiezioni.

Durante il sabato mattina, la riflessione si è concentrata sui volti stravolti di Dio: il sospetto verso Dio, che emerge dal racconto del peccato originale. Il serpente insinua nell’uomo e nella donna il dubbio sulla bontà di Dio, inducendoli a vedere il Creatore come un rivale. Questo stravolgimento del volto di Dio porta alla disobbedienza e alla rottura della fiducia originaria. L’altro volto stravolto è quello ambivalente, che si manifesta quando l’immagine di Dio appare contraddittoria, come nel caso della guarigione del cieco nato. In quel contesto, infatti, i discepoli si interrogano su chi abbia peccato affinché quell’uomo nascesse cieco, riflettendo una visione di Dio che punisce il peccato con la malattia. Gesù, invece, supera questa concezione, rivelando che la malattia non è una punizione divina, ma un’occasione per manifestare l’opera di Dio. Questo contrasto tra l’idea di un Dio che punisce e un Padre misericordioso ha stimolato un approfondimento sul vero volto di Dio.

Il sabato pomeriggio è stato dedicato alla riflessione su Gesù di fronte alla sofferenza e alla morte. Durante questo momento intenso, è risuonata l’eco delle parole di don Tonino Bello, che invitava a riconoscere nella sofferenza una chiamata a vivere la fede con autenticità e a scoprire la presenza di Dio anche nel dolore, senza cedere alla tentazione di vedere nella prova un segno di abbandono divino. Il confronto con la figura di Giobbe e il dolore innocente ha stimolato un confronto sincero e profondo sul mistero del male e sulla fede come risorsa. 

Durante il sabato pomeriggio è stata presentata l’icona del volto di Cristo al Sinai, simbolo degli esercizi spirituali. L’icona colpisce per il suo contrasto tra una metà viva e una morta: una dualità che racconta il mistero profondo dell’umanità e della divinità di Gesù. Da un lato, il volto sereno e luminoso, segno della sua divinità; dall’altro, il volto segnato dalla sofferenza, simbolo della sua piena condivisione con l’umanità. Un’immagine che invita a riflettere sul volto di Dio che si rivela nella bellezza e nel dolore.

La Via Crucis, celebrata nella serata conclusiva, ha rappresentato un momento particolarmente intenso: un cammino di meditazione sul percorso di Cristo verso il Calvario, vissuto con partecipazione e raccoglimento.

La domenica, con la celebrazione dell’Eucaristia nella Domenica Laetare e il confronto in gruppo, ha rappresentato il culmine di questi giorni intensi e significativi.

Questi giorni di silenzio, preghiera e confronto, scanditi dalla Messa e dalla Liturgia delle Ore, vissuti in un clima di ritmi rilassati, buona cucina e relazioni fraterne, hanno permesso ai partecipanti di riscoprire il volto buono di Dio, anche nelle difficoltà, e di rinnovare il proprio cammino di fede alla luce della Pasqua ormai vicina.

Quest’anno, inoltre, abbiamo avuto la gioia di celebrare i dieci anni da quando alcuni di noi si sono conosciuti proprio qui a Spello, durante gli esercizi spirituali del 2015, e da allora sono rimasti in contatto, ritrovandosi di tanto in tanto in questa cornice di spiritualità e amicizia.

Valentina e Massimiliano

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