In questo mese di agosto gli ospiti a casa san Girolamo hanno potuto condividere lettura e approfondimenti della enciclica Laudato sì. La prima settimana aiutati dalle riflessioni di don Ugo Ughi, poi dalla lettura coordinata da don Giorgio Bezze e quindi da quella guidata da don Salvatore Caramagno e Gigi Borgiani.
Un testo, quello dell’enciclica, che non finisce di sorprendere e di stimolare, di provocare a responsabilità. Un testo la cui lettura non può certo essere accademica o speculativa ma che continuamente invita all’azione. La precarietà di una realtà ambientale e morale sollecita a quella conversione ecologica che secondo Papa Francesco è necessaria non solo per salvare il pianeta consumato ma soprattutto per salvare l’uomo in balia del consumo che va al di là dell’utile, di una economia a servizio esclusivo del profitto, di un paradigma tecnocratico che sempre più relega l’uomo ad oggetto, allontanandolo sempre più dal suo ruolo di protagonista in quanto persona a cui è affidato il creato da coltivare e custodire.
Quello che ha più entusiasmato gli ospiti, oltre naturalmente i contenuti del testo, sono stati il metodo, semplice e comunitario, e il luogo in cui il testo è stato approfondito. Una esperienza di ecologia quotidiana; ovvero partendo dal nostro vivere che ogni giorno si interseca con una realtà complessa (tutto è in relazione) alla quale si può rispondere con uno stile di vita che parte dall’essenzialità, dal rinnovare giorno per giorno quell’essere custodi e coltivatori delle terra di tutti; essere persone che si prendono cura della casa comune e soprattutto dell’uomo che la abita.
Ed è stato bello compiere questo percorso di lettura e riflessione nella casa comune di San Girolamo. Casa che in questi mesi ancora una volta è stata casa di preghiera, di comunione fraterna, di condivisione, di relazione tra persone giunte un po’ da ogni parte del nostro paese. Casa che per le persone che la abitano anche solo per poche ore diventa sempre di più casa di misericordia e di provvidenza.
Casa di misericordia perché in essa si sperimenta la presenza del Signore, perché ci si aiuta a crescere (ci si coltiva e ci si custodisce) nell’abbandono fiduciario al suo mistero; perché la fede è l’unica via che possiamo percorrere per andare a Lui e per tentare di accompagnare altri in questo cammino.
Casa di provvidenza perché al di là dei segni materiali (spesso sorprendenti) che sostengono il nostro stare a san Girolamo si manifesta quotidianamente il dono di essere provvidenza gli uni per gli altri. Ogni presenza è dono; ognuno porta sempre qualcosa siano queste gioie, sofferenze, dubbi, questioni, testimonianza e insieme si cerca di offrire qualcosa: una parola, un sorriso, una preghiera; tanti piccoli gesti di semplicità che riempiono il cuore e che sono il pane (oltre a quello eucaristico) che aiuta a proseguire il cammino.