Il discernimento culturale nella vita dell’Ac

11903796_10207290412439510_8702924063689743970_ndi Alberto Ratti – «Lo sguardo in profondità del discepolo missionario» (EG, 50) è il tema del seminario interno del Centro Studi della Presidenza nazionale dell’Ac che si è svolto nella bellissima cornice di Spello dal 28 al 30 agosto scorsi, per riflettere insieme sul ruolo culturale dell’associazione e su quali strumenti utilizzare per aiutare l’Ac a leggere in maniera profetica e credente la realtà in continuo cambiamento.

I lavori sono stati introdotti dalla Lectio divina di don Tony Drazza, assistente per il settore giovani, che ha sottolineato come la pratica del discernimento abbia bisogno di raccoglimento, riflessione ponderata e preghiera. In una società caratterizzata dalla velocità e dallo stress, don Tony ha invitato tutti a non trascurare “la lentezza”, nel senso di prendersi del tempo per analizzare bene la propria vita, le circostanze e i fatti che ci circondano.

Lo sviluppo del tema principale del seminario, poi, è stato affidato a Franco Miano, ex Presidente nazionale, che ha ricordato come la proposta formativa dell’associazione sia già essa stessa cultura e sia realizzata non per un puro godimento personale, ma a servizio della Chiesa e di tutto il popolo di Dio: “Un’autentica esperienza di Azione Cattolica è di per sé esperienza culturale perché mette insieme la centralità della proposta di fede con l’imprescindibilità della sua tradizione storica, l’idea di un progetto di ampio respiro con le tante e diverse iniziative atte a concretizzarlo”, ha detto Miano, sottolineando l’importanza di mantenere vivo uno sguardo ampio e generale sulle cose. Come Azione Cattolica, siamo chiamati a impostare in maniera esistenziale quello che realizziamo, con il desiderio cioè di aprire dinamiche e processi, senza la pretesa di avere risposte pronte e confezionate.

Miano ha poi invitato i presenti a riprendere confidenza con la storia e le storie dell’associazione, alimentando così uno spirito di appartenenza positivo e accogliente.

Domandiamoci: come hanno interpretato e vissuto il loro tempo i grandi e i piccoli testimoni dell’Azione Cattolica in questi 150 anni di storia? Possiamo dare un senso alla nostra epoca recuperando le radici dell’impegno di chi ci ha preceduti!

Il seminario ha visto anche la partecipazione del Presidente nazionale Matteo Truffelli e del Vicepresidente nazionale Giuseppe Notarstefano, che hanno segnalato quali strade il Centro Studi debba percorrere e quale sia il suo compito. Proprio Truffelli, citando papa Francesco, ha descritto lo stile e l’abito dei soci di Ac, lo sguardo che dovremmo avere nel leggere i segni dei tempi: “Gli uomini e le donne di Azione Cattolica non devono mai scandalizzarsi delle persone e dell’umanità che incontrano e vedono intorno a loro, di come essa sia e/o di quello in cui creda”.

Occorre, quindi, imparare a “pensare in modo aperto”, in modo biblico. Infatti, non pensare in modo biblico ci rende limitati, ci impone dei paraocchi non consentendoci di cogliere l’ampiezza della visione di Dio. Lo sguardo di Dio che si dovrebbe avere e che si dovrebbe imparare ad esercitare, allora, abbraccia tutta l’esistenza, andando a toccare ogni ambito di impegno della vita degli uomini e in particolar modo dei cristiani: dalla cultura all’educazione, dall’economia fino alla politica.

 

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