A Spello abbiamo vissuto un week end di riflessione a partire da uno degli strumenti per una “autentica spiritualità laicale” individuati dagli assistenti nazionali dell’associazione su mandato del Consiglio nazionale di Ac: il Taccuino (14/17 luglio, fine settimana guidato da don Michele Pace).
Il Taccuino nella vita spirituale laicale assume i caratteri del deserto, quel deserto caro al nostro fratel Carlo Carretto il quale affermava che «il deserto non significa assenza di uomini, ma presenza di Dio». Il Taccuino ci ha fatto riscoprire la
bellezza del raccontarsi, del rileggersi, del rivedersi, dello stupirsi, del pregare, del ricordarsi e dello scrivere. Scrivere è il gesto più antico che sia conosciuto per fissare i nostri pensieri più intimi, gli accadimenti della nostra quotidianità, le gioie, i dolori del nostro oggi.
Michel Foucault definisce la scrittura come «elemento dell’ascesi, ha una funzione etiopoetica, essa è un operatore della trasformazione della vita in ethos. Il suo scopo è superare il confine tra la realtà e l’immaginario».
Abbiamo fatto visita all’abbazia di Santa Croce in Sassovivo dai Piccoli Fratelli della comunità Jesus Caritas dove siamo stati accolti dai fratelli e dal priore fratel Gian Carlo Sibilia. Abbiamo avuto un colloquio molto cordiale nel quale Sibilia ha sottolineato alcuni aspetti fondamentali per la vita spirituale ovvero: il valore del deserto, da trovarsi in un luogo preciso e in un tempo preciso; arrivare a tu per tu con il Signore; la preghiera del cuore: nominare costantemente Gesù; la contemplazione: vivere ogni momento alla presenza di Dio.
Il messaggio di Charles de Foucauld è quello di Nazareth, ovvero Maria e Giuseppe ogni giorno avevano gli occhi puntati su Gesù. Fratel Gian Carlo ha insistito molto sull’aiutare i nostri fratelli a vivere questa dimensione semplice della preghiera e, a proposito del Taccuino, lo ha definito «la teologia delle pietre», come gli ebrei ponevano le pietre per segnare i momenti in cui Dio si è manifestato in modo particolare.
Il presente e il futuro è un Taccuino ancora da scrivere: di cosa parli e per quante pagine a nessuno, se non a Dio, è dato saperlo.
Teresa Civita