“Don Gigi, anche tu fai parte delle meraviglie di Dio. Alleluia”. Firmato fratel Carlo.
È la dedica che Carlo Carretto firma di suo pugno nella prima pagina di una copia del volume E dio vide che era cosa buona, l’ultimo libro del “piccolo fratello” di Charles de Foucauld, consegnato all’editrice Ave nel 1988, l’anno della morte.
La dedica è per don Gigi Bonollo, allora giovane sacerdote, oggi assistente di Azione cattolica in diocesi di Foligno.
L’incontro con Carretto avviene a Casa San Girolamo, dove don Gigi si è recato per una pausa di riflessione e preghiera.
Un incontro di quelli che segnano la vita.
Lo ha raccontato lo stesso don Gigi, all’inizio dell’anno, a un gruppo di giovani nella chiesetta di San Girolamo, durante l’omelia che ha avuto tra gli spunti quel “anche tu fai parte delle meraviglie di Dio”. Una profonda indicazione vocazionale nell’anno del Sinodo dedicato alla vocazione.
Un’altra bella testimonianza dei semi gettati da fratel Carlo…
Archivi autore: gianni
Folto gruppo di Giugliano (diocesi di Aversa) a San Girolamo. Con la volontà di tornare nel “polmone spirituale” dell’Ac
Cinquanta amici, dell’Azione cattolica di Giugliano (diocesi di Aversa), hanno raggiunto oggi Casa San Girolamo, dopo essere stati per due giorni ad Assisi per conoscere più da vicino i luoghi e la figura di San Francesco. “Non poteva mancare una tappa a Spello”, ha spiegato don Fabio, che accompagnava il gruppo di giovani e adulti.
Dapprima una sosta nel chiostro, poi un incontro sulla figura di Carretto e su San Girolamo, “polmone spirituale” di Ac. Ampia attenzione riservata alla mostra su Carretto e ai libri messi a disposizione dall’editrice Ave.
Quindi un momento di ristoro e una preghiera finale sulla tomba di fratel Carlo. Lo stesso don Fabio e i tanti giovani presenti hanno espresso il desiderio di tornare per un periodo di spiritualità nella casa di Spello.
Gli adolescenti di Robecco (Milano) a Casa San Girolamo per conoscere fratel Carlo e “il deserto in città”
Tappa a Spello, oggi, per un gruppo di una trentina di adolescenti e rispettivi educatori della parrocchia di Robecco sul Naviglio (Milano). Il giro dell’Umbria – che in questi giorni li porta anche ad Assisi, Norcia, Orvieto, Spoleto, Gubbio – approda a San Girolamo e sulla tomba di Carretto.
Una visita programmata e preparata per tempo, studiando la figura di fratel Carlo. E quindi l’arrivo all’antico “conventino”, la messa celebrata da don Gigi (assistente Ac diocesi Foligno, con una intensa omelia), il pranzo comunitario e la sosta in preghiera sulla tomba di Carretto.
Grande amicizia e gioia e la voglia espressa di ritornare a San Giro.
Giornata mondiale della pace: le parole di mons. Gualtiero Sigismondi. “Il cammino della pace nasce dal cuore”
La liturgia ci introduce nel nuovo anno invitandoci a contemplare la figura della Madre di Dio. L’incontro tra il capodanno e l’Ottava di Natale trova una sintesi felice nella Giornata mondiale della pace, che ci sollecita a domandare a Maria, “Regina della pace”, di ottenerci dal Figlio suo la grazia di trasformare la terra in un “cantiere di pace”.
La storia insegna che il cammino della pace richiede una grande tenacia e dei continui passi; comincia all’interno dei cuori, perché nel cuore degli uomini nascono tanto le contese come le riconciliazioni.
“Il cuore è il primo angolo del mondo che ha bisogno di pace”. “Se il dialogo è lo strumento per raggiungere la pace, la tutela dei diritti umani è la garanzia per conservarla. Il primo di tali diritti è la libertà religiosa”. “Se la pace è opera della giustizia, lo sviluppo è il nome nuovo della pace”. Più volte Papa Francesco ha richiamato l’attenzione su questa lungimirante affermazione di Paolo VI, per sottolineare la necessità “di destinare le risorse non agli armamenti, ma alle vere lotte degne dell’uomo: la lotta contro la fame e le malattie, la lotta per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del creato”.
Tra i tanti focolai di guerra che incendiano il mondo – avverte Papa Francesco – ce n’è uno, ancora più subdolo: “l’incapacità di offrire a richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime di tratta la tutela dei diritti umani fondamentali”.
Gualtiero Sigismondi
Vescovo di Foligno, Assistente generale dell’Azione cattolica italiana
Casa San Girolamo, luogo di pace: punto di partenza per essere in pace e costruire pace
Senza dubbio Casa San Girolamo è un luogo di pace. Non è certo l’unico, specie in terra umbra, terra di Francesco, ma dal momento che abbiamo trovato questo “conventino” (così come lo definiva fratel Carlo Carretto quando era alla ricerca di un posto dove avviare la fraternità che gli era stata affidata) cerchiamo di viverlo e di avvalercene per quello che è e che offre.
Luogo di pace perché ognuno possa trovare le giuste dimensioni della vita cristiana.
Scrive Papa Francesco nella Laudato si’: “D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con se stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita”.
Pensare in questi giorni a Casa San Girolamo come luogo di pace ci ricorda che ad ogni inizio di anno (ne sono passati 50 dalla intuizione di Paolo VI) siamo invitati a pregare per la pace e ad essere costruttori di pace. Certo la pace è molto più che assenza di guerra ma purtroppo, anche nell’istante in cui scriviamo o leggiamo queste righe, ci sono guerre e atti guerra. Ci sono violenze di ogni tipo, ci sono nel mondo ingiustizie, esclusioni e così via. Ma come è possibile pensare a un mondo in pace?
Partiamo naturalmente da noi stessi. Scrive ancora il Papa: “La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace […] di rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale”. Assumiamo poi la realtà della storia e ci rimbocchiamo le maniche anche nelle piccole realtà.
Se leggiamo il messaggio che papa Francesco ha indirizzato al mondo e che insiste sulla questione migranti troviamo quattro verbi decisamente fondamentali per affrontare e vivere con coerenza l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e che trovano senso risonanza a San Girolamo: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Casa San Girolamo luogo di pace perché ci permette di recuperare senso e stile di vita. È casa di accoglienza e di fraternità, di reciprocità e relazione; è casa in cui ci si prende cura reciprocamente per imparare a vivere con una qualità di vita diversa, è casa che promuove il bene comune, è casa in cui si integrano contemplazione e azione.
Non ringrazieremo mai abbastanza di avere questo “conventino” punto di partenza per essere in pace e costruire pace.
Buon anno
la ruota del carretto
(nelle foto: papa Francesco e il volume Ave con le parole di Bergoglio sulla pace)