Un weekend “sorprendente”. È quello vissuto a fine aprile a Casa San Girolamo, da un gruppo di giovani e adulti accomunati da una grande curiosità nei confronti di tutto ciò che alimenta lo spirito, il senso di responsabilità, il bene comune la partecipazione e la cittadinanza attiva. Tre giorni di immersione nelle testimonianze di uomini che hanno inciso profondamente nella storia del nostro paese, perché sono diventati una sintesi luminosa di profondità spirituale e capacità di abitare il ‘900 con intelligenza, competenza, lungimiranza: Carlo Carretto, Alcide De Gasperi, Adriano Olivetti. Uomini che sono stati generativi nella vita ecclesiale, nella politica, nello sviluppo industriale e tecnologico.
Per tutti si è trattato di uno scambio di energie, un esercizio di memoria, un tempo di ricarica interiore, un’attivazione di legami splendidi e la riscoperta di uno spazio di grazia, un’oasi di pace, un pozzo per attingere l’acqua fresca dello Spirito di Gesù, di Francesco, di fratel Carlo. E tantissima gratitudine per chi si è preso cura di noi con una generosità davvero… “squisita”. La nostalgia diventerà impegno nel quotidiano e proposito di ritorno.
«Carissimi Lucio, Rita, Sandro, Luisa e Alida», scrivono in un bel messaggio “i bassanesi”, «grazie dal profondo del cuore».
«Paolo Trionfini è tornato alla casa del Padre. Lasciandoci sgomenti. Con gli occhi ricolmi di lacrime e un vuoto profondo nel cuore di ciascuno di noi, che l’abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto e gli vogliamo bene. Egli ha un posto speciale certamente nel cuore di tutta l’Azione cattolica e, ne siamo certi, nella più ampia comunità ecclesiale e culturale del nostro Paese». Con queste parole la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana ricorda lo studioso, docente all’Università degli Studi di Parma, scomparso il 24 aprile.
«Direttore dell’Isacem, l’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI”, e già vicepresidente nazionale dell’Ac, Paolo è stato prima di tutto un uomo della Chiesa, un laico credente, un testimone coerente e appassionato del Vangelo nella storia. Studioso rigoroso e appassionato, mite e delicato nelle relazioni quotidiane, lucido e coraggioso nella determinazione degli orientamenti e delle scelte associative».
Trionfini, marito e padre, già presidente diocesano dell’Ac di Carpi, sempre disponibile, garbato e dall’ironia sottile, ha svolto innumerevoli servizi per l’Ac: era un amico di Casa San Girolamo e uno studioso di Carlo Carretto, cui ha dedicato studi approfonditi e pubblicazioni, edite dall’Ave, fra cui Carlo Carretto. Il cammino di un “innamorato di Dio” e “Ho cercato e ho trovato”. Carlo Carretto nella Chiesa e nella società del Novecento.
L’Azione cattolica, afferma la nota della Presidenza nazionale Ac, «è stata la sua casa, la sua scuola, la sua missione. Fin da giovane ha trovato in essa un luogo di formazione integrale: spirituale, culturale e civile. Con naturalezza ha fatto proprio lo stile dell’Ac, quello del “camminare insieme”, coltivando un amore concreto per l’associazione e un instancabile desiderio di servire il bene comune. Non a caso, ha ricoperto con dedizione ruoli di responsabilità nei diversi livelli associativi, fino alla vicepresidenza nazionale del Settore Adulti, vissuta con grande umiltà, lucidità e spirito di servizio».
«Studioso raffinato, ha saputo raccontare la storia del cattolicesimo italiano con uno sguardo competente e coinvolto, con la passione di chi sa che custodire la memoria è un modo per amare il futuro. Nell’Isacem ha portato avanti un lavoro prezioso, lasciando un’eredità intellettuale e spirituale che continuerà a parlare a lungo. Si è speso perché la cultura e la custodia della memoria divenissero ordinarie prassi nella vita delle associazioni, ha sostenuto con dedizione quotidiana la promozione della vita associativa attraverso la formazione e la ricerca storica. La sua morte giunge in un momento particolarmente denso di significato per la Chiesa, segnato dalla scomparsa di papa Francesco. Due storie diverse, due vite al servizio del Vangelo, ma unite da un comune amore per la Chiesa dei poveri, per una fede incarnata nella realtà, per un laicato protagonista nella costruzione del Regno. Paolo ha profondamente amato e stimato papa Francesco, riconoscendo nella sua parola profetica una conferma di ciò che l’Azione cattolica ha sempre cercato di vivere: la prossimità, la misericordia, l’impegno nella storia».
Infine: «Nel dolore del distacco, ci stringiamo con affetto alla sua famiglia, ai colleghi dell’Università di Parma dove insegnava, agli amici e a tutta la comunità associativa. Rendiamo grazie al Signore per il dono che Paolo è stato: per la sua fede sobria e profonda, per la sua cultura viva e condivisa, per la sua amicizia sempre discreta e leale. E, nella speranza cristiana, lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre, certi che continuerà a camminare accanto a noi, in quella comunione dei santi che unisce la terra al cielo».
Dal 13 al 16 aprile un bel gruppo di amici vicentini si è ritrovato per condividere un tempo di fraternità, di spiritualità e per ragionare circa l’attualità del progetto educativo di don Lorenzo Milani. E anche per essere aiutati, in questo modo, a guardare in faccia la realtà dei giovani di oggi e del mondo digitale nel quale quotidianamente vivono e nel quale anche noi a tutti facciamo spesso fatica a ritrovarci. C’è stata la possibilità di passare da Barbiana e di essere ospiti presso la Casa San Girolamo a Spello. Un posto caro per chi ama Carlo Carretto, per chi cerca di vivere l’esperienza associativa di Azione Cattolica e per tutti coloro che hanno bisogno, ogni tanto, di contemplare la presenza di Dio anche nella natura e nel silenzio. Un grande grazie a Rosy Bindi, a Paolo Vidali e a don Matteo per il loro prezioso contributo in questi giorni.
La Presidenza nazionale di Ac ha trascorso un fine settimana di spiritualità, lavoro e amicizia a Casa San Girolamo, concludendolo con la messa nella Domenica delle palme. Negli stessi giorni si è svolto in Municipio a Spello un convegno sulla figura di Carlo Carretto, cui ha preso parte una rappresentanza di Ac. Il sabato sera, inoltre, si è vissuta la Via Crucis che ha portato i partecipanti dal Convento dei Cappuccini alla Chiesa del complesso di San Girolamo. Il weekend ha completato le proposte di San Girolamo in preparazione alla Pasqua. A tutti, da Spello, i migliori auguri per una Pasqua serena e di pace. Per il mondo intero.
La prima cosa che ti colpisce varcando la porta di Casa San Girolamo è quel pozzo all’interno del chiostro. Il pozzo e il suo pezzettino di prato, in uno spazio così raccolto ma nel contempo aperto verso il cielo, sono ciò che amo di più della casa. Quel pozzo descrive perfettamente che cosa significa arrivare in quel luogo. San Girolamo è un luogo di incontri, è fermarsi per fare una pausa, per calmare la sete e riprendere fiato.
Sono tornata a San Girolamo per il weekend di spiritualità “Ecco, una porta era aperta nel cielo” dal 4 al 6 aprile. Eravamo un gruppo di dodici persone, di età, provenienze ed esperienze diverse. Insieme abbiamo intrapreso un piccolo viaggio verso la Pasqua in buona compagnia con il Vangelo di Matteo e il Progetto formativo di Ac. La porta, in questo anno giubilare, ci richiama alla mente tante cose. Porta è qualcosa che ti permette di entrare, di uscire, è limite e confine, ma anche apertura e possibilità. In quei giorni, insieme, abbiamo attraversato alcune porte. Abbiamo scoperto come impastare le parole del Vangelo con le parole del Progetto formativo – interiorità, fraternità, responsabilità ed ecclesialità – e sperimentato che le une e le altre fanno parte della nostra vita e le danno senso.
Abbiamo sostato davanti allo sguardo di Dio perché nel suo sguardo possiamo riconoscerci comunità. In questo percorso abbiamo sperimentato come la logica di Dio è una logica rovesciata rispetto ai nostri criteri, dove la fraternità nasce dalla capacità di non trattenere per sé, ma di ricevere e donare agli altri. E che la via della responsabilità passa per la porta della libertà. Da qui nasce la nostra vocazione che è manifestare il volto di Dio attraverso le nostre scelte. Il nostro compito, come discepoli-missionari è perciò quello di metterci in cammino e soprattutto, non smettere mai di cercare.
Difficile dire, così presto, cosa rimane dell’esperienza. Sono tante le parole che ho nella testa e che mi risuonano a turno durante le mie giornate. Di certo so che ciascuno di noi ha messo in quell’impasto le proprie e ne è venuto fuori un pane fragrante e gustoso!
Spello è un luogo speciale, un incrocio di storie e di vite, in cui ti ritrovi per scelta o per caso, per riscoprire il passo lento delle cose, il gusto di fare qualcosa insieme. Basta guardarsi negli occhi per far cadere tante barriere e riconoscersi compagni di viaggio, famiglia.
Alessandra
(nelle foto: la visita del gruppo alla comunità dei Piccoli Fratelli presso l’abbazia di Sassovivo; sotto, “foto di famiglia” al pozzo e due preziose volontarie)
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