Dio solo è, Dio solo sa, Dio solo può. Questa è la verità; e la mia fede me la fa scoprire di giorno in giorno più profondamente. Dio solo è reggitore del cosmo, Dio solo sa quando morrò, Dio solo può convertire la Cina. Perché assumersi responsabilità che non abbiamo, perché stupirci se l’Islam non ha ancora scoperto il Cristo e se il Buddismo regna senza inquietudini e crisi in milioni di fratelli? Verrà l’ora; ma questa non dipende da me. C’è o non c’è una geografia di Dio, una storia sacra per tutti i popoli, un procedere nel tempo verso una maturità? Abramo non conobbe il Cristo, se non nella speranza della promessa; ma non per questo andò perduto o fu dimenticato dal Padre. Non era giunto il tempo dell’Incarnazione; e se Gesù venne quando venne, e non prima, ha seguìto certamente le indicazioni della Saggezza Eterna.
Ci sono i piani di Dio, e questi contano; ci sono i piani umani, e questi non contano, o almeno contano in rapporto al loro sincronizzarsi con i primi. Ma è Dio che precede, non l’uomo. Gli uomini di Galilea avrebbero continuato a pescare nel lago e a frequentare la sinagoga di Cafarnao, se non fosse venuto lui a dire: «Venite». Ecco la verità che dobbiamo imparare nella fede: l’attesa di Dio; e questo non è un piccolo sforzo come atteggiamento dell’anima. Questo attendere; questo non preparare piani; questo scrutare il cielo; questo far silenzio è la cosa più interessante che compete a noi. Poi verrà anche l’ora della chiamata; l’ora in cui si deve parlare, in cui la mano sarà stanca di battezzare; l’ora della messe, insomma. Ma ciechi, ciechi noi se in tale ora penseremo di essere gli attori di tali meraviglie: la meraviglia, semmai, è che Dio si serva di noi così miserabili e così poveri.
Carlo Carretto
Alessandria, 2 aprile 1910 – Spello, 4 ottobre 1988
(nella foto, le tombe di fratel Carlo e di fratel Ermete a Casa San Girolamo di Spello)