Tra le proposte che si offrono a coloro che vengono a Casa San Girolamo c’è anche quella di dedicare un po’ di tempo a lavori manuali. Si tratta di piccoli interventi di manutenzione e di riordino che consentono di mantenere la casa in ordine e accogliente. Sono gesti alla buona che gli ospiti compiono e che permettono di sentire la casa come propria, come casa comune e non un semplice luogo di ospitalità e preghiera ma luogo di condivisione e fraternità. Oltre a sentirsi utili a vantaggio della casa e della fraternità, i momenti di lavoro (spesso in occupazioni non consuete nella vita di tutti i giorni) favoriscono la riflessione, la meditazione di quanto si ascolta negli spazi della liturgia e della preghiera.
Certo, non sono più i tempi in cui fratel Carlo scriveva: “Spello è luogo di preghiera. Chi viene ha quattro ore di lavoro al mattino e quattro ore di preghiera al pomeriggio. Non permettiamo nemmeno lo studio, quello possono farlo altrove. Lavoro e preghiera. Abbiamo sviluppato molto la preghiera liturgica, molto sentita dai giovani; però li abituiamo al silenzio, ad andare oltre la preghiera-parola”.
Ma abbiamo sempre detto che il nostro stare a Spello non è rivivere un’epoca straordinaria che ha segnato la vita di migliaia di giovani ma alcuni aspetti della inesauribile proposta di fratel Carlo ci aiutano ad orientare una esperienza che ogni giorno si arricchisce di volti, di storie, di impegno radicale di vita cristiana nel mondo. Così ci si adopera a dare una mano in cucina, si ripristinano porte e infissi, si cura il chiostro e il giardino, si mantiene pulito ogni angolo della casa in modo che chi viene lasci meglio di come ha trovato.
Non possiamo certo tralasciare di ringraziare i volontari che con la loro presenza e il loro esempio fanno sì che Casa San Girolamo viva e resti per chi viene un segno indelebile di amicizia, di fraternità oltre che, naturalmente, di crescita nella fede.
La ruota del carretto