“Il futuro è di chi ha un passato!”. Ricordo con il sorriso questo aforisma trovato in una vignetta di Lupo Alberto e lo trovo quanto mai appropriato se lo associamo ai 150 anni dell’Ac. Una storia lunga di cui siamo eredi e, nello stesso tempo, ne siamo i continuatori. E questo non sarebbe possibile se nel corso di un secolo e mezzo non si fossero succedute persone e azioni capaci di trasmettere di generazione in generazione la fede e di conseguenza la passione per il vangelo, per la testimonianza, per la missione.
Nella festa di Cristo Re siamo invitati a rinnovare la nostra decisione di essere nella storia con il segno della fede. E non posso dimenticare quel “Cristo regni” che si proclamava un tempo come saluto e come impegno di vita.
Già, perché come ricordava Giovanni XXIII all’apertura del Concilio: «Il Signore ha detto: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6,33). Questo prima esprime in quale direzione debbano muoversi i nostri pensieri e le nostre forze; non bisogna però trascurare le altre parole di questa esortazione del Signore, cioè: “e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33). In realtà, nella Chiesa ci furono sempre, e ci sono tuttora coloro, che cercando con tutte le forze la pratica della perfezione evangelica, non trascurano di rendersi utili alla società: di fatto, dal loro esempio di vita, costantemente praticato, e dalle loro iniziative di carità prende vigore e incremento quanto di più alto e nobile c’è nell’umana società».
La riflessione sul Regno è sostenuta anche da quanto scrive Carlo Carretto nel libro Il deserto nella città: «Questo regno non è una legislazione, un luogo, è una Persona: Gesù. Il punto di convergenza della mia fede, la forza della mia speranza, il motivo del mio amore è una persona: Gesù. Il Regno dei cieli significa il Dio con noi. Non ci potrebbe essere una notizia più esaltante. Dio è con me, Dio mi è alleato, la mia vita diventa divina, la mia storia una storia sacra».
Siamo chiamati a fare storia con Dio e «fare il Regno – scrive ancora fratel Carlo – significa proprio questo: lavorare, agire, per divenire simili a Dio; il Regno avanza ogni volta che poniamo un fatto concreto come risposta all’amore di Dio». Cristo regni!
La ruota del carretto