Vivere straordinariamente si può, insieme. A San Girolamo gli scout di Taranto


Non è facile, ma non impossibile. Se il vangelo mi interessa posso tentare di fare sintesi tra contemplazione e azione seguendo la traccia suggerita da fratel Carlo Carretto. Questo l’argomento più condiviso nell’incontro che abbiamo avuto in questi giorni con 40 scout di “Taranto 5”. A due mesi dall’incontro, qui a San Girolamo, della Presidenza nazionale di Ac con l’Agesci, la presenza di questi giovani è stata significativa, sia come esempio di vera collaborazione tra le due associazioni sia, naturalmente, perché ancora una volta Casa San Girolamo ha accolto persone desiderose di “crescere”, di riflettere sulla propria vita e sulla vita della Chiesa. Gli argomenti proposti a partire dall’esperienza di Casa San Girolamo e dalla figura di fr. Carlo si sono inseriti nel percorso del gruppo che camminerà da Assisi a Loreto, arricchito dagli esempi di Francesco, di Chiara, dello stesso fratel Carlo
Un percorso intitolato “straordinario nell’ordinario”, basato sulla riscoperta dell’essenzialità contro gli eccessi quotidiani, della povertà come ricchezza interiore, della comunità e fraternità come stile di vita, della preghiera come compagna quotidiana, controcorrente nell’ordinario. Ovvero fare della vita un quotidiano atto di fede, di preghiera, di azione aiuta a superare quel conflitto tra paura e coraggio, molto sentito dalle nuove generazioni.
Vivere straordinariamente si può, insieme. Se il Vangelo interessa, è importante – hanno condiviso i giovani – scegliere stili di vita non solo coerenti ma condivisi. Le difficoltà che spesso si manifestano, anche perché storditi da modelli di vita non compatibili con il vangelo e la vita missionaria della Chiesa, si possono superare insieme, in comunità attraverso relazioni vere, faccia a faccia, nella genuinità e semplicità di rapporti comunitari che aiutano a vivere di essenziale, a lasciare – sull’esempio di Francesco – il superfluo, a coltivare valori che danno senso , a stare con gli altri, con tutti coloro cui manca qualcosa (o materialmente o spiritualmente) inseriti in una Chiesa “popolo”, “piccola comunità” così come vissuta in questi giorni dagli amici scout di Taranto.

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