Appena tornato da Spello. Tre giorni a Casa San Girolamo, benedetti dalla «grazia redentrice della compagnia», per usare le parole laicamente sorprendenti di Hannah Arendt.
Il frinire ininterrotto delle cicale galleggia nel calore rovente di luglio, che piove da un cielo immoto, bruciato di luce. Un alito caldo di vento, di tanto in tanto, trascorre quasi furtivamente, prima di essere inghiottito dal verde del Subasio.
Eppure, tutto può ricevere uno sguardo diverso, nella «grazia redentrice della compagnia».
Francesco di Pietro di Bernardone, a qualche chilometro da qui, ci ha insegnato a rileggere e rivivere anche l’impasto apparentemente insignificante del sole e delle cicale secondo il vocabolario della fraternità. A Norcia, secoli prima, Benedetto aveva trovato una misura esemplare e riproducibile di equilibrio tra preghiera e lavoro.
Il perimetro di questo angolo magico dello Spirito è impreziosito ulteriormente da una stupefacente concentrazione di mistica al femminile, che forse non ha eguali al mondo: Chiara a Montefalco, che vive il fuoco di un cuore abitato dai segni del calvario; Angela a Foligno, pervasa da un amore senza ritegno per lo Sposo; Rita a Cascia, che attraversa con tenacia e umiltà un matrimonio funestato dal lutto e una vocazione religiosa contrastata fino alla fine; Madre Speranza a Collevalenza, ormai nei nostri giorni, con la sua profezia della misericordia, forgiata in un’intensità mistica che attende di essere scoperta.
Qui, sulle pendici del Subasio, in un piccolo convento della fine del Quattrocento – una perla architettonica, ancora oggi immersa nel verde – nel 1965 approda Carlo Carretto, dando vita a una comunità dei Piccoli fratelli di Charles de Foucault, restandovi fino al termine dei suoigiorni (1997), e dove ora è sepolto. Dopo l’impegno generoso in Azione Cattolica, conclusosi con la ricerca di un’alternativa profetica alla deriva collateralista dell’associazione, Carretto aveva sperimentato e “personalizzato” una forma di spiritualità radicale, purificata nei lunghi anni di deserto, raccontati in libri diventati ben presto bestseller a livello mondiale.
A Spello Carretto trova una sintesi riassuntiva della propria vita, trasformando San Girolamo, con tutta la rete di eremi che vi faceva capo, in un laboratorio aperto e fecondo della Chiesa conciliare, frequentato da migliaia di giovani, in cui la contemplazione diventava non una fuga dalla storia ma, al contrario, un modo per rileggere in modo libero ed esigente i nuovi “segni dei tempi”.
Da quando, nel 2008, San Girolamo è stato affidato dal Comune di Spello – con una scelta coraggiosa e benemerita – all’Azione Cattolica Italiana, una luce si è riaccesa in quel luogo simbolico, trasformandosi progressivamente in un centro pulsante – non più convento ma casa – di discernimento storico, ricerca spirituale, nuova progettualità.
Nel luogo di Francesco d’Assisi, nel tempo di papa Francesco, a Casa San Girolamo si torna a contemplare la grammatica e la sintassi della vita secondo lo Spirito, dentro la storia: non una parco protetto dove assaporare rarefatti brividi emozionali, ma crocevia dove la vita credente e in ricerca si lascia stupire, attraversare e rigenerare dal Dono che trasforma lo “stare” insieme in vero e proprio “essere insieme”.
I luoghi diventano vitali quando sono dentro una grande storia, in cui anche le storie minuscole possono diventare maiuscole. Il miracolo associativo, in questo contesto, dà il meglio di sé: età, competenze, provenienze diverse non sono più distanza ma prossimità. Incontrare per la prima volta un volto sconosciuto e accorgersi che è come se ci si conoscesse da sempre.
Le cicale continuano il loro concerto assordante e solo apparentemente monotono, mentre le ultime auto si allontano e altre, stasera, arriveranno. Per chi riparte, tuttavia, quel concerto assume un valore nuovo: è la “base musicale” della creazione in attesa della nostra parte. La polifonia non è impossibile, se sappiamo leggere docilmente e interpretare bene lo spartito della vita.
A Casa San Girolamo in questi giorni abbiamo imparato a suonare assieme.
Il risultato ci stupirà.
*blog Dialogando
20 luglio 2015