Quando Spello chiama per conto di Dio…

Non si arriva per caso. Non si entra per distrazione dalla porticina di Casa San Girolamo, c’è una strada da percorrere. C’è un invito da accogliere, quello del desiderio di fare spazio, a partire dal punto in cui ciascuno si trova. Ecco, ci sono momenti nell’anno, nella vita, in una estate, in cui Spello chiama per conto di Dio, proprio te. Allora si arriva soli, si arriva in coppia, in gruppo, si arriva tardi o presto, ma si arriva, nel giorno giusto.

Dal 17 al 20 luglio, una manciata di storie si sono intrecciate, forse ritrovate, da tante strade diverse, passeggiando attorno al cortile di fratel Carlo Carretto, sotto la bandiera dell’Ac che tanto colora le giornate.

“Impègnati non a fare tanto, ma a fare bene”. In quattro giorni di sole, ad accompagnare i passi, le ore di lavoro e quelle di preghiera, sono stati Pietro, Paolo e Barnaba, con la testimonianza della loro fede, la passione, la pazienza e il coraggio nelle notti buie, raccontate nelle pagine degli Atti degli apostoli. Abbiamo camminato dietro di loro, osservandoli, immaginando di provare le stesse emozioni dei discepoli davanti all’amore infinito di Dio che salva ciascuno dalle proprie prigioni. Li abbiamo seguiti anche nella fatica dell’incomprensione, e nei conflitti vissuti dalle prime comunità cristiane, spesso specchio delle nostre.

Nelle mattine, dopo le lodi, la fatica felice di poter restituire un po’ di vita a una Casa che tanta ne dona. Così con le vanghe e i rastrelli si puliscono i canali dalle foglie e dal fango, i libri appena arrivati trovano il loro posto negli scaffali, la cappellina si fa più profumata, l’erba del cortile tagliata a nuovo, la cucina pronta per il pranzo. E proprio nel lavoro insieme, si torna alla vocazione del cuore di Casa San Girolamo, quando nella seconda metà del secolo scorso i giovani passavano le loro estati immersi nei campi di ulivi, e poi le mani profumate di corteccia e foglie si riunivano in preghiera davanti all’Eucarestia.

Nel tempo del lavoro si confidano le storie di vita, insieme ai rametti che da terra si raccolgono nelle fascine. Storie di incontri che cambiano la vita, di giovani che crescono con sofferenza, ma poi si fidano di Dio, gli mettono nelle mani tutto ciò che hanno e tutto cambia dal profondo. Di chi cammina a piedi scalzi, da quando ha scoperto la gioia di essere vivi per davvero. Storie di anziani di Ac che c’erano, c’erano in ogni luogo in cui bisognava essere presenti, per svegliare dal sonno chi restava muto davanti alle guerre, le violenze, le ingiustizie. Storie di adulti che la speranza non l’hanno mai persa, anche quando è faticoso, guardando sempre al Cielo. Storie di insegnanti, educatori, sacerdoti appassionati di divino e di umano, che sanno fare della cura la carezza di Dio. Storie di amore gratuito, di accoglienza, calore, e gratuità. Storie di chi arriva, piange per la commozione di aver rivisto un luogo che gli ha segnato la vita, e poi va via.

Le vite degli altri, però, non restano solo parole di condivisione, ma nella preghiera del pomeriggio insieme a don Michele, diventano carne, che aiuta a guardare le Scritture e la propria vita da un punto di vista nuovo. Allora è più facile sentirsi come Pietro, sereno e affidato, anche con le mani chiuse nelle catene di una prigione. È più semplice sentire addosso il calore di un Dio che libera, accompagnandoci nelle notti della vita. E poi fa meno paura sentirsi visti quando vorremmo solo gli ultimi posti, guariti dallo sguardo di chi ci ama e si fa strumento del Signore per le nostre vite. Come Paolo con l’uomo paralizzato dalla nascita.

“Non nascono a caso i sogni”, diceva fratel Carlo. Neanche quello di passare per Casa San Girolamo in un luglio fresco, a riprendere fiato, vita e coraggio.

Agnese Palmucci

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Dietro le quinte – Pulire, sistemare, preparare… aprire la porta per accogliere: i pensieri dei volontari

Quando arrivi nel chiostro, ad accoglierti, oltre alle solite zanzare voraci, trovi decine di piccole farfalle arancioni. Dicono siano arrivate attratte dai petali dei fiori per l’Infiorata del Corpus Domini di domenica 22 giugno.

È solo giugno, ma il caldo estivo è arrivato con tutta la sua intensità.

È il nostro turno e, come in una staffetta immaginaria, con tutto il gruppo dei volontari siamo pronti a dare il nostro contributo.

Mentre togli le ragnatele (anche se sai benissimo che dopo due giorni saranno di nuovo lì, dove le hai tolte) rifletti sulle tante ragnatele che avvolgono i tuoi pensieri. 

Mentre togli la polvere dalle sedie in loggetta ripensi a quella bella riflessione di don Ugo di anni fa sulla bellezza dell’essere cristiani, proprio lì, con gli ulivi e i tetti di Spello sullo sfondo.

Mentre annaffi il piccolo prato attorno al pozzo del chiostro cerchi di ricordare se veramente ai tempi di Carlo Carretto c’era, in un angolo, una piccola pianta di ulivo. Era in terra? Era in un vaso?

Mentre togli i fiori vecchi dalla cappellina, e cerchi di rimpiazzarli con qualcosa che possa resistere a questo caldo terribile, ti immagini quante preghiere e lodi e suppliche hanno ascoltato queste mura.

E intanto riordini, spolveri, aggiusti, lavi, compiendo gesti lenti e accurati.

Anche tutto questo è Casa San Girolamo a Spello: mantenere la casa aperta e attendere il forestiero che potrebbe passare, il gruppo che chiede accoglienza… Preparare e curare gli spazi nell’attesa di chi verrà per una pausa di riflessione, alla ricerca di una preghiera più intensa, con il gusto di creare legami con chi condivide la tua stessa fede in Gesù Risorto.

La casa è aperta!

(MMMA)

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A San Girolamo l’incontro degli Assistenti regionali. Sinodo, corresponsabilità e… darsi tempo

Dal 23 al 25 giugno si è rinnovato, presso Casa San Girolamo a Spello, l’incontro degli Assistenti unitari regionali, occasione di fraternità e conoscenza. La due giorni di dialogo e confronto ha avuto come filo conduttore l’approfondimento del concetto di corresponsabilità, sia nelle sue implicanze di carattere ecclesiale, che nelle sue ricadute più strettamente associative. L’incontro si è aperto con un’introduzione sulle sollecitazioni apportate dal cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, in forma di raccordo narrativo con quanto accaduto e di prospettiva con la strada da percorrere, tenuta da mons. Claudio Giuliodori, Assistente generale dell’Azione cattolica italiana, proprio in relazione all’essere corresponsabili, che è più che essere collaboratori.

Si è potuto convergere sulla necessità che la sinodalità, e la corresponsabilità ad essa inscindibilmente collegata, non possano essere derubricate a una fase, ma debbano diventare stile che permea la vita della Chiesa. Evitare che il Sinodo diventi un vortice di proceduralizzazione, una sterile arena teologica o una questione di riorganizzazione interna della Chiesa, impone lasciarsi disturbare dalle voci profetiche da esso emerse.

In quest’ottica l’intervento del Presidente nazionale Giuseppe Notarstefano ha ricordato che la corresponsabilità è innanzitutto fedeltà alla crescita della propria vocazione e come essa vada generata spiritualmente prima che organizzativamente.

Infine, gli interventi di Pierpaolo Triani e di mons. Domenico Beneventi, hanno focalizzato il tema della corresponsabilità sulla vita e sul servizio del Collegio assistenti.

L’esperienza associativa aiuta i sacerdoti non a prendere decisioni ma a rispondere insieme, dopo aver fatto la fatica di pensare insieme. In questo senso la corresponsabilità è innanzitutto accogliere la fatica di fare strada con le persone, imparando la delicatissima arte di darsi tempo per maturare risposte, scoprire sentieri di bellezza e percorrerli con decisione.

Vivere insieme una risposta è già un custodirsi nella fede che consente di vincere l’egoismo, la tentazione spirituale più grande. In questa prospettiva il collegio assistenti diventa la prima forma di custodia e indizio di un cammino fecondo perché condiviso. In un tempo di ego esasperati, di ripiegamenti asfittici, di relazioni corte e che potrebbero profumare troppo poco di Vangelo, la Chiesa, nella sua magisteriale maternità, ci rammenta la necessità di camminare insieme senza paura. Così impareremo, strada facendo, il coraggio di guardarci attorno, di tornare indietro, di riprendere il cammino, come fecero Giuseppe e Maria, perché l’unica cosa che conta è che Cristo Gesù sia nella nostra sinodia (cf. Lc 2,41-50).

don Gerardo Cerbasi, Assistente unitario regionale Basilicata

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L’Eucaristia pane di speranza per il mondo: weekend di fede nella Spello dell’Infiorata

“La speranza vede la spiga quando i miei occhi di carne non vedono che il seme che marcisce” (Primo Mazzolari).
Dal 20 al 22 giugno, provenienti da varie regioni d’Italia, accompagnati dall’assistente nazionale dell’Acr don Francesco Marrapodi, abbiamo partecipato ad un weekend di meditazione e preghiera a Casa San Girolamo nella cornice delle colline umbre di Spello. Qui abbiamo potuto contemplare l’Eucaristia anche in una dimensione artistica, visitando il paese nei giorni in cui, in occasione del Corpus Domini, viene animato dalla festa dell’Infiorata.
Siamo arrivate qui con il desiderio di ritrovare le radici, per il bisogno di andare in profondità. Quando non basta più la spiritualità del quotidiano, quella in cui semplicemente affidi a Lui la giornata con la semplicità di un bambino. Quando senti l’aridità di una preghiera in cui abbandoni le preoccupazioni, le ansie per gli eventi inattesi, perché non hai tempo ed energie per altro. Quando negli anni hai lasciato che il Signore finisse un po’ in cantina, fermo in uno scatto poco nitido di una Polaroid, prese dal lavoro, dai figli, dalla frenesia del quotidiano. Eppure, qui ti senti ripetere che Lui ti è rimasto sempre vicino, che vuole “fare casa con te”. Che per farlo è disposto ad entrare nel disordine della tua casa, se tu lo vuoi, perché ti guarda con occhi che non sono i tuoi.
Rientriamo in Romagna, felici di aver riscoperto Dio sempre fedele a noi e di esserci riscoperti “tutti cercatori di Dio”, in cammino con i nostri fratelli.

Chiara e Sara, Faenza

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Pronti, via! Con giugno si torna a Casa San Girolamo. Aperte le iscrizioni per tutto il periodo estivo

Con il mese di giugno riapre Casa San Girolamo, che offre una programmazione, nei fine settimana, di preghiera, spiritualità, silenzio, lavoro e amicizia. E poi ci sono i primi giorni delle varie settimane, fino a settembre, con spazio per altri incontri, silenzio, formazione… Quest’anno, in particolare, sono attesi molti giovani che, verso fine luglio, transiteranno dalla Casa, diretti al Giubileo a Roma, con l’intento di conoscere fratel Carlo Carretto. Qui di seguito proponiamo la locandina aggiornata. Iscrizioni aperte!

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