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Il fuoco di Elia nella vita di ogni giorno

A Casa San Girolamo fine settimana all’insegna del fuoco di Elia e del pozzo di Giacobbe con la presenza, dal 17 al 19 marzo, di due gruppi giovani (Imola e Rieti, questi ultimi accompagnati dalla presidente diocesana) e di una coppia di Conversano.
È stato molto significativo celebrare, domenica, l’Eucaristia nel chiostro, attorno al pozzo. Anche noi oggi chiediamo al Signore: dammi da bere! E ancora una volta Casa San Girolamo si è rivelata luogo in cui ritrovare se stessi alla luce della Parola che nutre le nostre vite.
Di seguito alcuni pensieri che abbiamo raccolto nel librone dei “pensieri positivi”:
– «Signore preserva questo luogo di incontro vero, custodiscilo nei nostri cuori non come un ricordo ma come fuoco accogliente di ogni cosa. Preserva i nostri cuori affinché siano ardenti e sempre in ricerca del tuo amore e della tua forza , della tua luce come il cuore di Elia».
– «Siamo venuti per pregare, meditare e riposare ma abbiamo scoperto la brezza leggera di Dio Padre che sussurra ai nostri cuori urlanti “rispondimi, Signore, rispondimi!”. La mente distratta ritorna motivata, l’animo inquieto se ne va riposato e l’azione quotidiana si carica dell’impeto del profeta Elia. Con il nostro pensiero sempre verso Spello lasciamo un pezzo di cuore a Carretto e ai nostri amici di Imola, nonché ai sacerdoti che ci hanno accompagnato: don Michele, don Zdenek e don Roberto. Un amore speciale lo lasciamo a Gigi, Serenella e a “mamma” Sofia».

I giovani Ac di Rieti

«Mai si spenga nei nostri cuori l’ardore e l’amore che fu di Elia. Grazie Casa San Girolamo che abbiamo sentito “casa nostra” e in cui abbiamo sperimentato lo stile della fraternità, volto bello della Chiesa».

I giovani Ac di Imola

17/19 marzo: con don Michele week-end “Il fuoco di Elia”

I week-end spirituali di Spello sono un’esperienza d’incontro con il Signore a partire dall’ascolto della Parola di Dio e della condivisione fraterna.
In maniera particolare nel weekend del 17-19 marzo ci lasceremo provocare dalla vicenda del profeta Elia e dal suo cammino di fede così come viene narrato nella Scrittura, un cammino tutt’altro che sereno, ma che non ha impedito al profeta di portare a compimento la sua missione a servizio di Dio e del suo popolo. Vi aspetto!

                                               don Michele Pace

Ma davvero ci siamo sposati? Una testimonianza dopo la due-giorni per giovani sposi a Spello

“Ma davvero ci siamo sposati?”: è una domanda che ci siamo fatti spesso… Non sembra quasi vero un cambiamento così grande che ci vuole protagonisti a pieno titolo della nostra vita. Siamo contenti che altri si siano posti lo stesso interrogativo prima di noi e con noi.
Simpatico l’invito fatto da Luca, mio marito, di chiudere il piccolo giro che ci siamo concessi appena dopo il nostro matrimonio con la due giorni per gli sposi da 0 a 3 anni nella Casa San Girolamo.
Sono tante le domande e le obiezioni che possono nascere davanti al “per sempre”, ma è un rischio da correre per poter gustare a fondo il cammino con una persona a fianco e imparare ad amare veramente. Una bella sfida!
Ad accompagnarci nei primissimi giorni belle opportunità, come il ricchissimo tempo di ascolto di giovani coppie che hanno condiviso in profondità racconti e svolte del loro rapporto nei primi anni e mesi di vita insieme, nei quali abbiamo riconosciuto alcune domande che ci abitano in questo tempo. Continua a leggere

La Croce

non è una suppellettile o un ornamento da indossare,
ma un richiamo all’amore con cui Gesù si è sacrificato per salvare l’umanità (Papa Francesco, 12 marzo)

Quaresima: riconoscere che l’altro è un dono

Non è facile capire il mistero della trasfigurazione che ci rivela chi è Gesù; il Volto bello, luminoso di Gesù tanto che vien voglia di fare tre tende, di fermarsi. Nello stesso tempo però in questa scena di angolo di paradiso (il Gesù glorioso con noi) percepiamo i nostri limiti, i nostri volti proprio non così belli, il nostro rimanere con la faccia a terra, pieni di timore: cosa accadrà di noi?
Ci troviamo tra due monti: il Tabor e il Calvario, tra l’essere vicini a Gesù e le fatiche della vita e della fedeltà alla croce. Ma non possiamo fermarci anche perché, come ci ricordano le altre letture di questa seconda domenica di quaresima, siamo chiamati a lasciare e ad andare. Andare per essere ponte tra due mondi: quello bello che sogniamo, quello purtroppo delle apparenze e quello dei volti sfigurati. Già, perché anche questi volti sono chiamati a trasfigurarsi, a trovare la gioia dell’essere e del vivere. Troppo comodo fermarsi, la nostra tenda è là in mezzo alle folle dai volti anonimi perché non hanno la possibilità o la forza di guardare in alto, di stupirsi, di trovare ciò che vale: il Volto di Gesù. Continua a leggere