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Giornata mondiale della pace: le parole di mons. Gualtiero Sigismondi. “Il cammino della pace nasce dal cuore”

 La liturgia ci introduce nel nuovo anno invitandoci a contemplare la figura della Madre di Dio. L’incontro tra il capodanno e l’Ottava di Natale trova una sintesi felice nella Giornata mondiale della pace, che ci sollecita a domandare a Maria, “Regina della pace”, di ottenerci dal Figlio suo la grazia di trasformare la terra in un “cantiere di pace”.
La storia insegna che il cammino della pace richiede una grande tenacia e dei continui passi; comincia all’interno dei cuori, perché nel cuore degli uomini nascono tanto le contese come le riconciliazioni.
“Il cuore è il primo angolo del mondo che ha bisogno di pace”. “Se il dialogo è lo strumento per raggiungere la pace, la tutela dei diritti umani è la garanzia per conservarla. Il primo di tali diritti è la libertà religiosa”. “Se la pace è opera della giustizia, lo sviluppo è il nome nuovo della pace”. Più volte Papa Francesco ha richiamato l’attenzione su questa lungimirante affermazione di Paolo VI, per sottolineare la necessità “di destinare le risorse non agli armamenti, ma alle vere lotte degne dell’uomo: la lotta contro la fame e le malattie, la lotta per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del creato”.
Tra i tanti focolai di guerra che incendiano il mondo – avverte Papa Francesco – ce n’è uno, ancora più subdolo: “l’incapacità di offrire a richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime di tratta la tutela dei diritti umani fondamentali”.

Gualtiero Sigismondi
Vescovo di Foligno, Assistente generale dell’Azione cattolica italiana

Casa San Girolamo, luogo di pace: punto di partenza per essere in pace e costruire pace

Senza dubbio Casa San Girolamo è un luogo di pace. Non è certo l’unico, specie in terra umbra, terra di Francesco, ma dal momento che abbiamo trovato questo “conventino” (così come lo definiva fratel Carlo Carretto quando era alla ricerca di un posto dove avviare la fraternità che gli era stata affidata) cerchiamo di viverlo e di avvalercene per quello che è e che offre.
Luogo di pace perché ognuno possa trovare le giuste dimensioni della vita cristiana.
Scrive Papa Francesco nella Laudato si’: “D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con se stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita”.
Pensare in questi giorni a Casa San Girolamo come luogo di pace ci ricorda che ad ogni inizio di anno (ne sono passati 50 dalla intuizione di Paolo VI) siamo invitati a pregare per la pace e ad essere costruttori di pace. Certo la pace è molto più che assenza di guerra ma purtroppo, anche nell’istante in cui scriviamo o leggiamo queste righe, ci sono guerre e atti guerra. Ci sono violenze di ogni tipo, ci sono nel mondo ingiustizie, esclusioni e così via. Ma come è possibile pensare a un mondo in pace? 
Partiamo naturalmente da noi stessi. Scrive ancora il Papa: “La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace […] di rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale”. Assumiamo poi la realtà della storia e ci rimbocchiamo le maniche anche nelle piccole realtà.
Se leggiamo il messaggio che papa Francesco ha indirizzato al mondo e che insiste sulla questione migranti troviamo quattro verbi decisamente fondamentali per affrontare e vivere con coerenza l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e che trovano senso risonanza a San Girolamo: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Casa San Girolamo luogo di pace perché ci permette di recuperare senso e stile di vita. È casa di accoglienza e di fraternità, di reciprocità e relazione; è casa in cui ci si prende cura reciprocamente per imparare a vivere con una qualità di vita diversa, è casa che promuove il bene comune, è casa in cui si integrano contemplazione e azione.
Non ringrazieremo mai abbastanza di avere questo “conventino” punto di partenza per essere in pace e costruire pace.
Buon anno

la ruota del carretto

(nelle foto: papa Francesco e il volume Ave con le parole di Bergoglio sulla pace)

Buon Natale! L’augurio che giunge da San Girolamo, con le parole di Carretto, è di camminare con il Vangelo in mano


O ineffabile mistero!
Dio ha preso la natura di uomo, si è degnato nascere dalla Vergine per renderci partecipi della sua divinità.
Per compiere l’impossibile, il Dio dell’impossibile fece Lui il primo passo.
Per far sì che l’uomo potesse entrare nella famiglia di Dio, Dio entrò nella famiglia dell’uomo.
L’invisibile sì è fatto visibile.
Dio si è fatto uomo, il Verbo si è fatto figlio. L’immensità si è fatta limite.
L’infinito si è fatto finito” (C. Carretto, Al di là delle cose).

Facciamo festa perché è Natale, perché ricordiamo che accogliamo Gesù come Figlio ma anche come fratello. Non è una ricorrenza qualunque, un compleanno qualunque che finisce con un augurio e un brindisi. È il giorno in cui decidiamo di scrivere una pagina nuova del quaderno della nostra vita che vuole essere imitazione di Gesù. Dobbiamo quindi imparare a restare con Lui.

Ciò che fa Gesù nel Vangelo è ciò che ha sentito dire dal Padre nel cielo.
Il Vangelo è il modo di vivere sulla terra come vivrebbero i santi nel cielo.
Il Vangelo è tutto.
Il Vangelo è una persona vivente : è Gesù” (C. Carretto, Al di là delle cose)

L’augurio che giunge da Casa San Girolamo è quello di camminare con il Vangelo in mano come guida e modello sulle vie della pace, della gioia, della fraternità.

La ruota del carretto

(nella foto, particolare della Cappella dell’Epifania, Casa San Girolamo – Spello. Foto di Silvio Sorcini)

 

 

Ritiro per fidanzati: “Casa San Girolamo si è fatta casa delle nostre storie d’amore”


E arrivammo a Spello. Un venerdì di una settimana lunga, una sera di una giornata lunga, dopo un’attesa e un viaggio altrettanto lunghi.
Otto coppie di fidanzati da tutta Italia alla ricerca di un po’ di tempo e parole…
Le prime “parole che non ti ho mai detto” ci aspettavano già nel chiostro, su una lavagnetta sgangherata: Perché poi alla fine le parole d’amore le capiscono soltanto due cuori vicini!
Ecco che allora dal mezzo del caos della nostra vita, dalla frenesia della quotidianità, tutti avviluppati nei nostri grovigli di impegni, di emozioni, di relazioni, di desideri… d’un tratto affiorano i nostri cuori.
Ci ritroviamo vicini. Nel silenzio di un abbraccio iniziamo a fare ordine, a mettere a posto i pezzi, a sentirci nel posto giusto al momento giusto. Continua a leggere

Avvento – Rallegratevi! La gioia di riconoscersi figli

C’è poco da stare allegri! Se ci guardiamo attorno in questi giorni di luminarie e di ricerca compulsiva di regali percepiamo tutto il contrasto tra effimero consumismo, sorrisi d’obbligo, auguri riverenti e il vero senso del Natale. C’è poco da stare allegri se il Gesù che viene non trova posto pur essendo grande lo spazio creato dal vuoto di senso dell’oggi.
Travolti dalla confusione natalizia creata ad hoc per il consumo rischiamo di perdere il ritmo della gioia che viene, la gioia che sperimentiamo quando facciamo posto al Signore.
Ecco allora l’occasione per curare quello spazio interiore che accoglie e che vive la gioia del vangelo. Nel testo che dovremmo aver in qualche modo assimilato, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, papa Francesco ci invita a rinnovare ogni giorno l’incontro con il Signore. Il Natale è il tempo favorevole per fare il punto, per ripartire, per rinnovare quell’impegno a 360° che ci interpella come coloro che hanno accolto e che si fanno diffusori di gioia. Come non ricordare ancora una volta le parole del Concilio: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo”. Continua a leggere