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Convertitevi… preparate la via del Signore

Ci sono due verbi alla base della conversione cui siamo invitati nella seconda domenica di Avvento: preparare e raddrizzare.
Se ci pensiamo bene, tutta la nostra gi
ornata è una preparazione: dalla colazione, al lavoro, all’interrogazione, all’esame… Ci prepariamo per un incontro, cerchiamo di prepararci al meglio, anche se poi le cose vanno come vanno. In questo tempo siamo invitati a porre atteSpello chiostro agosto 2016nzione e cura alla preparazione all’incontro con il Signore. Non è un’abitudine annuale, una consuetudine travestita da un sussulto di spiritualità, ma è l’ennesima riproposta di un incontro radicale e definitivo che dovrebbe insegnarci a preparare e a vivere i momenti della giornata secondo gli insegnamenti del Signore.
Se riprendiamo l’Evangelii gaudium al n. 3 leggiamo: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché ‘nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore’”.
Ecco, Giovanni ci sollecita a preparare questo incontro ogni giorno. Così ci disponiamo a raddrizzare, a correggere quello che non va nella nostra vita. Non c’è nulla da stravolgere, forse si tratta solo di piccoli cambiamenti da tradurre in quei piccoli gesti di cui scrive papa Francesco nella Laudato si’. Piccoli gesti di conversione personale che possono confluire e concorrere a quei cambiamenti di speranza di cui ancora ci parla il profeta Isaia.
Ci prepariamo a incontrare “il germoglio che spunterà dal tronco di Iesse” che le nazioni, anche inconsapevolmente, attendono con ansia. La rivoluzione proclamata da Isaia dipende anche da noi, sapendo che la giustizia (“fascia dei suoi lombi che non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra”) è per tutti, nessuno escluso, come ci ricorda l’Evangelii gaudium.
Avvento, preparare e raddrizzare: “Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: ‘Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici’” (Eg 3).

 

Misericordia e Beatitudini, bussole per l’Avvento

Il profeta Isaia nella lettura che apre il tempo di Avvento ricorda e prepara al senso della venuta del Signore, intesa come cambiamento radicale di ciascuno di noi: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
La venuta del Signore è attesa carica fiducia e speranza: le spade si trasformano in aratri, le lance in falci… non si farà più guerra! Ma per passare dal desiderio, dall’aspirazione alla realtà e al concreto, è chiesto di metterci alla scuola di questo Signore che viene.
Quali sono le vie e i sentieri da percorrere per camminare nella luce ed essere luce? Sono le vie delle Beatitudini e quelle della misericordia. Le prime ci trasformano dentro, cambiano il nostro stile di vita; le seconde ci indicano la relazione con gli altri, soprattutto con i più fragili, i più poveri in tutti i sensi. Coloro che attraverso la nostra povertà, la nostra mitezza… possono essere sollevati e incontrare a loro volta il Signore che viene.
Papa Francesco nella sua lettera apostolica “Misericordia et misera”, pubblicata a conclusione dell’anno giubilare, scrive, nella parte iniziale: l’anno santo è stato «un tempo ricco di misericordia, la quale chiede di essere ancora celebrata e vissuta nelle nostre comunità. La misericordia, infatti, non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre».
Buon Avvento da San Girolamo!

Oltre il Giubileo: permanenti nella misericordia

Con la chiusura della Porta santa in San Pietro a Roma si è concluso l’Anno santo della misericordia.
Tempo di bilanci, dunque. Le cifre vanno decisamente in secondo piano. Non conta tanto il numero di pellegrini che hanno varcato la Porta santa in tutte le periferie del mondo – come noto infatti Papa Francesco ha scelto di offrire nel modo più ampio possibile il pellegrinaggio – quanto lo spirito con cui milioni di persone hanno compiuto il gesto del passaggio cui si suppone corrispondano gesti concreti di pentimento e di misericordia. Si tratta ora di fare in modo che l’impegno di riflessione e conversione compiuto diventi per ciascuno il primo passo per restare nelle braccia della misericordia del Padre e compiere con perseveranza quelle opere così necessaria per accompagnare persone fragili o “lontane” o in ricerca.

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